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L’Era Alemanna – 6a puntata: Barboni, anziani e un cassonetto. E un “pizzardone” con la pistola

La prime gaffe da sindaco del nostro uomo né alto né basso fu clamorosa. Preso da un impeto da uomo di acciaio decise che l’urbe dovesse essere fascistissima, sicurissima, purissima (con particolare riguardo a “neri” e “culattoni”), pulitissima e soprattutto… soprattutto? Ah, si. Qui si confuse un po’, proprio sul “soprattutto”.

Gli sfuggi quel “sarà vietato frugare nei cassonetti dell’immondizia”: come dire, se sei morto di fame crepa ma non davanti allo sguardo di noi romanissimi figli della lupa. La Comunità di S. Egidio gli ricordò il piccolo dettaglio che chi frugava nei cassonetti erano soprattutto poveri e anziani, costretti a cercare qualche avanzo commestibile nell’immondizia per sopravvivere. Per qualche ora non bastò. Il nostro uomo né alto né basso certo non poteva retrocedere (e smentirsi) davanti a simili dettagli. Bastò, si immagina, qualche cattolicissima telefonata proveniente dall’altra parte del Tevere. L’uomo né alto né basso è uomo di fede, e di fedelissimo salotto della borghesia nera romana, e quindi assai sensibile al richiamo clericale. Quindi, apparentemente, cedette. E pubblicamente si rimangiò l’editto anti barbone (nella categoria erano compresi sia il semplice poveraccio, il rom, l’anziano con pensione minima?).


È passato qualche mese da quell’illuminante episodio. E qualcosa di strano in questa strana città assopita deve essere successo: lo si sente nell’aria. E infatti un quotidiano di oggi titolava “Scomparsi i barboni dalla stazione Termini”. Primo non è vero, visto che ci passo spesso e ho notato che li hanno solo spostati in luogo meno “visibile”, probabilmente per non creare disagi ai polli turistici di batteria in attesa di un taxi (a tariffa maggiorata, e non si è capito ancora con quale logica sia stata accettata tale maxi-tariffazione). Spostati, anche con qualche “forzaturina” virile, come denunciato a luglio da un altro articolo che segnalava raid non autorizzati da vigili urbani un po’ sopra le righe a caccia di rom e clandestini, in borghese, e con tanto di magliette inneggianti a organizzazioni dell’ultra destra.
Una nota. Nello stesso periodo, il nostro uomo né alto né basso (e qualunque che più qualunque non si può) annunciava che i vigili urbani capitolini, i pingui pizzardoni alla Albertone, avrebbero potuto portare la pistola. Ma non tutti. Solo quelli che ne avrebbero fatto richiesta. E chi ne avrebbe mai fatto richiesta? Una domanda ingenua la mia? Ma passiamoci elegantemente sopra. I vigili romani sono disarmati da alcuni decenni. Dopo gli anni Settanta. Perché alcuni elementi un po’ affrettati ne avevano fatto un uso “improprio”, e perché non erano adeguatamente addestrati a portarla un arma da fuoco. Quindi via, si decise allora: “pizzarda” senza pistola.

Questa sera, anche se non è il 12 di maggio, attraverserò ponte Garibaldi. Le serate sono ancora tiepide, non sembra per nulla autunno. E all’angolo da dove si vede il monumento a Trilussa girerò lo sguardo verso il pilastro portante. C’è una lapide. Ciao, Giorgiana.

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