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L’industria farmaceutica contro la ricerca

Affidereste il compito di scegliere il migliore ristorante d’Italia all’osteria sotto casa?

Ovviamente no, visto che ci sarebbe il rischio di trovare quest’osteria stessa come miglior ristorante italiano.

Un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono...

Allora perché affidare la ricerca farmaceutica all’industria farmaceutica?

Un’industria deve generare profitto per esistere e deve generarne molto per permettere al consiglio direttivo e ai vari soci o azionisti di maggioranza di guadagnare e molto anche. L’industria farmaceutica, nella fattispecie, è quella più redditizia ed è anche quella che vanta i manager più pagati.

Ora ditemi un solo motivo per cui tali persone, alla direzione di questi complessi industriali, debbano fare il bene comune?

Non c’è nemmeno una ragione, perchè essi non rappresentano un’associazione no proffit o di volontariato, essi rappresentano un gruppo di azionisti di maggioranza che pretendono un profitto. E tanto è maggiore questo profitto, tanto maggiore sarà il loro premio - ovviamente in denaro -.

Quindi per avere più profitti l’industria farmaceutica deve curare il malato e non guarirlo. E tanto più lunga è la cura, tanto più soldi entrano in cassa. Quindi, perchè la ricerca deve essere diretta da persone che tutto hanno per la testa tranne che guarire i propri clienti, cioè gli ammalati?

Ricordiamoci da quanti anni si parla di guerra al cancro e quanti soldi sono stati dati per la ricerca. Risultati in 30 anni? Solo una minore tossicità della chemio e basta.

E che dire dell’intenzione di creare un vaccino contro l’AIDS?

L’organizzazione mondiale della sanità stima che i casi accertati siano diminuiti del 10%, quindi sembrerebbe che questa "pestilenza" sia destinata a scomparire semplicemente con un’accurata informazione e la prevenzione. Però perché rinunciare ad un bacino di miliardi di potenziali clienti da vaccinare contro poche decine di milioni di infetti?


Lo stesso si può dire del vaccino antinfluenzale, vaccino che serve agli anziani e a chi ha problemi respiratori ma che è ampiamente consigliato (direi più reclamizzato) a tutti.

Così anche le persone sane e senza problemi possono pagare (ed ingrassare l’industria) per prendersi un vaccino praticamente inutile per la maggior parte della popolazione.

Di farmaci inutili o dannosi esistono liste lunghissime ed è bene ricordare che per lo studio di tali (non)rimedi sono stati spesi moltissimi soldi che vengono prelevati dalle nostre tasche sottoforma di tasse.

Se tali soldi venissero spesi "bene", molte malattie gravi sarebbere guaribili o si potrebbe garantire una curabilità migliore. Allora perchè non creare un’organo di ricerca statale completamente staccato dagli interessi delle lobby farmaceutiche?

Magari con un comitato di controllo composto anche da normali cittadini(è bene ricordare che non siamo stupidi e che con la dovuta pazienza possiamo imparare i rudimenti di tale materia in modo da saperne qualcosa), il quale monitorerà tutto quello che riguarda la ricerca farmacologica.

All’industria farmaceutica il compito di produrre ma non di ricercare, in modo da avere risultati e non placebo.

Forse è questo il sistema migliore, chissà?


Una cosa è sicura, le medicine più efficaci sono state create quando i ricercatori svolgevano il proprio lavoro in maniera indipendente e non inquadrati da un’industria sempre più avida.

Speriamo in un futuro migliore ma nell’attesa prevenire e meglio che curare, quindi qualche minuto dedicato alla conoscenza delle malattie e della provenzione e sicuramente tempo ben speso.

In tutti i sensi....

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.19) 17 gennaio 2009 23:01

    Peccato che il reporter abbia dimenticato che nessun istituto statale ,sia quelli delle regimi totalitari che quelli democratici ( quante cure originali ha scoperto il tanto reclamizzato Mario Negri ?), abbia mai prodotto un farmaco o un vaccino o una cura originale....
    Le industrie private per loro caratteristica devono generare utili o alla lunga falliranno! Perchè questo è considerato scandaloso per le aziende che operano in Sanità?
    Il reporter non mi sembra affrontare con approfondimento un tema che ben altra serietà di riflessioni ed indagine avrebbe meritato

    • Di pint74 (---.---.---.212) 18 gennaio 2009 09:38
      pint74

      Non è così facile produrre un farmaco e commercializzarlo.
      I protocolli per fare questo sono lunghi e molto complessi,gestibili solo da chi ha forti somme di denaro per portare avanti la ricerca e tutto l’iter che ne consegue.
      Inoltre,come nel caso DiBella,si è ostacolati in ogni modo.
      Vi è ancora un fascicolo aperto dal procuratore di Torino Guariniello riguardo all’inquinamento dei composti chimici usati per cercare di far approvare il protocollo DiBella.
      Il fatto che l’industria debba generare profitto per sopravvivere è indubbiamentre vero ma è proprio questo il punto.
      Anche la ricerca deve dare profitto e quindi verranno scartati a priori tutti i metodi di cura che non producono quadagno anche se efficaci.
      L’industria deve produrre ma non mettere le mani in una cosa delicata come la ricerca che deve essere affidata a chi non ha interessi economici che la dirottino a ricercare la molecola X che è più reditizia e tralasciando altre strade che magari sono più efficaci in nome del denaro.

  • Di (---.---.---.13) 25 ottobre 2009 13:53

    Completamente d’accordo con l’articolo!

    Considerate ad esempio che la cura più efficace e con minori controindicazioni contro il diabete mellito tipo 2 è il testosterone. In ambito scientifico è risaputo che la carenza di questo importantissimo ormone può facilmente causare diabete, avete mai sentito questo in una trasmissione televisiva o dal vostro medico di fiducia? No!

    E’ ovvio che una iniezione al mese di testosterone è molto meno conveniente (per le case farmaceutiche) di molte pasticche al giorno di medicinali scarsamente efficaci e ricchi di effetti collaterali. Inoltre prendendo testosterone si evitano altre malattie invalidanti come osteoporosi, demenza, impotenza, ansia (in parte), depressione (in parte), malattie infettive...

    D’altronde è chiaro che le case farmaceutiche non fanno beneficenza ma fanno quello che devono fare per sopravvivere: produrre il massimo profitto possibile! Lo Stato dovrebbe limitare questo fenomeno per il bene comune!

    Per quanto riguarda i medicinali inutili e dannosi l’elenco è lunghissimo ma l’esempio più eclatante sono i corticosteroidi che non curano nessuno malattia (al massimo alleviano il sintomo dell’infiammazione, ma nel lungo periodo la aumentano) ma causano diabete mellito, osteoporosi, demenza, ansia, depressione, ipertensione, impotenza, retinopatie, colite, gastrite...

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