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 Home page > Attualità > Società > L’indifferenza di Equitalia verso i suicidi degli imprenditori

L’indifferenza di Equitalia verso i suicidi degli imprenditori

C’è chi la crisi la paga una, due, tre, infinite volte. È il caso di Tiziana Marrone. Il marito, Giuseppe Campaniello, il 28 marzo del 2012 si diede fuoco davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di Bologna. Dopo nove giorni di agonia, con un corpo completamente carbonizzato, l’uomo morì. 

Il suo debito con lo Stato è stato pagato con la vita. Le cartelle di Equitalia sono un macigno pesantissimo, frustrazione e impotenza si impossessano della tua mente e possono portare al compimento di un gesto estremo. Ad Equitalia o all’Agenzia delle Entrate non importa se da tre, quattro, cinque mesi e più, la tua azienda è in difficoltà perché chi ha la facoltà di gestire, influenzare i mercati ha evidentemente sbagliato, trascinando il Paese sul lastrico con una pressione fiscale pari al 60/70 per cento.

 

I cosiddetti autonomi, anche se non lavorano, non guadagnano i contributi, devono versarli: l’Iva, l’Irap, l’Irpef sono tutte tasse da pagare. Il 28 marzo tutte le istituzioni bolognesi si sono fatte pubblicità, hanno detto la loro, Tiziana lo ricorda perfettamente: «Bisogna fare qualcosa per questa donna, perché è rimasta sola». Ma oggi si sente abbandonata a se stessa. Equitalia pretende che qualcuno saldi il conto di chi non c’è più.

«Dovrei pagare io per qualcosa che non ho fatto. La comunione dei beni dovrebbe valere fino a quando entrambi i coniugi sono vivi. Inoltre nel mio caso, non ero a conoscenza della situazione debitoria di mio marito, nessuno mi ha informata. Rischio che mi venga tolto tutto e non è giusto questo. Se io fossi stata messa al corrente probabilmente oggi lui sarebbe vicino a me per discutere come trovare una soluzione. Lo Stato sta pensando ai propri interessi, non a quelli dei cittadini, ci ha abbandonato, noi avremmo bisogno di essere ascoltati, ma lui non c’è. Oltre un suicidio ci sono delle persone, dei figli, delle vedove senza lavoro, di chi resta non importa a nessuno. Io non ho un impiego, sono stata in Camera del Lavoro dove nel modulo che mi hanno fatto riempire ho espresso le mie esigenze di un impiego sicuro per poter sopravvivere, mi è stato risposto che il posto fisso non esiste più.

Qualcuno potrebbe domandarsi: “Allora è stata trovata una soluzione temporanea?”. Nemmeno quella. Mi sono rivolta per un sussidio al comune di Ozzano Dell’Emilia, la risposta è stata: “Signora lei è fortunata perché ha una famiglia e un tetto sulla testa, ci sono persone messe peggio di lei ed hanno la priorità”. Ma oggi rischio di perdere anche quel tetto, perché quando con il mio avvocato sono andata a parlare con un funzionario di Equitalia, non hanno avuto nessuna comprensione. Ti fanno una violenza psicologica, ti dicono che devi pagare, ma come potrei estinguere il debito di mio marito, se non trovo lavoro? Ma lo capisce lo Stato che le persone di 50 anni non le vuole assumere nessuno?»

Questa è la condizione di molti italiani, di contro i manager pubblici italiani sono quelli più pagati, Mastrapasqua, Presidente dell’Inps e Vicepresidente di Equitalia, lo chiamano mister un milione di euro; è davvero necessario far uscire dalle casse dello Stato centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici per pagare queste persone? Applicando una vera spending review ai loro stipendi, non si potrebbe costituire un fondo per far fronte all’insolvenza di chi non ce la fa a pagare per motivi concreti, oggettivi?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.214) 30 novembre 2013 12:10

    Ma la comunione dei beni non si esaurisce alla morte? Si parla di quella o eredità in questo articolo, non ho capito bene. Perché in caso di eredità, purtroppo, si ereditano anche i debiti, credo, ma penso si possa rinunciare alla stessa.


    Al di là del particolare giuridico che non ho capito per niente, che triste storia. Solidarietà a questa povera donna, rimasta davvero sola.


  • Di (---.---.---.155) 30 novembre 2013 20:12

    "ad Equitalia o all’Agenzia delle Entrate non importa...omissis": io credo che non sia il caso di parlare di Equitalia e dell’Agenzia della Entrate come se fossero persone fisiche.
    E nemmeno di parlare dei loro massimi dirigenti come se si avesse a che fare con dei gabellieri medievali, incaricati di spremere il volgo per conto dei loro feudatari.
    Questi non fanno altro che riscuotere le tasse decise dai loro mandanti, cioè i nostri cari politici e governanti, che sono mossi solo da due interessi: il proprio tornaconto e la volontà di non spiacere ai loro padroni europei, cui importa poco e punto del nostro destino (Grecia docet).
    E’ al momento del voto che bisogna dar corpo alla propria indignazione e sperare che tanti altri facciano lo stesso, senza cedere al tirare a campare e all’io speriamo che me la cavo.


  • Di (---.---.---.228) 7 dicembre 2013 23:19

    Funzionario dell’Agenzia delle Entrate pretende il pagamento di una tassa inesistente

    Vi racconto la mia odissea con l’Agenzia delle Entrate, è di interesse collettivo, poiché ogni qualvolta inviano una richiesta di pagamento, chiunque potrebbe avere l’amara sorpresa di pagare la tassa che non c’è a causa di informazioni false, pur sapendo che sono false

    La mia ultima busta paga del 31/12/2008, alle dipendenze dello stabilimento di laterizi Ala Fantini di Montemesola (Taranto) del Gruppo Fantini di Lucera (Foggia), è ingrossata di cifre in modo disordinato, magicamente però tutti questi numeri spariscono e non corrispondono al netto da percepire, infatti ricevo solamente € 3.126, pur tenendo conto della mensilità di dicembre, assegni familiari, lavoro straordinario, ferie non godute, 3 anni e 2 mesi di TFR dal 03/11/2005.

    Pertanto, dopo svariate insistenze, avvio un procedimento legale contro tale azienda per chiedere il risarcimento degli emolumenti “reali” spettanti.

    Premetto che ho lavorato già precedentemente con l’Ala Fantini, con un intervallo di 4 mesi e che il TFR del precedente rapporto di lavoro mi fu regolarmente tassato, e questo particolare della nuova assunzione è stata la causa di una parte del disordine in busta paga, poiché sono stati riproposti i Dati del TFR del precedente rapporto di lavoro, peraltro in modo confuso e senza incasso effettivo, e quindi l’Agenzia delle Entrate di Taranto mi ha chiesto la riscossione di € 2.897 di tasse relative ad esso.

    Inoltre, tale azienda, si è appropriata indebitamente della somma di € 5.000, formalizzando falsamente in busta con la voce “restituzione dipendente”, come per stare a significare che in precedenza ho acquisito un prestito. In realtà non mai chiesto prestiti aziendali, né tantomeno ottenuti.

    Mi sono recato ben quattro volte nell’Agenzia delle Entrate di Taranto, ogni volta hanno mostrato un vistoso disorientamento nel ricercare la causa di tale anomalia e infine per rispondermi, il direttore ha rimediato con un secco “è evidente che i Dati che ci ha fornito questa ditta sono falsi, ma noi abbiamo questi Dati, quindi paghi". Oltre al danno di essere stato derubato dal mio ex datore di lavoro, anche la beffa.

    Venerdì 27 luglio 2012 mi sono recato nella sede del Gruppo Fantini di Lucera (Foggia) via san Rocco 45, per provare ancora una vola a discutere le incongruenze della mia busta paga direttamente con chi a suo tempo l’ha elaborata, il direttore amministrativo in persona, e nonostante le mie proteste mi ha riconfermato che la busta paga è a posto.

    I 30 giorni utili per il pagamento sono scaduti il 03/08/2012 e non ho assolutamente intenzione di pagare “la tassa che non c’è”.

    Considerazioni:

    • In busta paga c’è una serie di voci TFR in apparenza figurative ed in conflitto con la matematica e la data di assunzione, messe a caso nella colonna delle competenze che non vanno a sommarsi nel Totale Competenze. Per cui mi chiedo che criteri usa l’Agenzia delle Entrate per avvalorare un presunto reddito in realtà mai incassato? nonostante che anche la documentazione da me portata in visione prova che non è possibile.

    • I Dati falsi forniti dall’azienda Ala Fantini all’Agenzia delle Entrate sono considerati conformi, quindi secondo tale agenzia sarebbe regolare se ciò avvenisse sistematicamente con 15 milioni di dipendenti in Italia, se va bene per uno.. dimostra che va bene per tutti.

