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La Collegiata di Castiglione Olona: un piccolo gioiello in provincia

E’ detta “Isola di Toscana in Lombardia”. E’ a una manciata di chilometri da Varese. E’ un piccolo tesoro che nel resto d’Europa ci invidiano e che noi, quelli della porta accanto, a stento conosciamo.

E’ Castiglione Olona.

Prima in età romana, poi nel Medioevo, Castiglione costituì un centro di notevole importanza grazie alla sua posizione strategica fino a diventare, nel sec. XI, prolifico feudo dei Castiglioni. Proprio dalla famiglia Castiglioni discende il Cardinale Branda, erudito mecenate che nel sec. XV trasformò la cittadina in un brillante centro artistico e culturale convocando dalla Toscana e dal Veneto un cenacolo di artisti tra i quali spicca la figura di Masolino da Panicale, cui furono commissionati gli affreschi per la chiesa madre del borgo voluta dal Cardinale in persona, quella che noi oggi chiamiamo Collegiata, e per l’annesso Battistero.

Consacrata nel marzo del 1425 e terminata nel 1428, la Collegiata sovrasta Castiglione dalla cima del colle un tempo dominato dall’inespugnabile castrum. Esempio d’eccellenza dell’arte gotico-lombarda fu progettata in tutta probabilità da Alberto e Pietro Solari, architetti di Milano, che scelsero una pianta a croce latina e tre navate senza transetto che si riflettono nella facciata cuspidale tripartita, tutta a mattoni a vista, decorata al centro da un antico rosone. L’ingresso è costituito da un portale (1428 circa) sormontato da una lunetta con bassorilievo realizzato da un maestro lombardo-veneto forse su disegno di Masolino da Panicale, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi e, come da tradizione, il committente dell’opera inginocchiato.

Una volta entrati è la penombra ad avvolgerci e a mostrarci un ambiente che, nonostante le tre navate, riprende lo schema delle chiese milanesi a sala con unico sistema di copertura. L’elemento che subito colpisce l’attenzione del visitatore è l’abside poligonale affrescato con un importante ciclo pittorico di scuola toscana. In particolare, nella calotta è possibile osservare le Storie della Vergine di Masolino raffigurate in cinque spicchi che riportano, da sinistra a destra: la Natività, l’Annunciazione, l’Incoronazione, lo Sposalizio e l’Adorazione dei Magi. Sopra all’altare fa bella mostra di sé l’Assunzione di Maria e conclude il ciclo la Dormitio Virginis, recentemente scoperta e attribuita a Paolo Schiavo. E di Paolo Schiavo, probabilmente, sono anche le Storie di San Lorenzo poste sulla parete di sinistra, mentre le Storie della vita di Santo Stefano, situate sulla parete destra, sono attribuite a Lorenzo Vecchietta. Di particolare importanza anche il sarcofago che contiene i resti del Cardinal Branda, il lampadario fiammingo e, sul fondo dell’abside, la Crocifissione, tavola su fondo oro attribuita a Neri di Bicci.

Una volta usciti dalla chiesa madre è il silenzio di un appartato giardinetto ad accoglierci, lasciandoci credere che il tempo abbia smesso di scorrere qualche secolo fa e accompagnandoci fino al Battistero, ricavato in un’antica torre castellana e, per volere del Cardinale che volle seguire l’uso delle più antiche basiliche, staccato dalla Collegiata. Ai lati dell’ingresso era posta un’Annunciazione di Masolino, ora strappata e posta nella sala attigua, ma è la decorazione interna, ancora di Masolino (aiutato dal Vecchietta), a costituire un indiscusso capolavoro.

Il pittore toscano ha infatti affrescato le Storie del Battista catapultando i suoi protagonisti in un’atmosfera fiabesca abbellita da costumi fiorentini quattrocenteschi. Si passa dalla veduta di Roma sopra all’ingresso, racchiusa tra l’Annuncio dell’Angelo a Zaccaria e la Visita di Maria a Elisabetta, all’Imposizione del nome e alla Predica del Battista nel deserto posti nella meno conservata parete settentrionale. A oriente, sopra all’altare, è la splendida scena del Battesimo di Gesù nel Giordano a sovrastare il Battista che addita Gesù alla folla, il rimprovero a Erode per la tresca con Erodiade e la decollazione del Precursore. Nella grande parete meridionale troviamo invece il famoso Banchetto di Erode con la consegna della testa del Battista e, mirabile cammeo in mezzo ai monti, la sepoltura del Profeta. Concludono la decorazione, nelle volte, gli Evangelisti, l’Eterno Padre e i Dottori della Chiesa, mentre spicca, nel bel mezzo della sala, la bellissima vasca battesimale quattrocentesca con fusto decorato da putti.

Per finire in bellezza non è possibile ignorare il Museo d’Arte sacra allestito nella Casa dei Guardiani che conserva parte del corredo di cui il Cardinale Branda dotò la chiesa. Pezzo forte, in questo caso, è un’Annunciazione riferita alla scuola di Beato Angelico.

A questo punto, appassionati d’arte del Varesotto, non vi resta che recarvi in provincia a riscoprire questo piccolo tesoro, ma prima un consiglio: indossate scarpe comode e aspettate, se non la bella stagione, che passi il periodo di neve e gelate. L’irto colle scelto dal Cardinal Branda deve aver visto fin troppi sdruccioloni dal sec. XV a oggi!

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