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In illo tempore vox populi. Il nuovo esperimento di Maurizio Galimberti

E' iniziata il 15 settembre alla Galleria Ca' Di Fra di Milano la mostra fotografica di Maurizio Galimberti, dal titolo "In Illo tempore vox populi..." che durerà fino al 22 ottobre.

L'artista, che ci ha abituato alla frammentazione e ricomposizione delle immagini, affronta stavolta il tema della parola, esplorando l'intelletto e allacciandosi alla tradizione verbale della favola.

Maurizio Galimberti è uno dei maggiori fotografi italiani. Si dedica a questa attività a tempo pieno dai primi anni '90, periodo in cui ha iniziato a sviluppare il suo particolare stile. La sua collaborazione con Polaroid, insieme all'influenza di artisti come Boccioni e Duchamp lo hanno portato a elaborare la sua tecnica del mosaico. Egli infatti frammenta il soggetto della fotografia, rielaborandolo e ricomponendolo attraverso una serie di istantanee. La caratteristica di Galimberti è quella di riuscire a visualizzare al primo sguardo la scomposizione di un volto, di un edificio o di qualsiasi soggetto si appresti a immortalare. Il risultato è una sorta di puzzle in movimento.

Le sue sperimentazioni insieme all'utilizzo di una macchina fotografica come la Polaroid, oggetto in qualche modo magico, hanno reso la sua arte unica ed eterna, come una scultura o un quadro. Questo particolare strumento dona plasticità ai mosaici dell'artista, che interviene direttamente sulla particolare percezione della realtà che ha in quell'istante.

Proseguendo il suo percorso di sperimentazione, Galimberti è arrivato a un'altra forma di comunicazione realizzata utilizzando nuovi soggetti. La mostra In illo tempore vox populi estremizza in qualche modo la vocazione concettuale dell'arte di Galimberti. Al centro dell'attenzione è posta una sorta di ricerca filologica sul significato delle parole e sul modo in cui tale significato cambia al modificarsi del contesto. Si assiste in questa mostra, alla mutazione di singole parole o frammenti di esse e si assiste alla loro ricomposizione in frasi.

Il mosaico dunque, resta sempre la linea guida. Come lo stesso artista ha dichiarato di recente in un'intervista rilasciata al magazine Image in Progress, questa evoluzione della sua arte non rappresenta infatti un cambio di rotta, ma è semplicemente un passaggio verso una fase più onirica e introspettiva che va oltre la materialità degli oggetti, nella convinzione che "la fotografia si può trovare ovunque".

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