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Io sto con Emergency a Sassari - sabato 17 aprile

Sabato 17 aprile, in contemporanea con la manifestazione nazionale che si terrà in Piazza San Giovanni a Roma, i volontari del Gruppo Emergency Sassari saranno presenti con un presidio informativo, dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00, in piazza d’Italia a Sassari, per informare i cittadini sulla situazione in Afghanistan e per raccogliere le firme di chi non ha potuto aderire all’appello "IO STO CON EMERGENCY" presente sul sito ufficiale http://www.emergency.it che in soli 3 giorni ha già raggiunto oltre 300.000 firme.

Io sto con Emergency a Sassari - sabato 17 aprile

Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo dell’Aira (coordinatore medico e capo infermiere impegnato dal 2000 con Emergency), Marco Garatti (chirurgo d’urgenza con Emergency dal 1999) e Matteo Pagani (tecnico della logistica alla sua prima missione in Afghanistan). Da allora, non abbiamo più contatti con i nostri operatori prelevati dall’ospedale di Lashkar-gah.

Né le autorità afgane né rappresentanti della coalizione internazionale si sono messi in contatto con Emergency per spiegare le ragioni di questo prelevamento.
Le uniche notizie che abbiamo di loro vengono dai media.

Dall’Associated Press abbiamo appreso che alcune persone, cittadini afgani e medici italiani, sarebbero state arrestate con l’accusa di avere complottato per uccidere il governatore della provincia di Helmand. Non è assolutamente credibile che persone che da quasi dieci anni lavorano a favore della salute del popolo afgano e in difesa della pace possano decidere di compiere un tale gesto criminoso.
 
L’unica fonte citata dai quotidiani e dalle televisioni, per nome e cognome, è il portavoce del governatore di Helmand, che però non parla a nome della polizia, né dei servizi segreti che trattengono i nostri colleghi.
 
A oltre 96 ore dal prelevamento dei 9 membri dello staff di Emergency né Emergency né le loro famiglie hanno ricevuto alcuna notizia ufficiale sulle loro condizioni.
 
Non abbiamo notizie sulle loro condizioni di salute e non ci risulta che ai fermati sia stata formulata alcuna accusa, né che sia stato loro concesso di incontrarsi con i loro legali, nonostante oggi siano stati nominati da Emergency.
 
Ci è stato riferito che i fermati si trovano ancora presso una struttura del National Directorate of Security (NDS, i servizi segreti afgani), nella regione di Helmand.
NDS, che risponde direttamente al Consiglio nazionale di sicurezza e in ultimo, quindi, al presidente Karzai, è oggetto di continue denunce da parte di organizzazioni internazionali come Human Rights Watch e Amnesty International per ripetute violazioni dei diritti umani e per l’inosservanza delle garanzie legali stabilite a favore dei fermati dalla legge vigente in Afganistan.
 
Pertanto chiediamo nuovamente al Ministero degli affari esteri di farsi carico di fornire rassicurazioni sulle loro condizioni di salute e sui tempi del loro prossimo rilascio.
 
Emergency è in attesa di ricevere ulteriori informazioni sulla condizione dei fermati da parte della rappresentanza diplomatica italiana a Kabul che sta seguendo l’evolversi della situazione.

Emergency è una organizzazione indipendente che si finanzia per l’80% del suo budget con il contributo di privati cittadini.

Emergency è neutrale e non ha mai preso posizione a favore di nessuna parte in conflitto: l’organizzazione è presente in Afganistan dal 1999 con un ospedale e un centro di maternità ad Anabah, nella valle del Panshir all’epoca comandata da Massoud; con un ospedale aperto a Kabul nel 2001 quando la città era governata dai talebani; e un ospedale a Lashkar-gah aperto nel 2004.

Come gli stessi afgani possono testimoniare, in più di 10 anni di lavoro, Emergency ha curato gratuitamente oltre 2 milioni e mezzo di persone in tutto il paese, senza discriminazioni di alcun genere, e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
 
A Lashkar-gah, Emergency è presente dal 2004 con un centro chirurgico per vittime di guerra, che in questi anni ha curato oltre 66mila persone.


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