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 Home page > Tribuna Libera > L’Unità e l’ultima cantonata

L’Unità e l’ultima cantonata

Ieri, 30 settembre, notiziona letta su l’Unità.it a firma di non-si-sa-chi.

Titolo: “Turchia, via il velo alle donne dipendenti pubbliche”.

Occhiello: “Ecco la prima "apertura" il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha reso noto. Fa parte del pacchetto «democratizzazione» annunciato per oggi”.

 

Testo: “Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l'abolizione del divieto di portare il velo islamico all'interno delle istituzioni pubbliche, nell'ambito di un ampio pacchetto di «democratizzazione» che ha annunciato oggi e atteso da giorni”...

Sgrammaticature a parte, qualsiasi decerebrato è in grado di leggere (e quindi perfino - udite, udite - di capire) che se in Turchia è stato abolito il divieto di portare il velo, il significato reale è che nelle istituzioni pubbliche turche le donne islamiche potranno portare il velo che è, fino a prova contraria, una manifestazione di appartenenza religiosa. È ovvio che le donne "laiche" - che in Turchia ci sono e non sono poche - saranno ben visibili e indicate a dito dagli islamisti. Da qui a passare per delle poco di buono potrebbe essere solo un passo. Un piccolo passo ulteriore verso una teocrazia invadente e intollerante.

Questa è la "democratizzazione" portata avanti dal governo islamico di Erdogan: la netta separazione tra Religione e Stato voluta da Kemal Ataturk oltre un secolo fa si sta sgretolando poco a poco, così come era nel progetto politico del partito di Erdogan.

Ma questi sono, in fin dei conti, affari dei turchi; problemi loro.

L’Unità invece, che non se ne accorge e straparla, è un problema nostro. È bastato che nel testo comparisse la parola “democratizzazione” e i baldanzosi redattori si sono precipitati a comporre un titolone "liberal": via il velo alle dipendenti pubbliche.

Peccato che sia esattamente il contrario. Che poi, voglio dire, se uno conosce un po' Erdogan lo dovrebbe capire al volo che qualcosa non torna nel discorso "liberalizzante".

E i commenti sono all’altezza: “contrordine compagni...”; poi c'è anche di peggio.

Che nella sinistra italiana le menti siano offuscate da una fittissima nebbia è noto ormai da tempo. E che nel giornale fondato da Gramsci ci sia da fare un grande, grandissimo lavoro di ricominciamentodacapo ("rinascita" e "rifondazione" purtroppo sono tutti termini già usati, e ampiamente a sproposito) è dimostrato anche dalle sconfortanti cantonate come questa.

Nel frattempo, in attesa di novità, povera sinistra, povera Italia e poveri noi. E ho sbattuto la porta, scandalizzato.

Poi, dopo un po', ho pensato che, insomma, la povera Unità ha un bel problema da risolvere se un turco che vuole velare le donne lo prende per uno che le vuole liberare; lucciole per lanterne. E che non si butta via una storia per una confusione mentale probabilmente causata da altri.

Speriamo che sia l'ultima cantonata e che domani sia davvero sia un altro giorno, con la partenza del direttore Claudio Sardo, ex direttore del mensile delle ACLI (quello che, profondamente entusiasta, qualche giorno fa ha titolato un suo fondo "La rivoluzione di Francesco" parlando dell'intervista del Papa a Civiltà Cattolica in cui di rivoluzionario non c'è proprio niente).

Forse un po' d'aria nuova schiarirà anche la mente confusa del giornale fondato da Gramsci novant'anni fa. Magari aria un po' meno beghina, per cominciare.

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.223) 1 ottobre 2013 10:22

    Questi pennivendoli producono carta igienica di pessima qualità ed a caro prezzo. Il tutto, naturalmente, in modo democratico.

  • Di (---.---.---.34) 1 ottobre 2013 10:46

    Scribacchini incapaci di qualunque forma di elaborazione delle veline.

  • Di (---.---.---.153) 1 ottobre 2013 11:13

    Buon giorno sign. Fabio, mi spiega come mai cerca sempre di minimizzare il processo evolutivo che la chiesa , dopo tutte le resistenze interne, cerca di portare avanti?
    Lualdi Emanuele

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 1 ottobre 2013 11:36
      Fabio Della Pergola

      Buongiorno sig. Emanuele, vedo che segue con attenzione i miei articoli. Mi fa piacere.

      Le dirò, non cerco di minimizzare gli avvenimenti interni della Chiesa, di cui non mi occuperei minimamente se fossero cose, appunto, interne a quello che ritengo essere un semplice club privato. Me ne occupo in quanto le ricadute sociali e culturali del processo in corso mi riguardano in prima persona in quanto cittadino di questo Stato. Cittadino profondamente, consapevolmente e orgogliosamente ateo; non so se si era capito.

      E, dal momento che non ritengo si tratti di un processo evolutivo, ma di una marchiana operazione di marketing fatta di infingimenti ed ipocrisie (ha per caso letto da qualche parte che il Papa autorizza le donne ad abortire, gli omosessuali a sposarsi, i morituri sofferenti a staccare la spina con un sospiro di sollievo, i giovani a usare il preservativo per godersi un gioioso amplesso senza tema di gravidanze non desiderate o, ancora, che dia il suo assenso al sacerdozio femminile, al matrimonio degli ecclesiastici e così via ? No, vero ?) ritengo che le ricadute sociali e culturali di questa ipocrisia senza confini ed estremamente invasiva (solo oggi Repubblica dedica la bellezza di quattro pagine intere al signor Bergoglio) possano essere profondamente dannose per i processi evolutivi di questo paese. A cui tengo non fosse altro che per il fatto di viverci.

