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La Chiesa e il berlusconismo

Gli uomini del centrodestra sono in disarmo, le inchieste giudiziarie che flagellano la maggioranza hanno ridotto i ranghi, le abitudini del Presidente del Consiglio sconsigliano i più noti moralisti dall'esporsi a domande imbarazzanti e allora finalmente c'è spazio anche per le donne del centrodestra, che non ci fanno una grande figura.

Donne-appendice di uomini ai quali devono tutto e che le hanno scelte in tutta evidenza privilegiando la forma sulla sostanza. Donne che nonostante tutto partecipano alle attività dei consorti con buona lena e che non li abbandonano nemmeno nella disgrazia, donne dalle idee chiare che per Silvio come per i loro mariti sono disposte a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ognuna come può.

Così la mitica Terry da Bari si è incaricata di spiegare come gira il mondo, quanto sia grande Silvio e quanti siano invidiosi quelli che ce l'hanno con lui, ma soprattutto ha rivendicato con orgoglio non solo il diritto di massimizzare la vendita del proprio corpo, quanto soprattutto il diritto per la classe dominante di commettere illeciti.


Senza corrompere o senza commettere illeciti non si va avanti nel business. Che poi è il punto di tutta la questione che è emersa dalle indagini attorno al buon Tarantini, perché dietro le maialate e la montagna di corpi c'è una realtà fatta di un'estesa rete di delinquenti pronti alla corruzione a tappeto e all'associazione a delinquere, pur di frodare la legge e rubare dal bilancio e dal patrimonio dello stato.

Le olgettine sono colore, la ciccia sono le case pagate a loro insaputa, gli appalti ad personam, le grandi truffe che hanno caratterizzato il "lavoro" della maggioranza negli ultimi anni. Gente che festeggiava il terremoto perché in emergenza diventa più facile rubare e ci sono da rubare anche i soldi per i terremotati. Non che sia tempo perso ascoltare la rispettabile opinione della signora barese che suggerisce alle racchie di stare a casa o i nobili motivi che la moglie di Tarantini adduce a difesa del marito. La cosa non stupisce e forse è proprio Terry, nella sua ignoranza arrogante e allo stesso tempo naif, ad essere la più innocente delle tante donne di destra che si sono esposte a difesa del sire negli ultimi tempi. La moglie di Tarantini ha poi precedenti noti e recenti, da Lady Poggiolini fino alla moglie di Cosimo Mele, le donne di destra nel nostro paese hanno sempre dimostrato di saper reggere alla grande corna e accuse giudiziarie, mica come quella comunista che si è sposata Berlusconi e che l'ha ricoperto di contumelie solo perché ha scoperto che andava con le minorenni e con centinaia di prostitute.

Su tutte queste sante e martiri aleggia eterea e protettrice la figura di Giuseppa Sigurani, un tempo in Cossiga, che consumò il suo dolore per il marito farfallone in silenzio per tutta la sua lunga carriera politica, chiedendo solo alla fine il divorzio da lui, quando ormai non poteva più fargli danno. Sante donne. Per molte donne di destra però quelle che non sono sante (aka mogli) sono e restano prostitute anche se sono di destra. Su questo non c'è dubbio, la retorica sulla famiglia, sui valori religiosi e sulla cultura conservatrice è del tutto incompatibile con il costumi libertini orgogliosamente rivendicati da Terry ed è qui che scatta il cat-fight tra donne del centrodestra.

Forse le povere Donazzan e Coppola non hanno sentito l'intervista di Terry, ma le parole della barese sembravano più rivolte a queste pseudo-beghine venete che a non meglio identificati moralisti comunisti. I due assessori regionali del Veneto hanno pensato bene di "rispondere" a una maglietta (???) di Nicole Minetti con un'altra maglietta. La consigliera regionale lombarda era stata fotografata con una maglietta che recitava in inglese: "senza maglietta sono anche meglio" e le due venete hanno risposto con due magliette gemelle: ".... è una questione di stile" sfoggiate a Cortina.

 La risposta è loffia e non fa nemmeno ridere, l'iniziativa è pietosa, ma ai giornali la cosa è piaciuta. Incidentalmente lo stile della Donazzan e della sua collega è quello di un'ex fascista che continua a simpatizzare per i fascisti e a commemorare la RSI, una che ha condotto una campagna per eliminare dalle biblioteche pubbliche e scolastiche del veneto i testi di alcuni autori considerati "comunisti". Riuscendoci pure. Un'opera di censura politica che non ha scosso Pierluigi Battista come invece lo ha scosso la Censura Giudiziaria dell'esercizio anticomunista di Caprotti/Esselunga contro i concorrenti della Coop. Una polemica riservata a pochi scandalizzati che non ha smosso i sacri istitnti libertari dei politici di destra accorsi in soccorso di Caprotti. Strano, a proposito d'ipocriti e ipocrisie.

