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Invito a Gianni Lannes

La premessa originaria di questo invito sta nel mio post precedente, nel quale ho sottolineato alcune falsità scritte in un articolo pubblicato sul sito Terra Nostra, relativo al progetto per la costruzione di un ospedale a Taranto e relative polemiche.

L’articolo è di Gianni Lannes, un giornalista che si è distinto per battaglie a per la tutela della salute e dell’ambiente e inchieste sulle mafie, tanto da subire alcuni attentati e da ottenere, al fine, una scorta. Non sapevo che il sito fosse diretto da lui e non sapevo che dietro la sigla Gilan a firmare l’articolo ci fosse lui, ma il saperlo non avrebbe cambiato quello che ho scritto, semmai gli avrei chiesto fin da subito se non ritiene che la pubblicazione di falsi tanto smaccati possa nuocere alla credibilità delle sue battaglie e incrinare la fiducia di coloro i quali gli hanno offerto sostegno.

A spingermi a denunciare la falsità di quell’articolo è stata la sua evidente scorrettezza e il fatto che avesse preso a girare vorticosamente per la rete, suscitando l’indignazione di tanti. Indignazione motivata proprio dal fatto che l’articolo afferma che la Regione Puglia ha finanziato un ospedale "privato" (falso) e altri dettagli ugualmente falsi a costruire l’immagine di uno scandalo che, in quei termini, è del tutto inventato.

A seguito della pubblicazione e della circolazione del mio articolo, ripreso in diversi contesti, ci sono state numerose reazioni sopra le righe che è facile imputare a una malintesa partigineria politica, ma soprattutto c’è stata la reazione inconsulta di Gianni Lannes e del suo sito.

Chi mi conosce e segue sa che da tempo lamento l’incapacità dei giornalisti nostrani d’ammettere l’errore e di rettificare il falso anche quando venga rilevato e rivelato. Alcuni si limitano allora a correggere in silenzio, altri fanno semplicemente finta di nulla e nulla rettificano e più i giornalisti sono noti, più è difficile l’ammissione dell’errore. Da un giornalista con l’mmagine di Lannes mi sarei aspettato qualcosa di più della reazione media, invece è arrivata una reazione molto al di sotto della media, addirittura la peggiore che ricordi in molti anni, spesi a fare le pulci e media sempre meno affidabili.

Nel giro di una giornata Terra Nostra ha pubblicato altri due articoli sul tema, evitando accuratamente di affrontare nel merito le accuse di falso e parlando d’altro attorno alla costruzione dell’ospedale. Ma Lannes non si è limitato a questo e ha dato il via a una vera e propria escalation d’insulti nei miei confronti. Ha esordito in un commento all’articolo incriminato (firmato "direttore) nel quale ha scritto: "L’autore delle mistificazione sull’affare san raffaele a Taranto è un uno che si nasconde dietro lo pseudonimo “Mazzetta splinder”. Quasi tenero con quel riferimento a "Mazzetta Splinder", niente di che, se non fosse che la mistificazione è la sua.

Ha poi proseguito nell’apertura del primo articolo pubblicato come reazione al mio: "L’autore delle mistificazioni sull’affare san Raffaele a Taranto è uno che si nasconde dietro lo pseudonimo di “mazzetta” e inonda la rete di mistificazioni e cialtronerie".

Infine è esploso in un commento allegato per primo al secondo articolo (si vede che è abituato così) pubblicato con lo stesso scopo e sempre a firma "direttore", nel quale ha scritto: "Cosa si chiede a un giornalista? Di raccontare i fatti; di spiegarli all’occasione prove alla mano apponendo il proprio nome e cognome. Come si intorbidano trame oscure? Nascono dalla perfidia, dalla stupidità o dall’invidia, che è sempre una manifestazione di inferiorità? Apre e chiude l’elenco dei complessati e degli astiosi, l’anonimo “mazzetta splinder”, l’inventore di bufale a piacimento su internet Italia. Un anonimo che getta fango e trova credito su alcuni siti. Invides è colui che non vede o vede distorto. Si tratta di un replicante: ogni mattina viene programmato con uno speciale microchip, caricato con due giri di chiave. Incolore, inodore, chimicamente inerte. E’ un soggetto pronto a tutto, soprattutto prono a tutte le esigenze del padrone".

Articolo nel quale, peraltro, reitera la stessa falsità che gli ho imputato, scrivendo: "la regione Puglia eroga 120 milioni di euro, vale a dire denaro pubblico, alla fondazione privata di don Luigi Verzé" quando è evidente dai suoi stessi articoli che quei 120 milioni non sono stati erogati alla fondazione di Don Verzè, ma alla fondazione a maggioranza pubblica per l’ospedale di Taranto, nella quale la fondazione di Verzè detiene una partecipazione di minoranza.

Tutto facilmente verificabile seguendo i link e tutto salvato a futura memoria, viste le premesse.

Ora, per chi non lo sapesse, l’autore di un blog non è mai "anonimo", ancora meno se il blog sta su una grande piattaforma italiana come Splinder e se l’autore è residente in Italia, circostanze che rendono elementare risalire all’autore chiedendo l’intervento dell’autorità giudiziaria. Questo lo dovrebbe sapere anche il direttore di un sito che è anche una testata registrata, ma Lannes non ha proceduto con una querela contro i falsi che avrei diffuso, non poteva perché non c’è proprio niente di falso nell’articolo in questione. Ha preferito la strada dell’insulto.

