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L’Arciere di Azincourt, di Bernard Cornwell

Azincourt non è stata solo una battaglia ma una affermazione della volontà di non arrendersi di fronte agli eventi e dello spirito di sacrificio delle singole persone che spesso contano più degli eserciti più numerosi.

L'Arciere di Azincourt, di Bernard Cornwell

Il 25 ottobre del 1415 l’esercito inglese riuscì a vincere contro quello francese nella piana tra Azincourt e Tramecourt pur essendo in inferiorità numerica (13.000 contro 50.000 secondo lo storico A. Coville).
 
Questa epica vittoria ottenuta soprattutto con i lunghi archi longbow e il coraggio degli uomini che li adoperavano, lanciò gli arcieri inglesi nella storia conquistando una gloria che lo scrittore William Shakespeare immortalò nel suo dramma Enrico V.
 
Bernard Cornwell riesce in questa accurata ricostruzione storica, a farci assaporare l’epico fulgore del medioevo britannico, con le tipiche contraddizioni dell’epoca, che deve la sua grandezza soprattutto ai lunghi archi in legno di tasso utilizzati dagli arcieri inglesi, capaci di scagliare anche 12 frecce al minuto a una distanza di oltre 300 metri (un record per gli standard dell’epoca).
 
Nicholas Hook è un arciere inglese di umili origini che, condannato a morte, si salva partendo come mercenario per difendere Soissons, la città francese in mano al duca di Borgogna. Lì scopre gli orrori della guerra e le informazioni portate in patria unite alla sua abilità di combattente lo fanno diventare intimo del Re di Inghilterra Enrico V che lo vuole con sè per conquistare la corona francese. La sua abilità e il suo coraggio lo porteranno a combattere e avere un ruolo centrale nelle battaglie più importanti come Harfleur, Crecy e Azincourt dove gli arcieri inglesi, perlopiù di umili origini, si scontrarono e vinsero l’aristocrazia francese a cavallo.
 
Ad Azincourt una pioggia torrenziale contribuì a rallentare l’avanzata della cavalleria rendendo difficoltosi anche i movimenti più semplici. Gli arcieri prima di allora avevano combattuto solo con gli archi scagliando frecce ma in quella battaglia, finite le frecce, agevolati dalle armature leggere che li rendevano agili e veloci, combatterono furiosi corpo a corpo con la fanteria francese (resa invece lenta e goffa dalle pesanti armature) che arrancava nel fango. 
 
Molti nobili, conti e duchi di ogni parte della Francia (tra cui il Conestabile di Borbone e il Duca di Orleans), perirono o furono catturati nel corso di questa battaglia che viene ancora oggi considerata uno dei momenti più gloriosi del medioevo britannico.
 
Una minuziosa ricostruzione storica capace di trasportare il lettore in affreschi medievali di spessore e profondità all’interno di un romanzo godibilissimo.
 
 

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