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(In)ter(per)culturando: Elaine Pagels e Angelo Andreotti


‘Il vangelo segreto di Tommaso – indagine su libro più scandaloso del cristianesimo delle origini’ (nella foto) di Elaine Pagels, Oscar saggi Mondadori, 2006, prima pubblicazione del 2003.

Elaine Pagels, docente di Storia del Cristianesimo presso la Princeton University, e studiosa di vangeli gnostici sa di cosa parla. Questo libro è la sintesi di sette anni di lavoro tra ricerche, confronti, e analisi attorno al vangelo di Tommaso così com’è stato ribattezzato questo scritto (attribuito appunto a Tommaso) rinvenuto nel 1945 a Nag Hammadi assieme ad altri manoscritti gnostici. Attorno a questo vangelo si è dibattuto e tutt’ora si dibatte, la condanna della Chiesa alla distruzione quanto la scelta successiva di considerarlo eretico, alimenta ancora dibattiti nonché immaginari anche entro fiction e romanzi. Di fatto il ‘vangelo di Tommaso’ occupa poco meno di una decina di pagine, nel libro si propone una traduzione adattata da Elaine Pagels e Marvin Meyer con la consultazione della Scholars Version. Il cuore pulsante del libro restano i capitoli a contestualizzare, confrontare il vangelo di Giovanni e ragionare rispetto alle diverse posizioni, le ricerche e le differenti posizioni. Capitoli densi, molto tecnici e precisi. Di per sé già le pagine del Vangelo lasciano molte domande, senza bisogno di conoscere tutta la storia né i retroscena. I “Gesù disse” che compongono questo Vangelo non riconosciuto per certi versi disarmano.
 
È un libro che merita di essere inserito nella libreria di casa, anche per consultazioni veloci e curiosità momentanee. Pagels non critica né si propone paladina dell’anti-cristianesimo, semplicemente espone i risultati di anni di studi con perizia, precisione, arricchendo la stesura di spunti di riflessione. Tutto ciò che fatica a circolare o è stato taciuto, negato, nascosto, specialmente se legato a macro tematiche dell'umano, merita almeno uno sguardo, una domanda (che abbia o meno la corrispondente risposta).
 
Per quali motivi e in quali circostanze quei capi della Chiesa primitiva si convinsero che l’esclusione era necessaria alla sopravvivenza del movimento cristiano? E perché i testi, come il Vangelo di Giovanni, che proclamavano Gesù “figlio unigenito di Dio” finirono per egemonizzare la tradizione successiva, mentre altre versioni, come quella di Tommaso, che invitava i discepoli a riconoscere non soltanto Gesù ma anche se stessi come “figli di Dio”, furono censurate?
(pag.66)
 
77. Gesù disse: “Io sono la luce che sovrasta tutte le cose. Io sono il tutto. Da me tutto è venuto e a me tutto giunge. Spaccate un legno e io sono lì. Sollevate una pietra e lì sotto mi troverete”.
(pag.164)
 
***
‘Parole come dita’ di Angelo Andreotti, Mobydick, collana ‘Le nuvole’, ottobre 2011.
 
Coraggiosa la casa editrice di Faenza che insiste pubblicando raccolte poetiche intense, varie e linguisticamente curate. Angelo Andreotti, ferrarese, lavora da sempre ‘dentro’ i linguaggi (laurea in filosofia, dirige i Musei Civici d’Arte a Ferrara, ha curato mostre e scritto saggi con particolare attenzione all’estetica delle parole) e questo libro ne è un’evidenza.
 
Cinque sezioni (Affioramenti, Non c’è pace, Dopo, Rose nuove e Aurorale) a scandire e dividere i componimenti che si susseguono con fluidità, un poetica ricercata, a evocare immagini, suoni, contesti per nulla scontati e proposti con originalità, senza cedere alla semplicità nuda delle parole.
È proprio il linguaggio che impone ritmi, cadenze e ascolto.
Un libro denso. Interessanti le ‘note’ finali a raccontare degli ascolti musicali e letterari che hanno contaminato la stesura dei versi. “E poi il Po, e l’insolente solitudine di certi scorci della pianura Padana”.
 
 
È da qui che ti penso
e t’inseguo fin dentro alle tue paure,
quando il tramonto riassume tristezze
in ampiezza mostrando
i rossi e i viola in elegiaca intesa,
mentre l’aria s’acquieta
sospesa in bolle di malinconia,
e una stella sorveglia
affinché spiove la luce con garbo
e la sera addolcisca
il giorno preso da troppa arroganza.
(tratto da ‘Dimmi di te’)
 
Seguendo l’andatura dello sguardo,
la nebbia in solitudine sospesa
non è nascondimento della vita,
né madornale amnesia del presente,
ma trama intinta di cose e di spazi
da raccontare per trovarvi posto.
Così l’abbraccio, che dissolve il tempo
nella durata senza estremità,
unita in forma fusa attorno a un gesto
rischiarato nell’aria, dove resta.
(tratto da ‘L’abbraccio’)
 
 
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Sullo scaffale
‘Il vangelo segreto di Tommaso’: la scheda del libro.
‘Parole come dita’: la scheda del libro.
 
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scatto iniziale di Barbara Gozzi: interland bolognese, ottobre 2011.

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