Un errore, tanto più che l’uso dello pseudonimo nella letteratura come nel giornalismo non è per nulla equiparabile all’anonimato, è una firma che vale come un’altra, ma un errore ancora più grosso perchè "Mazzetta" non è solo lo pseudonimo che uso per scrivere in rete, è anche il soprannome con il quale sono conosciuto da decine, forse centinaia e più, di persone. È il nome con il quale ho preso parte a iniziative pubbliche e politiche, con il quale si rivolgono a me gli amici, i conoscenti e persino i parenti ed è (sorpresa delle sorprese!) anche il nome con il quale un paio di mesi fa, nell’ambito di una iniziativa dedicata al "citizen journalism" a Bologna, comuni conoscenti mi hanno presentato proprio a Gianni Lannes!

Può essere che lui non se ne ricordi, anzi mi pare certo, ma non rileva. Non rileva soprattutto ai fini della tutela dello pseudonimo garantita dall’articolo 9 del Codice Civile, che afferma: " Lo pseudonimo, usato da una persona in modo che abbia acquistato l`importanza del nome, puo` essere tutelato ai sensi dell`articolo 7." Altra sorpresa! Si tratta esattamente il mio caso e l’articolo 7 recita: "La persona, alla quale si contesti il diritto all`uso del proprio nome o che possa risentire pregiudizio dall`uso che altri indebitamente ne faccia, puo` chiedere giudizialmente la cessazione del fatto lesivo, salvo il risarcimento dei danni. L`autorita` giudiziaria puo` ordinare che la sentenza sia pubblicata in uno o più giornali."

Funziona così per gli artisti che sono conosciuti con il nome d’arte e funziona così per tutte quelle persone identificate con uno pseudonimo: "Lo pseudonimo gode della stessa tutela del diritto al nome sempre che esso abbia acquistato l’importanza del nome: occorre, cioè, che il soggetto sia conosciuto soprattutto con lo pseudonimo. (Proprio il mio caso) In tale ipotesi, egli potrà esercitare l’azione di usurpazione, per chiedere al giudice di far cessare l’uso illegittimo che altri faccia del suo pseudonimo, nonché l’azione di risarcimento dei danni". [v. Brocardi].

Chi mi conosce sa che non ho mai querelato nessuno, anche quando si trattava di giornalisti più noti di Lannes che hanno reagito con simili diffamazioni ai miei rilievi, non è nel mio stile e in passato mi è bastato minacciare l’azione legale per spingere a desistere dall’azione diffamatoria anche uno dei maggiori quotidiani italiani. Se mi esprimo in questi termini è altrettanto chiaro che non è mia intenzione nemmeno minacciare Lannes di querela e neppure di richiedergli formalmente la rimozione degli insulti dal suo sito, non mi danno fastidio, li prendo per un riconoscimento.

Lannes ha sicuramente una vita difficile e deve essere un po’ teso, per questo ho deciso invece di porgerli l’invito a cui accenno nel titolo:

Caro Gianni Lannes

Ti invito formalmente a un incontro pubblico a Bologna. Incontro nel quale potrai liberamente dimostrare di non aver scritto le falsità che ti ho attribuito o evidenziare le falsità che avrei scritto io. Se vorrai evitare il merito, potrai approfittare dell’incontro per ripetermi in faccia gli insulti che hai già scritto sul tuo sito, senza timore di alcuna rappresaglia legale da parte mia.

Lascio a te la scelta del giorno (a patto che sia entro l’anno) e la massima libertà per quello che riguarda l’accesso di persone a te gradite e la documentazione della cosa, pongo solo una condizione: che sia assicurato ad entrambi lo stesso tempo per esprimersi.

Puoi farmi pervenire la tua accettazione via mail o attraverso i comuni conoscenti che hanno organizzato l’incontro al quale ho fatto riferimento sopra e che, nel caso ti sfuggano, ti indicherò ad un tuo cenno.

In subordine, ti prego di accettare almeno questa mia preghiera: Mollala!

Metti fine a questo comportamento scomposto, agli insulti e alla riproposizione di falsità, non serve a niente. Non te lo chiedo per me, ma per la salute delle battaglie che sostieni e per la fiducia che molte persone ripongono nelle tue inchieste, non rovinare tutto il tuo lavoro per difendere l’indifendibile. Capita a tutti di commettere errori, la differenza tra un uomo è uno stronzo è tutta nella capacità di riconoscerli e di porvi rimedio.

p.s. Ad uso di chi ha letto i commenti al post del mio blog, e per non passare per uno squilibrato, tengo a precisare che ho ricevuto lo stesso genere di attacchi sconclusionati in diversi luoghi della rete dove il post è stato pubblicato o commentato, ma anche sollecitazioni meno violente e più meritevoli di rispetto. Ho risposto a molti nei "luoghi" dove mi sono stati posti e i commenti sotto al post precedente sono i pensieri che mi ha suscitato nel corso della giornata l’insieme del susseguirsi degli scambi che ho avuto con diverse persone qui su Agoravox, Facebook, un paio di mailing list e sul blog e la pagina Facebook di Ungormite89, che gentilmente mi ha invitato alla discussione nonostante la mancata identità di vedute. Mi scuso se ho dimenticato qualcuno. Rispondere a tutti è stato faticoso, piacevole solo a tratti, e soprattutto una gran rottura di balle. Anche, se è cosa alla quale ho una certa abitudine. Un volume impressionante, in quei commenti ho cercato di raccogliere ordinare i pensieri nel corso della giornata, usandoli per prendere qualche nota e spiegarmi mano a mano che le discussioni si succedevano. Non sono solo le risposte a chi si è affacciato qui, sono anche appunti presi al volo. Comunque, mai più una fatica del genere, ho una vita e anche altro da fare.

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