Lo stile della Donazzan e della collega è quello servile, del sotto-genere della serva vile ad essere precisi. La viltà di queste donne che puntano il dito sulla Minetti e allo stesso tempo assolvono il capo per le 10-100-1000 Minetti è plateale ed evidente, la formazione fascista si sente, l'ipocrisia cattolica cola dappertutto, di schiene dritte manco a parlarne. Se c'è una costante in questa vicenda è invece che quelle che si sono vendute se la sono rivendicata con orgoglio e hanno mostrato, pur tra innegabili cadute di stile, di essere molto meno vili di Donazzan e della sua collega.

C'è una grande differenza tra il Ministro Carfagna che varando leggi contro la prostituzione s'incarna nella donna-Donazzan e dice di avere orrore di chi vende il suo corpo e la sanguigna rivendicazione di Terry, onesta per quanto desolante. Una rivendicazione che meriterebbe almeno l'introduzione nel dibattito pubblico della regolamentazione della prostituzione e non solo perché, come mi ha fatto notare un amico, Berlusconi ha commesso un clamoroso errore di valutazione concentrandosi sulle intercettazioni, quando proponendo di sistematizzare l'esercizio della prostituzione nell'ordinamento avrebbe risolto molti dei suoi problemi alla radice. Invece, per niente lungimirante, ha ipocritamente lanciato una battaglia contro le prostitute di strada, quelle che lui non frequenta. Ma di togliere le proibizioni su droga e prostituzione non c'è verso, le beghine come le Donazzan e i Giovanardi rischierebbero il trombo al solo ipotizzare cose del genere, se invece sono vietate vanno bene e non ci trovano niente di strano se il presdelcons si circonda di personaggi "poco raccomandabili" che quelle stesse leggi volute per combattere "il male" confinano tra i delinquenti. 

Valli a capire, di sicuro con una legge come ce ne sono in tutti i paesi d'Europa Berlusconi non avrebbe avuto bisogno d'affidarsi a papponi improvvisati e pronti a ricattarlo e avrebbe potuto sfogare le sue passioni ricorrendo a elenchi pubblicati liberamente o ai buoni uffici di un'agenzia specializzata, che per una modesta commissione avrebbe eseguito l'incarico senza pretendere altro. La vicenda di Berlusconi per questo è anche una potente conferma del fatto che la criminalizzazione e il proibizionismo spingono alla commissione di certi reati anche i cittadini che non sarebbero inclini a commetterli. I fanatici proibizionisti, i moralisti, i cantori della civiltà giudaico-cristiana s'oppongono al commercio delle carni e delle droghe e poi ci sguazzano, poi si scopre che in questo paese la classe dirigente portata al governo dalla destra è composta da maschi che tra una truffa e l'altra spendono cifre pazzesche per donne e droghe. Così diversi dagli stereotipi dietro i quali si nascondono, eppure così uguali tra loro da sembrare fatti con lo stampino. E diverse eppur uguali tra loro sono le donne della destra berlusconiana, quelle che sono riuscite a farsi largo tra una massa che rappresenta una parte rilevante delle donne italiane. Fedeli con il culto del leader, spesso a disagio per la vicinanza di altre adoranti poco compatibili, ma pronte a tutto per difendere il duce nel quale hanno riposto cieca fiducia e amore incondizionato


Differenze e similitudini che si ritrovano tra il composto silenzio del ministro Prestigiacomo, muta persino durante la campagna per i referendum su acqua e nucleare e l'esplosivo protagonismo di Daniela Santanché nello stesso periodo. Così diversi eppure tutti comportamenti volti a compiacere Silvio, in maniera diversa quanto simile a quello del ministro Gelmini o del ministro Meloni. Attivate a comando e subito riposte non appena si dimostrano, invariabilmente, al di sotto delle pur modeste aspettative. Le donne pubbliche del movimento berlusconiano devono essere carine e capaci di far sembrare intelligenti i colleghi maschi di governo, non facile. Non sono un campione rappresentativo nemmeno delle donne di destra, sono solo il risultato di una selezione che ha l'unico scopo di far ben figurare i colleghi maschi. Non dev'essere stata una selezione facile. Queste sono le donne in politica per la destra nel nostro paese, dall'assente Moratti fino all'ultima delle olgettine sono tutte state scelte da uomini come Berlusconi solo per fare figura e far numero, scelte tra quelle che si sono segnalate per devozione e disposizione a prostituirsi, materialmente o intellettualmente.