      Non so se sono stato abbastanza chiaro; se vuole posso essere anche più esplicito.
      Un caro saluto.

      FDP

  • Di Persio Flacco (---.---.---.160) 1 ottobre 2013 12:06

    Se abolire il divieto del velo negli uffici pubblici corrisponde alla volontà della maggioranza dei cittadini turchi allora quello del governo Erdogan è nella sostanza un atto di democratizzazione.Purché tuteli il diritto della minoranza di non portarlo.

    Personalmente preferirei che la Turchia conservasse la sua eredità laica, ma non sta me dire ai turchi cosa è meglio per loro.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 1 ottobre 2013 13:08
      Fabio Della Pergola

      Naturalmente la questione, come ho scritto, riguarda i turchi. Sono le cantonate dell’Unità che, casomai, riguardano noi.

      Ma l’idea che democrazia significhi adottare negli spazi pubblici istituzionali la volontà religiosa della maggioranza non è condivisibile. E’ la stessa storia della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche o nei tribunali italiani. Il simbolo di appartenenza religiosa di una maggioranza (che nessuno in realtà può quantificare perché non esiste un conteggio verificabile di chi dichiara di appartenere a una religione) va escluso dalle istituzioni oppure TUTTI i simboli religiosi, anche quelli dei pastafariani, o anche dei non religiosi, dovrebbero avere il loro spazio.

      Se non è così siamo di fronte alla dittatura della maggioranza, non in una democrazia.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 1 ottobre 2013 13:09
      Fabio Della Pergola

      Nel frattempo prendiamo nota che l’articolo con il suo bel titolo è tuttora lì a far bella mostra di sé sul sito www.unita.it

    • Di Persio Flacco (---.---.---.219) 2 ottobre 2013 22:02

      Non replico perché la definizione di “commento” è molto diversa da quella di “dibattito".
      Pazienza, passerò il tempo stilando un elenco dei suoi obiettivi preferiti:
      - la definizione "razionalista" (o comunque non fagioliana) di essere umano;
      - la Chiesa Cattolica;
      - l’Unità;
      - Erdogan, in quanto islamico e anti-kemalista.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 3 ottobre 2013 03:05
      Fabio Della Pergola

      Interessante; non ha niente di meglio da fare che fare un elenco dei miei interessi. Un po’ mi ricorda “La vita degli altri” .

      A presto.

  • Di (---.---.---.20) 1 ottobre 2013 14:13

    Quello che invece solitamente non leggete sull’Unità

    Come un ex parlamentare ex governatrice di regione (di un partito) possa
    essere messa a capo della stazione appaltante delle Ferrovie dello Stato
    senza avere nessuna competenza in tema.

    Appalto (TAV Firenze) poi vinto dalle aziende vicine a quel partito.

    Costi gonfiati a carico dello stato per arricchire gli "amici".

    Smaltimenti illeciti e inquinanti nel movimento terra per fare risparmiare
    gli "amici".

    Assunzioni-regalo per gli "amici".

    Scambi di favori tra gli "amici".

    Allontanamento immediato di chi si permetteva di ostacolarli.

    Contatti (forse) pure con la camorra

    (.....) Applausi

    (Video 1 e 2 a pag. link sottostante)

    http://www.lincredibileparlamentoitaliano.yolasite.com/cloaca-italia.ph

  • Di (---.---.---.153) 1 ottobre 2013 19:17

    Buon sera professore, mi tocca contraddirla visto che lei ha commentato con un "di rivoluzionario non c’è proprio niente " alle dichiariazioni del direttore Claudio Sardo in merito a Papa Francesco , da parte mia e stato un palese tentativo di voler minimizzare l’accaduto.
    Buona serata
    Emanuele Lualdi CREDENTE.

  • Di (---.---.---.153) 2 ottobre 2013 10:10

    Buon giorno, Sign. Fabio, con questo suo relativismo non si va da nessuna parte, credo che nei confronti di Bergolglio dovremmo tutti riconoscere, atei e non, l’ immenso sforzo che sta facendo per modernizzare la chiesa. Questo rionoscimento gli va dato non per quello che Bergoglio rappresenta ma per il coraggio che dimostra di avere. Lei sa cos’è l’empatia? e non intendo la definizione che trova sul vocabolario...
    Saluti

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 2 ottobre 2013 10:40
      Fabio Della Pergola

      Buon giorno Emanuele.

      Non so cosa significhi relativismo applicato a questa vicenda, mi pare un termine molto abusato. Sono disposto a riconoscere che - a parole - Bergoglio dice di voler modificare certi aspetti del comportamento della gerarchia ecclesiastica; in particolare della Curia. Ma non della dottrina, mi pare. Direi un po’ poco per parlare di "rivoluzione" non trova ? In ogni caso nulla che giustifichi il clamore di stampa che ha accompagnato le ultime dichiarazioni o interviste.

  • Di (---.---.---.153) 3 ottobre 2013 12:20

    Sign. Fabio, sono d’accordo con lei , ma quello che contesta, ovvero l’eccesso clamore verso Bergolio, andrebbe imputato ai media, che come al solito invece di puntare i riflettori sui problemi gravi del nostro paese si occuopano di questioni in confronto futili.
    Le auguro un buona giornata Emanuele

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