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L’effetto dell’obbligo vaccinale sulle somministrazioni di prime dosi

Dopo l’annuncio dell’obbligo vaccinale per gli over 50 c’è stato effettivamente un aumento delle somministrazioni di prime dosi.

Il 5 gennaio il governo guidato da Mario Draghi ha annunciato che chi ha almeno 50 anni sarà obbligato a vaccinarsi contro il coronavirus, con i controlli che inizieranno a partire da febbraio e una multa una tantum di 100 euro. 

Dal 15 febbraio, quindi, i datori di lavoro dovranno controllare che i propri dipendenti sopra i 50 anni abbiano il green pass “rafforzato” ottenuto tramite vaccino o guarigione. Chi non lo avrà sarà considerato assente ingiustificato e chi si recherà sul posto di lavoro senza esserne provvisto rischierà una sanzione compresa tra i 600 e i 1.500 euro. 

Aumentano le somministrazioni

Stringendo il cerchio intorno ai no-vax, questa misura ha portato a un aumento delle vaccinazioni? Effettivamente, a seguito dell’annuncio del governo si è visto subito un aumento delle somministrazioni di prime dosi in tutte le fasce di età, in particolare proprio negli over 50. Per vedere meglio l’effetto abbiamo aggregato i dati delle prime dosi in tre fasce d’età: 5-11 anni, 12-49 anni e over 50. 

Un aumento delle prime dosi era in ogni caso atteso, perché in occasione delle festività di Natale e Capodanno si era registrato un forte calo dovuto al fatto che a metà dicembre erano partite le somministrazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, che fino ad allora non potevano vaccinarsi.

A seguito dell’annuncio del governo, però, si vede come le somministrazioni tra gli over 50 aumentino significativamente, passando da una media di 5.600 a una di 19.300, mentre quelle tra i 12 e i 49 anni passano da una media di 13.300 a una di 20.500. In dieci giorni, quindi, le somministrazioni tra gli over 50 sono cresciute del 240% mentre quelle dei 12-49enni sono aumentate del 55%. La differenza tra i due dati è probabilmente da attribuire all’obbligo vaccinale e all’introduzione del super green pass per lavorare per gli over 50. Va anche considerato che gli over 50 hanno un tasso di vaccinazione maggiore dei 12-49enni e che quindi l’aumento è ancora più significativo. 

Del resto, per trovare un dato di somministrazioni giornaliere tra gli over 50 più alto di quello degli ultimi giorni bisogna risalire a inizio settembre, quando si era già in una fase calante, mentre per i 12-49enni basta risalire a inizio dicembre. 

L’aumento delle somministrazioni tra gli over 50 si vede in tutte le regioni, ma è particolarmente forte in Liguria e Piemonte, dove hanno superato le altre due fasce di età, ma anche nelle Marche, in Sardegna e in Sicilia. Le differenze tra regioni possono anche dipendere da come sono state organizzate le prenotazioni e dal fatto che alcune regioni permettono l’accesso diretto agli hub, mentre alcune no o con regole diverse. 

 

 

Perché è importante vaccinarsi

I vaccini contro la Covid-19 riescono a prevenire la maggioranza delle forme gravi della malattia: una persona completamente vaccinata tra i 60 e i 79 anni, ad esempio, ha il 92% di probabilità in meno di essere ospedalizzata, il 96% in meno di essere ricoverata in terapia intensiva e il 96% in meno di morire rispetto a una persona della stessa età non vaccinata. 

Dopo i quattro mesi con la somministrazione della terza dose, o dose booster, si vede che la protezione sale ulteriormente. I dati che arrivano dal Regno Unito mostrano inoltre come la dose addizionale sia in grado di alzare rapidamente la protezione, annullando gli effetti del calo dell’immunità che si vedono alcuni mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale. 

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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