• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > (L’Italia) non è un paese per vecchi

(L’Italia) non è un paese per vecchi

Se domani aprendo il giornale scoprissi che è stata appena vagliata una legge contro l’invecchiamento, una qualsiasi tassa sull’anzianità, non mi stupirei.
Essere anziano oggi, in Italia, può essere di per sè una "colpa" verso lo stato.

Secondo dati diffusi da "Il resto del Carlino" sale vertiginosamente la percentuale (+29%) di anziani che per sopravvivere chiedono rateizzazioni, impegnano la propria pensione e via dicendo.
Ci sono anziani che a ottanta anni si ritrovano a scegliersi un compagno con cui convivere per arginare la difficile qualità della vita: "A spingermi è stata anche la necessità di arrivare con più tranquillità a fine mese. Dividere le spese, in particolare l’affitto, è un buon sistema per tirare avanti anche con la pensione minima. Il nostro tenore di vita, adesso, è modesto, ma dignitoso. Anche se a Milano, da pensionati con le entrate ridotte al minimo, non è sempre facile fare tornare i conti." (fonte: Il Corriere della Sera).

A Pistoia, alcuni mesi fa avreste potuto leggere di una coppia a cui era stato inviato lo sfratto, tagliata luce ed acqua, raccontare la propria vita a lume di candela, e non poetica.


I dati parlano chiaro: la popolazione sta invecchiando, il sistema retributivo italiano ha completamente fallito la sua missione negando agli anziani che hanno lavorato una vita uno status sociale capace di donare quantomeno tranquillità, e ai giovani un futuro altrettanto pacifico (con qualche domanda sul perchè si debba pagare per una pensione che non si vedrà nemmeno col binocolo).

E se il sistema trema alla base non è difficile immaginare le fondamenta erose far crollare tutto questo bellissimo castello di aria e sabbia. Non lo dico io, lo dicono le leggi economiche e gli economisti: è necessario intervenire. E il belpaese a suo modo lo fa: eccovi la social card.

Indubbiamente serve un aiuto a quelle persone verso cui è indirizzata questa riforma, ma questo modo di agire ha per me un nome chiaro: populismo. Niente di più. Inoltre, in una società dove lentamente (ma forse nemmeno troppo) vanno acuendosi le differenze tra ceto abbiente e ceto medio, per non parlare di ciò che verrebbe dopo, distribuire una "tessera del pane" è qualcosa di ripugnante, ridicolo. Sarebbe stato molto più opportuno far avere quegli stessi soldi sll’interno delle pensioni, quanto meno, e invece no, c’è una sorta di ridicolo gusto nell’osservare il povero che mestamente estrae la social card dal portafoglio.

Buon Natale a tutti voi, riflettendo che un paese che non sa prendersi cura della sua memoria strica è un paese allo sbando, e non per giovani. Figuriamoci per settantenni che si spacciano per tali.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares