L’AntiEuropa: il fronte degli euroscettici in vista delle elezioni europee
Dal 1° luglio 2013 la Croazia è il 28° Paese entrato a far parte dell’Unione Europea, ed i risultati di questa operazione sono già sotto gli occhi di tutti: disoccupazione in crescita al 20% ed esportazione crollate ( -19% ad agosto).
La popolazione croata non sembra dunque entusiasta della scelta presa, forse frettolosamente, ma lo si era già capito quando, nel febbraio del 2012, andarono a votate per il referendum il 44% degli aventi diritto. “Il peggio deve ancora venire”, dicono gli euroscettici, poiché ancora l’euro non ha varcato i confini nazionali croati, ed è per questo che nei mesi è stata più volte rimandata l’adesione alla moneta unica.
Il fonte antieuropeo dunque si allarga; sembra quasi un contagio, ed il leader “europeo” è senza ombra di dubbio Marine Le Pen, la figlia di Jean-Marie, lo storico presidente del Front National, il partito di estrema destra francese, che secondo i sondaggi è attualmente il primo partito transalpino, grazie anche all’opera di restyling operata proprio dal’avvocata, riscopertasi moderata, e dando quella parvenza di legalità a quei temi cari alla destra xenofoba. Di recente si è espressa in toni da catastrofe sulla “necessità dell’uscita dall’euro della Francia” e su “l’inesorabile fine dell’Unione Europea”.
Le cose non vanno meglio nel Regno Unito di Sua Maestà, dove è possibile ascoltare le critiche giornaliere al sistema europa da parte di Nigel Farage, resosi già protagonista alla fine del 2011 quando, a suo dire, in Italia venne istaurato un governo fantoccio con a capo Mario Monti al servizio di potenti personaggi europei, come Van Rompuy, accusandolo di prendere decisioni troppo delicate per essere un Presidente non eletto per rappresentare 500 milioni di persone.
La Germania, l’unico paese che dal 2007 ha visto crescere la sua ricchezza interna, sembrava immune da questo virus, ma alle ultime elezione si è presentato l’AfD (Alternative für Deutschland) un partito che si dichiara essere anti-euro, ma non anti europeista. I risultati non sono stati quelli sperati: il 4,7% non ha consentito loro l’accesso in Parlamento, ma Konrad Adam punta direttamente alle elezioni europee del prossimo anno, dove il 3% della soglia di sbarramento sembra più che abbordabile, per portare avanti le loro battaglie a Bruxelles.
E chissà che gli europarlamentari tedeschi dell’AfD non si trovino fianco a fianco con i futuri colleghi del Movimento 5 Stelle. Infatti se in Italia esiste un’organizzazione capace di mettere in discussione e contestare le principali scelte imposte dall’alto quello è sicuramente il Movimento di Beppe Grillo, che lo scorso anno ha dichiarato di volere un referendum per decidere se rimanere o meno all’interno dell’euro.
La campagna elettorale europea sembra essersi già avviata: “sarà l’Europa dei popoli contro l’Europa dei populisti” ha sentenziato il Premier Enrico Letta.
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