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L’Unesco risconosce la Palestina

La conferenza generale ha votato a favore dell'adesione dell'Anp come membro dell'Onu. Per Israele "è una tragedia", gli Stati Uniti si sono detti pronti a tagliare i fondi. E l'Europa si spacca.

Per alcuni si tratta di un fatto epocale, per altri di uno scandalo di proporzioni inaudite. Fatto sta che la notizia è di quelle che gettano nello scompiglio l'enorme scacchiera dei rapporti internazionali.

La conferenza generale dell'Unesco ha votato a favore dell'adesione della Palestina come membro dell'Onu. Un passo deciso verso la discussa entrata nelle Nazioni Unite. Il voto, come da previsione, ha comunque spaccato i membri della conferenza: 117 stati si sono espressi a favore della proposta, 14 contro e 52, tra cui anche l'Italia, si sono astenuti. Tra chi ha detto 'no', spiccano i nomi di Usa, Israele e Germania, mentre farà senza dubbio discutere la decisione di votare a favore presa da Francia, Spagna, Russia, Belgio e Austria. Tra gli altri favorevoli alla mozione presentata dall'Autorità Nazionale Palestinese anche Cina, India, quasi tutti i paesi arabi, africani e sudamericani. 

Sul piano delle relazioni, preoccupa molto quella che potrebbe essere la reazione degli Stati Uniti, il cui rappresentante, a caldo, ha bollato la decisione della conferenza generale come "inaccettabile". Gli Usa avevano fatto sapere che in caso di voto positivo nei confronti della Palestina, avrebbero tagliato i fondi all'Unesco. Una rappresaglia che metterebbe a rischio la sopravvivenza dell'organizzazione internazionale: ogni anno nel suo bilancio entrano 70 milioni di dollari dagli Stati Uniti, il 22 per cento del totale. Senza appello le parole della portavoce del Dipartimento di Stato americano, Victoria Nuland: "Esistono linee rosse molto chiare nella legislazione e, se sono sorpassate nell'Unesco, tale legislazione viene attivata". Così, appena otto anni dopo esserci rientrati (dopo un lungo boicottaggio dovuto alle differenze di vedute sulla politica estera), gli Usa tornano sul piede di guerra contro l'Unesco, organizzazione che ai repubblicani, sicuramente, non è mai piaciuta, ma che il presidente Obama ritiene comunque di grande importanza strategica.

Così, mentre l'Italia "ha optato per l'astensione in mancanza di una posizione coesa e unita dell'Unione europea", Israele schiuma rabbia, con il suo rappresentante che ha definito tutta la vicenda come "una tragedia".

Il voto dell'Unesco ha un valore prettamente simbolico. Almeno per il momento non si vedono ancora spiragli per un eventuale ingresso dell'Anp nell'Onu, considerando anche il fatto che in un'eventuale assemblea generale delle Nazioni Unite, gli Usa hanno già fatto sapere che metterebbero il veto, decisi a riconoscere uno stato palestinese soltanto nell'ambito di un trattato di pace duraturo con Israele.

Tutto questo, però, passa in secondo piano di fronte alla netta spaccatura che si è registrata tra i paesi dell'Unione Europea. Dopo la concordia sugli ultimi interventi militari all'estero, i rapporti tra Berlino, Parigi, Madrid e Roma sembrano essersi raffreddati ancora una volta.

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