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L’arresto di Azyz Amami e le violenze della nuova Tunisia

Si stanno moltiplicando sul web e nelle colonne dei quotidiani le prese di posizione a favore della scarcerazione di Azyz Amami, il blogger tunisino arrestato due giorni fa dalla polizia di La Goulette, cittadina portuale a una decina di chilometri da Tunisi. L'accusa ufficiale di cui il giovane è accusato è consumo di sostanze stupefacenti, considerato reato tanto dal regime di Ben Ali quanto dal nuovo governo, ma è evidente a tutti che in realtà si tratti di un arresto a sfondo politico.

Il fermo di quello che nel corso della primavera araba è stato uno dei più attivi reporter degli sconvolgimenti politici e delle manifestazioni di piazza ha sconvolto molti, sia in Tunisia sia in Europa, e attestati di solidarietà e appelli per la liberazione sono già iniziati ad arrivare. Tra i più accorati quello di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese con il quale, nei giorni della rivoluzione, Amami aveva intessuto un intenso scambio di lettere aperte.

Il padre dell'arrestato ha raccontato in un'intervista le vicissitudini dell'arrivo della polizia a casa: "Sono entrati all'improvviso ed hanno iniziato a picchiare mio figlio, che non opponeva nessuna resistenza. Ora ho spedito lettere al Procuratore della Repubblica ed al capo della polizia di Cartagine per richiedere dei referti medici sulle condizioni di Azyz, in modo da poter attacare per vie giudiziarie gli aggressori di mio figlio".

Le violenze in Tunisia non sono finite con la deposizione del vecchio dittatore; anzi è inizata una serie di regolamenti di conti contro chi si era esposto ed aveva fatto nomi. Azyz Amami in particolare sin dai primi giorni della Rivoluzione ha sempre indicato come due dei pilastri del regime la complicità e la corruzione degli organi giudiziari e della polizia. L'accusa di consumo di droghe risulta evidentemente il pretesto per arrestare e vendicarsi di una voce che era riuscita a farsi sentire anche fuori dal paese.

Ironia della sorte proprio a casi di arresti del genere si era dedicato Amami negli ultimi anni. Nella Tunisia di oggi le forze dell'ordine agiscono in modo spregiudicato ed appariscente contro chi si oppone o ha preso posizioni critiche nei loro confronti. Il 26 settembre 2013 la polizia è arrivata ad arrestare nel bel mezzo di un concerto dei due rapper Klay BBJ e Weld El15, ben noti in tutto il paese e conosciutissimi dai giovani, senza risparmiarsi pugni e atteggiamenti aggressivi.

Ancor più incredibile la storia di Saiber Miraihi che nel 2011 aveva documentato con un video gli attacchi degli agenti nei confronti della popolazione del suo quartiere. Per questo e per i commenti contro l'azione delle forze dell'ordine, il reporter si è fatto un anno e un mese dietro le sbarre, senza nessuna accusa a lui ufficialmente imputata; periodo di detenzione finito solo dopo le proteste di piazza dei tunisini in favore di Saiber. 

 

Foto: Andrè Gunthert/Flickr

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