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L’Italia dimentica Regeni e la 185 e fa affari con l’Egitto

L’Italia continua a violare almeno lo spirito della legge 185 del 1990 dove si vieta l’esportazione di materiale di armamento « verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani ».

La denuncia, di fatto, è di Antonio Mazzeo, attivista pacifista e giornalista specializzato in “cose militari” come pubblicato su Africa Express [1].

Qui, infatti, Mazzeo riporta come proprio lo scorso « 22 novembre il gruppo a capitale statale Fincantieri Spa ha firmato con la Armament Authority del Ministero della Difesa della Repubblica araba d’Egitto un contratto della durata decennale per la fornitura di servizi di manutenzione e studi logistici a favore delle due fregate della Marina Militare egiziana ».

Un affare da 260 milioni di euro, precisa Antonio Mazzeo. Somma da dividere con la solita Leonardo Spa.

Naturalmente, ci fa sapere il presidente-dittatore al-Sisi, « le fregate rappresentano la forza di deterrenza nazionale per mantenere la pace ».

Il solito discorso guerrafondaio che piace ai capitalisti: mi preparo alla guerra per mantenere la pace.

Il docente e giornalista siciliano non evita di ricordare pure come, mentre si firmano questi contratti, con l’Egitto è ancora aperto il “dossier” su « l’efferato omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni » e soprattutto continuano a diffondersi nuovi « report sull’escalation della repressione di ogni forma di dissenso contro il regime di Abdel Fattah al-Sisi ».

Insomma quelle « violazioni dei diritti umani » che con la 185 sono incompatibili. Ma l’Italia fa la scimmietta: non vede, non sente e non parla. Però incassa. Il business è il business!

Cose che Mazzeo ha già raccontato in un recente incontro a Trapani, ospite di Sinistra Libertaria.

Da ultimo, racconta Antonio Mazzeo, « nel mirino dell’apparato repressivo egiziano, in particolare, gli insegnanti. “Quattordici insegnanti sono tuttora in carcere con accuse di terrorismo, diffusione di notizie false e uso improprio dei social media” ».

Ma la “grande” stampa nazionale censura sia la notizia delle repressioni dell’amico al-Sisi sia la notizia dei rapporti economico-militari col dittatore egiziano. Tutto normale, noi siamo un paese a “democrazia” limitata d’altronde.

Fonti e Note:

Credits: Photo by Peter Pryharski on Unsplash

[1] Africa ExPress, 30 novembre 2023, “Viva il business, abbasso i diritti umani: nuovi affari milionari dell’Italia con l’Egitto”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Attilio Runello (---.---.---.43) 15 dicembre 2023 10:16

    Ottimo articolo. In Egitto è presente una dittatura militare che attua una politica estera moderata. Combatte il terrorismo e non è aggressiva nei confronti di altri paesi. Vale la pena ricordare che sotto l’amministrazione Obama la giunta militare aveva fatto un passo indietro e si erano indette libere elezioni. Erano state vinte dai Fratelli musulmani, un movimento che ai nostri occhi può essere paragonato ad Hamas. L’esperimento democratico venne interrotto e la giunta militare riprese il controllo del paese. Al momento è il male minore. Non siamo solo noi a fornire armi all’Egitto. Anche altri paesi occidentali lo fanno. In Egitto inoltre l’Eni ha trovato e sta sfruttando importanti giacimenti di gas. Anche nell’ambito dei diritti umani dà prova di "buona volontà".

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