    • Se all’Agenzia delle Entrate sono incapaci a respingere al mittente l’immondizia che gli giunge, o perché sono scarsi e non sanno usare gli strumenti che hanno a disposizione o perché sono pigri.. come si può contrastare l’evasione fiscale? poiché è possibile anche consegnar loro informazioni in malafede, tanto poi nessuno chiederà conto se sono autentiche.

    • Ma non è un reato "falso ideologico" se un pubblico ufficiale procede nonostante la consapevolezza del contenuto non veritiero di un documento anche se redatto da secondi? (riferimento ai Dati inviati dal Gruppo Fantini di Lucera all’Agenzia delle Entrate di Taranto, fasulli ma considerati a norma da questi ultimi).

    • E’ da riflettere che un imbecille, solo un demente può fare una busta paga in queste condizioni e a perseverare che è tutto normale, riesce ad intasare il lavoro e a trascinarsi dietro due importanti apparati statali (Giustizia e Fisco), senza che nessuno gli abbia chiesto una rettifica dei Dati prima ancora di far danni.

    • Il dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Taranto, a cui mi sono rivolto ufficialmente con una lettera di presentazione e reclamo, mi ha ingannato; la documentazione: cud 2005 e 2008, buste paga, lettera di licenziamento e assunzione, estratto contributivo inps ecc., che mi ha personalmente chiesto e fatti protocollare per ricostruire e correggere i Dati in loro possesso, a conclusione degli accertamenti non li ha più ritenuti validi sebbene provano che il contenuto di quel documento è falso. Non capisco per quale motivo me li abbia chiesti, visto che non sono serviti a nulla.. si poteva almeno risparmiare di chiedermeli. Mi pareva più un estorsore che un esattore.

    • Dopo aver manifestato il mio disappunto con l’Agenzia delle Entrate di Taranto, mi sono recato nella sede aziendale a Lucera e prima di discutere del problema con il direttore amministrativo, ho chiesto un incontro con la Proprietà in persona, ma ha rifiutato di ricevermi.. pertanto tra il non far niente e ciò che è nelle mie limitate possibilità ho optato per il web, poiché la facoltà di trovare la “soluzione” l’hanno rimandata al sottoscritto, l’unico tra le parti a non avere nessun potere decisionale.

    Stiamo parlando della più grande azienda italiana che produce laterizi, per cui avrebbero avuto sicuramente interesse ad evitare un danno d’immagine per poche migliaia di euro, poiché li ho avvertiti che sarebbe finito tutto online, compreso il filmato che immortala la bonifica dell’amianto fatta in modo illegale nello stabilimento di laterizi di Montemesola. Avvisato delle mie intenzioni anche il mio interlocutore, il dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Taranto.

    • Per obbligare poi gli uffici di Taranto a svolgere semplicemente il loro misero compito di rivolgersi direttamente all’azienda e non al sottoscritto, ho dovuto protestare e scomodare ministeri e uffici generali; mi hanno risposto, affermando l’impegno a risolvere la questione ed ho ricevuto "per conoscenza" la lettera di sollecito per tale azienda a inviare nuovamente il mio carteggio fiscale senza errori, e ancora oggi sono in a

    Metto online il video dell’amianto bonificato illegalmente, contro la spettabile ditta Ala Fantini di Lucera, perché, per lucrare i miei €10.000, è stata favorita dalla stupidità del proprio direttore amministrativo, e non è stato un errore in buona fede poiché insiste che la busta è a posto nonostante l’evidenza e i problemi con l’Agenzia delle Entrate, quindi faccio in modo che non si concretizzi uno strampalato proverbio “la stupidità premia”, per cui cerco di rovesciare questa condizione, sperando che tenerli sotto pressione possa convincerli a restituirmi il maltolto ed a mettersi in regola con l’Agenzia delle Entratettesa degli eventi <?xml:namespace prefix o ns "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p></span></font></font></p><font size="3" face="Times New Roman">

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  • Di (---.---.---.170) 9 gennaio 2014 14:09
    I problemi degli italiani coi debiti continuano a crescere nonostante i media non diano più questa grande importanza al fenomeno dell’indebitamento. Perché? Eppure ci sono tantissime società per cercare di risolvere la situazione... http://www.debitionline.it

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