L’inglese di Renzi in "Shish is the Word"

Il Renzi poliglotta che ha sfoggiato il suo inglese con fare british durante il "Digital Venice", l'incontro sulle politiche digitali che si è tenuto la settimana scorsa, non ha lasciato indifferente il mondo. Tutti sono stati colpiti dal fatto che il premier italiano abbia potuto tenere un discorso a braccio in inglese per quasi mezz'ora. Soprattutto perché il giovane rottamatore, veloce e gesticolante, non ha parlato propriamente in inglese ma in una lingua tutta sua, difficilmente comprensibile, ma senz'altro divertente.

Neanche il tempo di scendere dalla gondola, che sono spuntate le inevitabili parodie. Amiamo particolarmente questa, che potrebbe diventare il nuovo tormentone dell'estate (visto che tra l'altro il tormentone di quest'anno ancora non è uscito): Matteo Renzi in Shish is the word.

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Di (---.---.---.47) 20 luglio 2014 19:06

Basta parole >

Si sa che il GADGET serve a calamitare il favore del pubblico. Più ha i caratteri di “unicità” e più lievita l’appeal. L’effetto è comunque temporaneo. Il gadget non determina le qualità intrinseche del prodotto cercato che deve corrispondere alle esigenze/aspettative.

Lo stesso vale per le capacità comunicative di un soggetto politico. Il modo di rappresentare meriti/vantaggi di un possibile progetto di vita marca la differenza in termini di consenso. Il segreto è nel rendere “plausibile” la realizzazione di annunci/promesse. Equivale a offrire dei gadget.

Ma come in ogni spettacolo si arriva sempre all’ultimo atto. Da cui il pubblico trae il proprio giudizio. In politica si chiamano “risultati conseguiti”.

Risultati che devono corrispondere a quelle che sono le reali e più pressanti esigenze/aspettative. Tipo superare una crisi che pesa come Se fosse stagnazione …

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