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Ischia: L’UE chiede spiegazioni per pesca al cianciolo in Area Marina Protetta

La Posidonia oceanica è una pianta acquatica di fondamentale importanza per l’ecosistema marino, che forma una vera e propria cintura verde sui fondali attorno all’Isola d’Ischia.

Le praterie che forma hanno innumerevoli funzioni tra cui quella di fornire nutrimento ai pesci che trovano riparo al suo interno e quella di proteggere la costa dall’erosione.

Per preservare l’habitat della Posidonia e di altre fanerogame marine di cui i fondali marini di Ischia, Procida e Vivara sono ricchi e la cui importanza è riconosciuta anche dal Ministero dell’Ambiente, qualche anno fa questi fondali sono stati inseriti (con il codice IT8030010), nella rete ecologica europeaNatura 2000” disciplinata dalla direttiva 92/43/CEE, da oltre un anno anche Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”.

Questa area dovrebbe quindi essere doppiamente preservata da qualsiasi forma di inquinamento e/o di pesca non consentita.

Con particolar riguardo alla pesca il Regolamento Comunitario 1967/2006 all’Articolo 4 comma 1 recita:

Habitat protetti
1. È vietata la pesca con reti da traino, draghe, trappole, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggia e reti analoghe in particolare sulle praterie di posidonie (Posidonia oceanica) o di altre fanerogame marine

A quanto sembra invece ciò però non osta purtroppo le imbarcazioni con fonti luminose (ciancioli) dal pescare sulla Posidonia. Il motivo che spinge alcuni pescatori a portare i ciancioli sulle praterie di Posidonia sembra essere la volontà di pescare più pesce ma il risultato è che nella rete si trova soprattutto novellame (pesci piccolissimi) non commercializzabili visti i divieti della normativa comunitaria vigente e destinati a finire di nuovo in mare, ma morti.

Il compito di sorveglianza, prevenzione e contrasto all’interno dell’Area Marina Protetta (AMP) sarebbe affidato alla Guardia costiera, che a tale scopo avrebbe ricevuto appositi fondi aggiuntivi dal Ministero dell’Ambiente.

Nel Luglio del 2008 però arriva la doccia fredda: il TAR Campania, nonostante sia anch’esso tenuto a rispettare il primato del diritto comunitario (Reg. 1967/2006), sospende il Regolamento dell’AMP nella parte in cui non consentiva la pesca con il cianciolo nelle zone C e D dell’area medesima oltre i 50 metri di profondità (batimetrica). E nel Novembre 2008 con un comunicato stampa il Presidente del Consorzio di gestione dell’AMP Albino Ambrosio informa che per ottemperare a quanto deciso dal Tribunale Amministrativo Regionale Campano La pesca con il ‘cianciolo’ potrà essere effettuata all’interno delle aree ‘C’ e ‘D’ del Parco Marino Regno di Nettuno senza che le autorità di vigilanza e le forze dell’ordine possano sanzionarla.”

Sorprendentemente a Marzo di quest’anno anche il Ministero dell’Ambiente (lo stesso che riconosce l’importanza della Posidonia Oceanica) accoglie la richiesta del Comune di Procida per la pesca al cianciolo nelle zone ‘C’ e ‘D’ dell’AMP.

Questa situazione però non è andata giù alla Commissione Europea, che informa:

Alle Autorità Italiane verrà inviata una lettera di preavviso di contenzioso con una esplicita richiesta di spiegazioni e, qualore queste ultime risultassero insufficienti, la Commissione procederà all’avvio di una procedura di infrazione.

Anche questa volta siamo certi che è necessario l’intervento di Bruxelles per mettere le cose a posto a casa nostra e vedere rispettato il nostro mare.

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