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La Coop (non) sei tu: prodotti pericolosi per la salute e i rapporti con la Coop ’Il Forteto’

 

“La Coop sei tu”. E’ lo slogan di una delle catene di distribuzione alimentare nazionale, più diffusa sul territorio. Eppure la Coop in questi giorni, ha tenuto poco in considerazione il rispetto dovuto alla propria clientela, relativamente la carente comunicazione e diffusione d’informazioni atte a mettere in guardia tutti coloro che, in alcune città italiane, avevano acquistato un paio di prodotti alimentare: il “Girellone cotto olive” - in particolar modo, si parla del lotto identificato con il codice 40115 con scadenza 14 Ottobre 2015, e il Grano saraceno biologico “Nuova Terra”, lotto N° L20187P.

Nel primo caso, quello del “Girellone cotto olive” si tratterebbe di una contaminazione dal batterio Listeria monocytogenes, che provoca la Listeriosi, una malattia prevalentemente gastroenterica che può, nei casi più gravi, portare a meningite ed encefalite.

Nel secondo caso, quello del “Grano saraceno biologico”, l’azienda spiega poco e male le motivazioni per cui il lotto di prodotti, nel caso siano stati acquistati, debbano essere resi al supermercato. In poche righe, si parla di “non conformità inerente ad aspetti legati al confezionamento errato del prodotto” ma si avvertono i clienti affetti di Celiachia, che “L’orzo è un cereale contenente glutine, che può provocare gravi effetti sulla salute.

Cosa c’è che non va, a parte il fatto in se, di prodotti aggraditi in un caso da un batterio denominato “killer” a causa dei quei circa 2000 morti l’anno in Europa, e non solo per cause alimentari ma anche di affezione all’interno degli ambienti sanitari pubblici?

Di questa Informazione non si è parlato. Solo pochi articoli, diffusi fra ieri e oggi, mentre sui social nella giornata di ieri, scattava una sorta di catena di diffusione della notizia, che poteva però sembrare una delle tante bufale che girano sul Web.

In tv, nessun grido di allarme. Sia mai, l’immagine aziendale va salvaguardata. Tante volte si pensasse che la salvaguardia della salute venga prima dei ritorni economici…

Per essere informati di questa contaminazione e del fatto che le confezioni di grano saraceno non fossero conformi alla normativa vigente, il cittadino avrebbe dovuto collegarsi al sito della catena Coop, a questo link, accorgersi della presenza, in alto a destra sul sito, di una scritta quasi impercettibile “Avviso di richiamo prodotti” cui sono certa pochi fanno caso e, in ogni caso, bisognava che il cittadino/cliente medio, avesse voglia di navigare sul sito aziendale…

Oltretutto, sul sito, non viene data informazione dettagliata sui punti vendita in cui i prodotti vengono smerciati. C’è scritto solo: “Toscana, Lazio, Umbria e Campania”.

Per la Coop, una cosuccia da nulla. Non si può perdere l’immagine per una contaminazione batterica o per la mancata osservanza delle metodiche di confezionamento di un prodotto che può creare gravi danni alla salute per i celiaci.

Per ciò che riguarda l’informazione tramite organi si Stampa nazionale, al momento le testate che ne stanno parlando, a vario titolo, sono: Il fatto quotidiano (ieri) ADN Kronos (ieri) News Italiane (ieri).

Nient’altro. Un comportamento grave. Molto grave. Che mette a repentaglio non solo la salute delle persone, ma – soprattutto – il diritto all’Informazione.

Non parliamo, ripeto, di una cosetta. Leggete al link di seguito, direttamente dal sito dell’EFSA – Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare - i danni all’organismo per contaminazione da Listeria Monocytogenes

Scavando un poco in questa vicenda, si scopre anche che, il fondatore dell’azienda produttrice del Girellone cotto olive, la cooperativa “Il forteto”, si chiama Rodolfo Fiesoli, e all’epoca – era il 1977 - non era un’azienda del settore alimentare ma un “centro di assistenza per minorenni in stato di disagio”. Fiesoli fu condannato nel 1985 per “atti di libidine violenta” nei confronti di alcuni ospiti del centro. 

Pur essendo stato giudicato colpevole e condananto al carcere, alla vicenda fu dato poco spazio sulle pagine di Cronaca. La cooperativa Il Forteto col tempo, ampliò il suo raggio di azione aprendo un settore dedicato ai prodotti caseari, e ha intessuto rapporti importanti con la regione Toscana.

Malgrado ciò, Fiesoli ci ricasca: nel 2011 viene condannato a 17 anni di reclusione per “maltrattamenti e abusi sessuali”. Al peggio non c’è mai fine.

A questo link, le motivazioni della sentenza.

Insomma, siamo partiti da un allarme non dato su un paio di prodotti commercializzati dalla catena di distribuzione alimentare nazionale Coop, e siamo arrivati a scoprire che, il titolare dell’azienda produttrice del “Girellone cotto olive” ha in realtà fondato quella che gli stessi magistrati hanno denominato essere una “setta” il cui scopo è quello di fare un “lavaggio del cervello” ai minori ospiti del centro.

A fronte di tutto ciò, si rifletta attentamente su un paio di elementi.

Il primo: la mancata diffusione a tappeto e attraverso tutti gli organi di comunicazione nazionale, lede il diritto dei cittadini e scavalca le normative europee vigenti in tema di comunicazione tempestiva e diffusa in casi come questo.

Il secondo: la Coop ha preferito salvaguardare la propria immagine a scapito della salute dei consumatori, acquista merci da un’azienda il cui titolare è stato riconosciuto colpevole di reati gravi contro minorenni. Viene prima il business che la salvaguardia della salute e della rispettabilità.

In Parlamento, Venerdi scorso, mentre era in discussione la riforma del Senato, la senatrice Laura Bottici, del M5S, ha sollevato la questione del “Girellone cotto olive”: «Desidero comunicare che mi giunge notizia, ed è di queste ore, del ritiro dagli scaffali dei supermercati Coop di Lazio, Toscana, Umbria e Campania del prodotto gastronomico “Girellone Cotto Olive” prodotto dalla cooperativa «Il Forteto», per un batterio mortale»

Il Presidente Grasso ha risposto: “E dobbiamo mettere il Girellone in Costituzione”? (Vedi video)

Insomma: una storiaccia. In tutti i sensi. Che chiarisce una volta di più, come della vita, della dignità, della sicurezza degli esseri umani, non importi un fico secco a quasi nessuno di coloro che guadagnano milioni di euro per il solo fatto di avere un incarico istituzionale che, solo apparentemente, sembra votato alla gestione di ogni programma utile al sostegno dei diritti dei cittadini.

A livello aziendale, la Coop fa uno scivolone senza pari. Non solo a causa dei prodotti pericolosi per la salute commercializzati ma anche, per il fatto di avere rapporti, seppur commerciali, con un’azienda che non appare essere consigliabile frequentare.

 

 

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