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Il voto alla destra è un voto all’ingovernabilità

In base agli ultimi sondaggi il PDL è in rimonta. Ma per l’Italia è una corsa verso il baratro, che conduce ad un solo risultato: l'ingovernabilità del Paese.

Abbiamo imprese che chiudono, imprese che falliscono, imprese che licenziano, il debito pubblico, lo Spread, il caso Taranto, la disoccupazione giovanile alle stelle ecc ecc. In queste condizioni l’ingovernabilità costituisce il colpo mortale per il nostro Paese.

E l’ingovernabilità non è un accidente dovuto al caso, ma la conseguenza di posizioni politiche che attengono ai rapporti tra i partiti della maggioranza, all’affidabilità internazionale dei premier e dei partiti nazionali, ma anche all’azione politica perseguita.

Per governare, la coalizione Berlusconi/Lega più altri, dovrebbe avere la maggioranza assoluta, ma questa è un’ipotesi irrealistica. Comunque, anche qualora riuscisse ad avere tale maggioranza, gli impossibile governare gli interessi del nostro Paese in Italia, come in Europa.

Troppo fragile l’alleanza con il Carroccio, per l’assenza di un collante programmatico e per le incompatibilità personali ancora troppo recenti. Alcune divergenze programmatiche sul condono fiscale e la restituzione dell’Imu già sono venute fuori. Le incompatibilità tra il partito di Maroni e i partiti del meridione sui temi dei finanziamenti al sud piuttosto che al nord sono evidenti e mineranno alla base una già difficile convivenza tra queste forze.

Quando poi tali incompatibilità investono gli elementi identificativi di un partito (unita e solidarietà nazionale per i partiti post-fascisti e secessione per la Lega), allora diventano barriere insuperabili per un’ordinaria gestione del presente e per la programmazione del futuro. E certo è difficile superare la contraddizione di Fratelli d’Italia che, nato per contrastare Berlusconi e la Lega, se li trova come alleati.

E sul piano delle incompatibilità personali non può essere trascurato il disprezzo della base leghista per Berlusconi, che si è tradotto nel rifiuto di indicare il Cavaliere come Presidente del Consiglio. Il tasso di insofferenza reciproca della coppia Tremonti-Berlusconi è stato già sperimentato a nostre spese nel precedente governo di destra.

Il fatto è che la coalizione di destra è un alleanza finta destinata a finire dopo le elezioni, un’alleanza elettorale, un'alleanza di potere che serve ai partiti che ne fanno parte, non al Paese, e oggi meno che mai, stante la situazione drammatica in cui è immerso.

Ma non si governa solo in Italia, si governa anche in Europa, dove gioca un ruolo importante la stima e l’affidabilità degli altri partner. L’affidabilità del Cavaliere in Europa era già era ridotta al lumicino qualche anno fa. Oggi ,dopo gli sproloqui su Mussolini, le minacce di uscire dall’euro, le promesse di abolire l’IMU, è diventata inesistente.

Il mancato ricambio del partito di Berlusconi in termini compatibili con le linee politiche del PPE lo ha posto fuori gioco. Certo non consente a tale partito un’adeguata difesa dei nostri interessi e un adeguato contributo alla costruzione dell’Europa.

In queste condizioni quale lo spazio che sarà concesso alla coppia Berlusconi-Tremonti per la difesa degli interessi italiani? Quali gli spazi di governabilità per il Pdl in Europa quando il partito europeo di riferimento, il PPE, è in contrapposizione? Certamente non sarà maggiore di quello avuto in precedenza, quando siamo stati commissariati dalla BCE. Ma ciò significa impossibilità di governare gli interessi italiani a Bruxelles.

Ingovernabilità in Italia, ingovernabilità in Europa, questa la prospettiva di una vittoria della destra: l’ingovernabilità.

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