E queste sono le donne timorate di Dio che la Chiesa incoraggia e sostiene nel loro travaglio, come Gesù con la Maddalena. Fate che due omosessuali si bacino per strada e troverete decine di preti e principi della chiesa pronti a pronunciare stentoree condanne. Per non parlare della scarsa indulgenza della dottrina nei confronti dell'uso delle droghe o della sua teorica intolleranza per i rapporti sessuali extra-matrimoniali. La chiesa è vicina a queste donne che soffrono per i loro errori ed è vicina anche agli uomini che le fanno soffrire, come quelle che le spingono a prostituirsi ai margini della legalità creando "il mercato". Quelli che le offrono in cambio di una parte in una truffa allo stato come quelli che commettono numerosi reati per il benessere della loro sacra famiglia benedetta dal matrimonio e poi corrono a festeggiare con due piste e un'olgettina. 

 Ma la Chiesa è anche vicina a Silvio Berlusconi, forse troppo vicina per poter essere scambiata per qualcosa di diverso da una delle sue "amiche". Tace l'alto magistero morale di fronte alla distruzione del paese, come tace anche di fronte alla scandalosa condotta del premier. Tace in cambio di denari e privilegi, quelle a sostentamento della Chiesa sono le uniche spese dello stato mai colpite dai tagli alla spesa sociale, che sono stati il marchio dei governi Berlusconi. La chiesa di Roma, la Cei e i cardinali non hanno fatto mancare il loro sostegno al governo Berlusconi e il governo è stato generoso con la chiesa, non mancando d'intimidire il soglio romano con campagne di stampa mirate quanto esplicite nel suo stile, come il vergognoso linciaggio di Boffo o il "pensate ai vostri preti pedofili" che ogni tanto risuona dalle pagine de Il Giornale di Berlusconi.

Tanto è bastato e continua a bastare, la destra moralista è ammutolita e al più si sfoga con la Minetti o con la D'Addario di turno, mentre la Chiesa tace di quello stesso silenzio complice che l'ha vista indifferente persino all'abuso del rito sacro da parte del premier, quando ha preso la comunione per esibirsi a favor di telecamere nonostante la dottrina glielo proibisse in quanto divorziato. La Chiesa cattolica è elastica quando occorre e l'ipocrisia è una qualità che non l'è mai mancata, ma la cappa di silenzio che ha calato sul malcostume che sta travolgendo il governo vale più di mille parole e dimostra che da Ratzinger in giù, almeno fino al confine che separa la gerarchia dai preti di strada e di parrocchia, si è venduta a Berlusconi esattamente come tanti altri e altre. Lo stesso silenzio è calato sul presunto scandalo omessuale che ha visto coinvolti Balducci, un pezzo da novanta della cricca degli appalti ex gentiluomo del Papa, e componenti di un coro e seminaristi del Vaticano. Che evidentemente hanno capito che aria tira e scelto di seguire la via delle alte gerarchie.

Si è venduta nonostante il modello berlusconiano sia molto distante da quello cattolico e nonostante il progetto politico e culturale di Berlusconi, di stampo massonico-mafioso, abbia contribuito enormemente alla decadenza del cattolicesimo in Italia e allo sbandamento morale della destra che tradizionalmente guardava al Vaticano come a un faro nella notte. Quest'ottuso prostituirsi, questo vendersi assai poco lungimirante, ha legato la chiesa cattolica a doppio filo a Berlusconi. Non sarà quest'insana società a dannare il Vaticano, che in fondo è sopravvissuto alle complicità con Hitler, Mussolini e tutti i peggiori dittatori africani e sudamericani, ma questa appare più autolesionista di altre e sicuramente più atroci complicità che l'hanno preceduta nella storia. 

 

Niente nel fascismo e nel nazismo minacciava la visione del mondo offerta dalla chiesa come invece la minacciano e smentiscono il berlusconismo e la cultura che ha introdotto nella società italiana. Una cultura che impone valori nuovi, all'antitesi del cattolicesimo, anche di quello più light e che fa carne di porco proprio dei timorati di Dio, di quelli che rispettano le leggi e i comandamenti, come di ogni residua spiritualità o valore morale. Visto che nella religione berlusconiana dopo l'adorazione del capo conta solo fottere e fottere il più possibile, il prossimo come la prossima. Papa Ratzinger e i cardinali della Cei si sono venduti tutto questo e anche di più per un pugno di euro e qualche privilegio sparso, dimostrando ancora una volta di preferire una vita agiata alla scomoda testimonianza della coerenza e al martirio. Che non è una roba per papi, da che esiste il cattolicesimo al martirio ci vanno gli altri e i papi si limitano a passare all'incasso.

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