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La Gioconda era cinese? La madre segreta di Leonardo e la Monna Lisa

Quante volte il mondo accademico e dell'arte si è interrogato sui misteri della Monnalisa di Leonardo. Quello sguardo seducente ed enigmatico, il taglio degli occhi rivolto leggermente verso l'alto, il colorito non esattamente roseo e poi lo sfondo, leggermente confuso nei contorni e difficile da collocare nello spazio: una strada tortuosa, l'acqua, le chiome degli alberi protratte verso il cielo. Toscana? Umbria? Difficile dirlo. Forse non si tratta di nessuna regione a noi familiare. Forse, il mistero che circonda il quadro più famoso del mondo potrebbe essere spiegato cambiando completamente prospettiva. Forse, la Monnalisa custodita al Louvre, è in realtà il ritratto di una donna cinese. Forse però.

La teoria, affascinante e temeraria, che circola da qualche giorno sui social network dell'enorme paese asiatico, sta suscitando ironie e perplessità, oltre che migliaia di commenti. L'uomo che l'ha elaborata si chiama Angelo Paratico, romanziere italiano di base a Hong Kong con l'hobby della ricerca storica e degli annunci improbabili. Paratico avrebbe lavorato per due anni sulle fonti, arrivando alla seguente conclusione: la donna ritratta nel celeberrimo quadro sarebbe la madre del genio del Rinascimento, schiava orientale di un conoscente del padre di Leonardo.

In un'intervista rilasciata al South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, Paratico dichiara di essere “sicuro fino a un certo punto che che la madre di Leonardo provenisse dall'oriente, ma per stabilire se fosse cinese dobbiamo utilizzare un metodo deduttivo”. Ebbene, poco si sa, storicamente, della madre dell'artista, Caterina. Lo scrittore italiano sostiene però di aver trovato le prove che dimostrerebbero che un cliente facoltoso del padre di Leonardo, di mestiere notaio, possedeva una schiava orientale chiamata proprio Caterina, il cui nome sarebbe però sparito misteriosamente da tutti i documenti dopo il 1452, anno della nascita del pittore. Secondo Paratico, la schiava sarebbe stata portata nella località di Vinci, a circa 30 chilometri da Firenze, per dare alla luce il bambino in segreto, così da tenere nascosta l'inopportuna relazione con il notaio.

Precedenti ricerche avevano già speculato sulle origine della madre di Leonardo, ipotizzando una discendenza mediorientale e araba. Secondo Paratico però, una provenienza ancora più esotica non sarebbe così improbabile perché, a suo dire, “durante il Rinascimento paesi come l'Italia e la Spagna erano pieni di schiavi orientali”.

Ma gli indizi non finirebbero qui, per il nostro fantasioso connazionale. Perché Leonardo era in grado di scrivere con la mano mancina, da sinistra verso destra? Perché era un genio? No, perché era di origine cinese. E il suo essere vegetariano? Davvero strano per un uomo europeo di quell'epoca. Ne deduciamo che per Paratico l'estremo oriente doveva essere pieno di vegani e vegetariani, 500 anni fa. Qui il collegamento ci sfugge. Al di là di questi particolari, sono le evidenze presenti nel quadro stesso a consolidare la convinzione del romanziere: “Come già affermato da Freud nel 1910, la Monnalisa è probabilmente il ritratto della madre. Sullo sfondo si vede un panorama cinese e persino il suo volto sembra cinese”.

La teoria di Paratico non potrà mai essere smentita o comprovata, temiamo, perché, come afferma lui stesso, servirebbe un esame del DNA sui discendenti di Leonardo. Ma poiché il mistero è l'elemento su cui poggia, da sempre, larga parte della notorietà mondiale della Gioconda, un'ulteriore teoria fantasiosa non potrà certo arrecarle un danno.

Nell'attesa che venga pubblicato il prossimo romanzo di Paratico, casualmente intitolato Leonardo Da Vinci: a Chinese scholar lost in Renaissance Italy (Leonardo da vinci, uno studioso cinese perso nell'Italia del Rinascimento), ci affidiamo alla trama di una sua opera precedente, “Ben”, nella speranza che il gusto per la fantasia e l'invenzione non venga mai a mancare a questo italiano del lontano oriente:

"John Macbeth, giovane agente segreto al servizio di Sua Maestà, viene inviato in Italia per una missione impossibile: trovare e distruggere il carteggio segreto tra Winston Churchill e Benito Mussolini e con esso le prove di un patto segreto tra Londra e Roma”.

Certo che anche Mussolini, a guardarlo bene, sembrava un po' un inglese pelato...

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