Intercettazioni e bavagli al Web, ci risiamo
Ormai non ci stupisce più, il Web da noi è in costante pericolo censura. Tant'è che qualcuno pensa di riprovarci con il DDL intercettazioni per cercare di arginare quello che il nostro caro presidente chiama “stato di polizia”.
In quel testo si impone a tutti i “siti informatici” di provvedere entro 48 ore a rettificare contenuti segnalati come impropri da chi se ne ritiene danneggiato.
Chiunque, in qualunque modo e di qualunque spazio si tratti (che si il sito del Corriere della Sera o un blog gestito da un sedicenne, secondo loro, cambia poco).
E se un blogger non rispetta la norma? Facile, rischia 12.000 euro di multa se poi si scopre che ha torto.
Così, se la legge dovesse arrivare fino alla Gazzetta Ufficiale, avremmo un universo digitale popolato di contenuti che potrebbero essere rimossi in qualunque momento perché non graditi a chi ci governa.
Curioso, per un provvedimento che vuole salvarci dallo “stato di polizia”...
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