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La Donna: intoccabile ma non intoccata

Il XXI secolo è la l’epoca di un neo-femminismo, che torna dirompente sui social e nella stampa, trascinando con sé le stesse contraddizioni che porta dalla sua genesi.

Le foto su Instagram, i post su Facebook, gli articoli sui tabloid: quando la sensibilizzazione si riversa in azione? La difesa della Donna sembra essere la protezione verso un cyborg di Lynn Randolph, rigorosamente femmina, ma incredibilmente lontana. I social sono lo strumento più potente degli ultimi anni, senza dubbio l’arma più impugnata nel 2020. I nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno il vantaggio dei grandi media della storia: essere generalisti. Per cambiare la coscienza collettiva è necessario agire sulle singole coscienze individuali che la compongono.

Tuttavia la ripresa costante della Donna Intoccabile designa un mondo ideale che si scontra drasticamente con un Telegiornale che riporta, ogni giorno, un femminicidio. “1su3” è stato tra gli hashtag più usati il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle Donne. Indica che 1 donna su 3 viene maltrattata da un uomo. Un numero drammatico scuote le coscienze, ma non amplifica le denunce. Ad una cifra che spaventa si contrappone una paura peggiore: le denunce che restano sulla carta, a cui segue l’ennesima e solitamente ultima azione dal mostro denunciato. Tentare di cambiare la società civile è un nostro dovere, veder mutare la società politica è un nostro diritto.

Femminismo: come le Donne, non più delle Donne

Amata, rispettata, valorizzata ogni giorno. Celebrata, ricordata, esaltata maggiormente l’8 marzo. A fine di questa frase sento già l’eco delle femministe sfegatate “non solo l’8 marzo”. Un giorno speciale per rimarcare quanto il movimento femminista sia deformato e inserito in un’ottica collettiva scorretta.

E’ il caso di riportare la portabandiera del cyberfemminismo 2.0: Freeda. Tra esaltazioni e polemiche, la pagina rosa più famosa di Instagram è cresciuta portando i propri numeri alle stelle, sia in termini di followers, sia in termini di guadagno.

I grafici di Freeda hanno grande abilità nella realizzazione di un feed piacevole all’occhio, i copywriter sono dotati di intuizione e capacità di attrazione. Solo complimenti fino a quando non guardiamo ad alcuni contenuti. Senza annoverare il corpo femminile in tutte le sue forme, ripreso così tante volte da far sentire sbagliata anche chi si è sempre sentita giusta. Senza riportare gli innumerevoli post sull’acne e la sua normalità, sbandierata a tal punto che anch’io sono andata a comprare prodotti dermatologici a fine adolescenza.

Sottolineare in maniera ripetitiva ed ossessiva non è sempre sinonimo di solidarietà, talvolta appare solo come un modo di amplificare problemi che spesso non sono definiti tali.

Tuttavia il post su cui vorrei porre maggiormente la mia attenzione riguarda il periodo natalizio, ennesima protesta contro un maschilismo fantoccio, un’ulteriore lotta mascherata da femminismo, che in realtà non riguarda quest’ultimo. “Regali Per Lei – Regali Per Lui” il post che invita a smetterla di fare queste divisioni, perché non vi sono differenze tra uomini e donne. Dunque, se devo cercare un dopobarba per mio padre, devo considerare minimo 3 ore di ricerca dovendo navigare tra reggiseni e porta assorbenti che mio padre, per motivazioni in primis biologiche, non userà mai.

Il problema di queste accuse infondate parte da un presupposto sbagliato intriso nel termine differenza, sottintendendo la negatività di questa parola, come se rimarcasse una carenza. Predicare per una differenziazione che mira a semplificare la user experience è un gesto che reputo irrispettoso, perché pone sullo stesso piano circostanza ed eventi davvero gravi, andando a sminuire ciò per cui si dovrebbe lottare: dal mondo del lavoro per le donne al costo elevato degli assorbenti.

Essere differenti è un vantaggio, mica una colpa. Evidenziare ciò che ci separa è il collante che ci unisce: laddove c’è mancanza di uno, l’altra porta abbondanza e viceversa.

Auguri a tutte le Donne, nate per normalizzare ciò che è normale: l’uguaglianza morale, oltre le differenze biologiche. 

 

Foto di nonmisvegliate da Pixabay 

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