• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Europa > Jobs Act, Loi Travail. La protesta infiamma la Francia: 125mila (...)

Jobs Act, Loi Travail. La protesta infiamma la Francia: 125mila manifestanti in tutto il Paese

Da Tolosa a Marsiglia, da Rennes a Lione, la protesta infiamma le piazze. Almeno 125mila manifestanti in tutta la Francia. 

Si chiama Loi Travail il corrispettivo francese del jobs act italiano, la riforma voluta dal Ministro del Lavoro, Myriam El Khomri, che i Francesi non vogliono e che reputano troppo favorevole alle aziende ma non agli operai, costretti ad accettare individualmente i contratti proposti, senza l’intermediazione sindacale. 

E così i sindacati si sono mobilitati per gridare forte il proprio dissenso su quanto sta succedendo nell’Europa delle diseguaglianze. Migliaia di persone si sono concentrate nella capitale; sono settecento gli autobus dei manifestanti a Parigi, mentre la zona ovest è bloccata per lo sciopero dei tassisti che contestano una concorrenza senza regole. La giornata di scioperi è cominciata con lo scontro tra polizia e manifestanti.

La manifestazione è partita da Place d’Italie ed il corteo era guidato dal più importante sindacato francese, la CGT. Campeggiavano striscioni con la scritta “Per la Pensione, per i nuovi diritti” e molti giovani nel corteo gridavano “Parigi alzati in piedi”. Non appena la protesta si è materializzata lungo le strade, sono scoppiati i disordini tra manifestanti e le forze dell’ordine. Allo stato attuale si parla di 40 feriti tra agenti e partecipanti alla protesta. Si sono fermati anche i lavoratori della società ferroviaria statale Sncf, secondo cui l’adesione allo sciopero questa volta risulta minore rispetto alle precedenti manifestazioni; infatti il 90% dei collegamenti ad alta velocità sono in funzione, come gli altri servizi rimasti attivi al 70%.

I francesi non ci stanno, a differenza degli italiani, non vogliono una legge copia incolla voluta da un’Europa che chiama riforme la perdita dei diritti così faticosamente conquistati, con una società sempre più divisa tra ricchi e poveri. In Italia il Jobs Act ha provocato la stabilizzazione del lavoro a nero tramite voucher adoperati per ogni tipo di prestazione, con contratti di lavoro che non si vogliono rinnovare e con una Confindustria che parla di abolizione del sindacato. Un sindacato per la verità fiacco, che predilige tavoli di lavoro annunciati, in fretta convocati e con la stessa rapidità conclusi con un nulla di fatto.

I francesi non si lasciano di certo abbindolare da un campionato di calcio, non si lasciano irretire da telecronache calcistiche ad ogni ora del giorno e della notte, ma scendono in piazza, usano l’unica arma a loro disposizione: la protesta. Una protesta corale, partecipata dove tanti giovani da tempo hanno imparato ad occupare i luoghi deputati al discorso, alla discussione dei grandi temi che coinvolgono la società: le piazze.

D’altronde Pericle soleva dire: “Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli, noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza.”.

Ci sarà la volontà di ascoltare maggioranze sempre più ignorate, umiliate e senza voce, che hanno deciso di alzare la testa?

Commenti all'articolo

  • Di Roy Hobson (---.---.---.46) 17 giugno 2016 11:09

    Il popolo italiano non ha dignità.

    Il popolo francese ha dignità.

    Un popolo senza dignità è un popolo senza futuro condannato a subire le peggiori perversioni del genere umano.

    • Di Antonella (---.---.---.140) 17 giugno 2016 16:46

      Mi chiedo chi siamo e cosa siamo diventati. Abbiamo perso la memoria storica e mai mi sarei aspettata una situazione simile. Chi ha lottato e conquistato i propri diritti morendo e lottando per la Libertà lo ha fatto per niente. Sappiamo solo abbassare la testa e farci guidare come pecore al pascolo. Sono davvero basita. Non è così che doveva andare.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità