• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > L’eutanasia dimenticata

L’eutanasia dimenticata

Il tema è molto vecchio ma non per questo tale da accantonare quelle lotte fatte, quelle pagine scritte, quei migliaia di commenti media e tv, si tratta della nostra vita o meglio una non vita: l'eutanasia ed il diritto di una scelta. La Consulta aveva rinviato al parlamento alcuni anni fa e nel termine di un anno le decisioni per un diritto di scelta oggi non concesso benché in altre Nazioni sancito da molti anni. Il diritto di scelta di un fine vita, per quei malati terminali o tenuti artificialmente in vita non è ancora realtà. Tali norme attuali sul tema in oggetto impongono il rispetto di quelle condizioni che la tutela della vita umana è un diritto inviolabile ed indisponibile anche nella fase terminale dell'esistenza e quindi al divieto di eutanasia e assistenza al suicidio anche se tale fosse stato espressamente chiesto per volontà diretta.

Il referendum non è passato tutto torna alla politica che deve legiferare sul tema cosa non gradita come sappiamo. Quel diritto alla vita a tutti costi deciso da altri per noi non pone alternative per la scelta di un diritto altrettanto legittimo di non restare aggrappati a quelle macchine che tengano in vita artificialmente quei nostri organi vitali. Vogliamo rispettare chi la pensa diversamente da quanto scriviamo come quella Chiesa Cattolica che ha sempre predicato per una vita che non ci appartiene e nello stesso rispetto replichiamo per quella vita che non è più tale a nostro avviso, non vogliamo quell'imposizione che ci priva di un altrettanto diritto subordinato solo alla nostra ragione e coscienza e di quella di chi ci è accanto in quei particolari momenti, ossia il diritto alla morte.Il diritto ad una fine sofferenza causta da un irreversibilita,costretta ad una lenta agonia in attesa che la fine sopravvenga.

Il diritto alla non sofferenza spirituale e fisica, il diritto anche al non dolore di chi ci sta vicino. Quel diritto negato che nessuna legge potrà imporrre in tale senso esiste solo in chi ha ancora quella forza mentale e fisica di farlo personalmente. Ovvero se io ho la forza di staccare da quella presa la spina che alimenta la mia non piu vita nessuno potra' impedirmelo. Nessuna legge potrà perseguire un tale gesto dopo la fine di quella vita o pseudotale che ci obbliga al rispetto di tali leggi. La chiesa stabilisce peccato una scelta di un fine vita terapeutico come sono per la chiesa peccato tante situazioni che riguardano la nostra coscienza la nostra ragione il nostro modo di vedere. Molte situazioni specifiche del tema in oggetto per essere capite dovrebbero far parte del nostro vissuto o della nostra conoscenza diretta a casi del genere, il dolore tante volte non può essere compreso se non da chi ha provato o è stato partecipe di quello stesso dolore. Chi scrive ha provato partecipe di quel dolore con sua madre autostaccattasi l'ossigeno in clinica da sola in semicoma e indicando no con la testa.

Quel motivo di sofferenza spirituale provocato da una realtà ineluttabile che colpisce e condiziona duramente il corso della vita è dolore, ed è piu forte di quel dolore fisico. Quegli insegnamenti religiosi fondati in "quod pugnat malis et doloris" e contrari a tali decisioni per un diritto di scelta dovrebbero considerare quelle sofferenze e quei dolori in tutti i sensi per chi non può decidere, per chi sta vicino in quelle situazioni non più considerate vita biologica. Ringraziamo il buon Dio che ci ha dato questa vita ma questi non può essere il padrone della nostra vita come noi non siamo i padroni della vita dei nostri figli. Quella miserere necessaria, ovvero l'aver pietà ed aver compassione, non potrà essere attuata se non con molte difficoltà solo da quella scienza che ha deciso in tale senso. Si fa cosi per umanità non certo malvagità per porre fine ad una agonia anche per gli animali. Porre fine ad un agonia non è un peccato ma un atto d'amore capiamolo tutti il peccato sarebbe obbligare ad una scelta fatta da altri. Antonello Laiso

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità