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L’orgia del potere

La locuzione “orgia del potere” non è stata, nella storia, solo una metafora.

Metafora e realtà sono andate spesso a braccetto, soprattutto nei periodi più bui della storia.

Dai tempi degli imperatori romani del basso impero (tra i quali non mancavano i pederasti) a quelli dei più abietti tra i “papa re”, come il sulfureo Rodrigo Borgia (Alessandro VI) coi suoi baccanali nelle sacre stanze descritti dal Burckard, per finire al Mussolini che nella Sala del Mappamondo di palazzo Venezia riceveva le sue amanti, il Palazzo si è spesso trasformato in un sordido lupanare.
 
Se c’è un elemento, dunque, che più di altri (ad esempio le critiche al Parlamento ed ai parlamentari di Berlusconi), dà l’idea di un regime in fieri è proprio quello di un capo che, inebriato da tanto potere e da tanto consenso, si sente ormai libero di dar sfogo persino alle sue smanie da vecchio sporcaccione, proprio come un “imperatore “ romano della decadenza (citazione letterale d’una moglie che non vuole passare per una complice Messalina), con le squallide barzellette da trivio, le veline candidate al parlamento europeo o raccomandate alla RAI, le galanterie piene di doppi sensi alle “sue” ministre (ma qualcuno sospetta che non si sia fermato a quelle), le feste in Sardegna affollate di minorenni (le Noemi di turno), il Tigellino-Fede che corre a mostrargli i “book” delle aspiranti cortigiane e tutto il resto….

Manca solo che il poeta di corte, il ministro Bondi, gli reciti i suoi carmi al suono della cetra come ai tempi di Nerone, mentre la “plebe” - per la quale vocaboli come responsabilità, serietà, coscienziosità, arricchimento interiore e culturale sono ormai sconosciuti - è ridotta allo stato brado di inerte e persino divertita spettatrice.
 
Chissà se un dì lontano, consumato fino in fondo questo ciclo storico di decadenza che oggi appare irreversibile, i nostri posteri vedranno finalmente l’alba d’un nuovo rinascimento.

Commenti all'articolo

  • Di Truman Burbank (---.---.---.148) 26 maggio 2009 15:43

    Non so perchè, ma mi torna in mente Pasolini con "Salò ò le 120 giornate di Sodoma".

    Forse Piazzale Loreto si avvicina.

  • Di gresci (---.---.---.2) 27 maggio 2009 10:06

    Lasciate perdere le forche, le abbiamo già usate e non sono servite a nulla, le forche non sono un sostitutivo del cervello.
    Quest’uomo è stato votato più volte, quindi non si può dire nemmeno che non sapevamo cosa ci aspettava, ce lo meritiamo. Teniamocelo, magari impariamo a reagire senza forche facili questa volta.

  • Di (---.---.---.79) 27 maggio 2009 11:35

    Berlusconi si appresta a vincere le elezioni europee, sia perché i suoi sostenitori - che lo difenderebbero anche se fosse sorpreso mentre assassina qualcuno – continueranno a votarlo, sia perché l’opposizione non ha nulla di concreto da proporre. Per di più vertici della opposizione non solo non si oppongono a Berlusconi, ma anzi lo sostengono da anni (nel febbraio del 2002 Moretti disse chiaro e tondo che “con questa classe dirigente non andremo mai da nessuna parte”), facendo di lui un gigante mentre in realtà è un uomo qualunque, messo lì dall’intreccio di poteri economico-finanziari occulti (P2) per impedire che dopo tangentopoli l’Italia si dotasse di un sistema politico realmente democratico.

     

    È una prospettiva deprimente perché Berlusconi è un incapace, e all’estero se ne sono resi conto da un pezzo. In Catalogna, ad esempio, le strade sono tappezzate da manifesti con il suo volto e la scritta “come possono farci uscire dalla crisi quelli che l’hanno provocata?”. In Finlandia il partito di centro Keskusta ha pubblicato un manifesto elettorale dal titolo “Berlusconi è contro la Finlandia”.

     

    Inoltre Berlusconi è malato, e non perché lo dice la moglie, ma perché in quindici anni da che è apparso sulla scena politica non è mai riuscito a rendersi credibile nemmeno ai suoi occhi, smentendo sé stesso un giorno dopo l’altro. Basta riandare con la memoria al fiume di sciocchezze che è riuscito a dire e fare nelle ultime due-tre settimane.

     

    È ipotizzabile che dopo le elezioni europee, Berlusconi si avvierà verso il tracollo.

    La crisi economica non si fermerà, ma lui continuerà a ripetere che si tratta di malevole voci messe in giro ad arte dalla “sinistra”, fino a fare imbufalire anche una parte del suo elettorato. Ha da poco vinto le elezioni regionali sia in Sardegna che in Abruzzo, ma è già riuscito a scontentare i sardi con il blocco dei lavori per il G8 a La Maddalena (lasciando opere incompiute e debiti insoluti) e ad avvilire gli abruzzesi con il suo patetico reality show tra le macerie a cui finora non è seguito nulla di concreto, ne mai seguirà. È anche probabile che il G8 a L’Aquila si trasformerà in un disastro d’immagine, se non peggio. Con la vicenda Noemi è riuscito a far meglio comprendere al mondo – che già ne era al corrente – di che pasta è fatto.

     

    In quindici anni Berlusconi non ha realizzato nulla. Ha però diviso gli italiani, preso di mira i morti di fame, portato al governo i fascisti, sbriciolato il sistema televisivo pubblico – che già prima non era un granché -, ridotto in poltiglia il cervello di larghe masse di popolazione con programmi spazzatura, per di più intervallati da blocchi di sei minuti di pubblicità (a volte sono anche di 10-11 minuti) ogni 18-20 minuti di programmazione, massacrato il sistema di informazione, ecc.

     

    Ora la popolazione è in larga misura rimbecillita, e il suo Pdl è saldamente al potere, ma Berlusconi – come Napoleone a Mosca – non sa bene che cosa fare perché nessuno sa come uscire dalla crisi internazionale, figuriamoci lui. Io sono convinto che Berlusconi cadrà entro la fine dell’anno (questa è solo la mia opinione, quindi non ha alcun valore); ma temo che, in assenza di una opposizione degna di tale nome, non sia da escludersi un tentativo di svolta autoritaria da parte di quelle forze occulte che lo hanno mantenuto al potere sinora.

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