• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Il sistema elettorale di Sanremo 2022 (o Amadeus-ter)

Il sistema elettorale di Sanremo 2022 (o Amadeus-ter)

Ecco come funziona il sistema elettorale che determinerà il vincitore della 72a edizione del Festival della canzone italiana

di Alessio Vernetti

La 72a edizione del Festival di Sanremo si tiene dopo una settimana quirinalizia per noi molto intensa, ma non potevamo esimerci dal descrivere il suo sistema elettorale: lo abbiamo fatto per il Mattarella-bis, per cui perché non dovremmo farlo per l’Amadeus-ter?

Vediamo quindi come funziona il “Sanremellum” di quest’anno. Innanzitutto, come già accaduto nel 2019, non ci sarà una divisione tra cantanti già affermati e nuovi volti della musica italiana, ma ci sarà una gara unica con 25 cantanti: 22 partecipanti saranno artisti di chiara fama, mentre gli altri saranno i primi tre classificati di Sanremo Giovani 2021.

In ognuna delle prime due serate, ossia martedì e mercoledì, si esibiranno 12 o 13 cantanti, presentando i brani inediti con cui si candidano alla vittoria. In entrambe le serate le canzoni verranno votate, in maniera disgiunta, dalle 3 componenti di voto della giuria della sala stampa, tv, radio e web:

  • Giuria della carta stampata e tv (peso: un terzo)
  • Giuria delle radio (peso: un terzo)
  • Giuria del web (peso: un terzo)

Nella terza serata, giovedì, si riesibiranno tutti i 25 cantanti e a valutarli saranno il televoto (peso: 50%) e la giuria demoscopica, ribattezzata per l’occasione “Demoscopica 1000” perché formata da mille componenti – quasi quanti i grandi elettori del Quirinale – i quali voteranno da remoto attraverso un’applicazione ad essi dedicata (peso: 50%). La media tra le percentuali complessive di voto ottenute giovedì e nelle serate precedenti determinerà una nuova classifica.

Nella quarta serata, venerdì, ognuno dei 25 artisti in gara presenterà una cover di una canzone facente parte del repertorio italiano ed internazionale degli anni ‘60, ’70, ’80 e ’90. Gli artisti, che potranno anche cantare in lingua straniera e scegliere se esibirsi da soli oppure insieme ad ospiti italiani o stranieri, saranno votati:

  • Dal pubblico con il televoto (peso: 34%)
  • Dalla giuria della sala stampa, tv, radio e web, che voterà in maniera congiunta, senza la divisione nelle 3 componenti delle prime due serate (peso: 33%)
  • Dalla giuria demoscopica (peso: 33%)

Di nuovo, la media tra le percentuali di voto di questa serata e quelle ottenute in precedenza determinerà una nuova classifica.

Nella quinta e ultima serata di sabato, infine, si esibiranno ancora una volta tutti i 25 artisti, i quali saranno valutati dal pubblico a casa attraverso il televoto. Queste percentuali verranno combinate con le serate precedenti e la media darà vita a una nuova classifica, con cui si determineranno le posizioni dalla 25a fino alla 4a, mentre i tre cantanti più votati accederanno alla finalissima che avrà luogo subito dopo.

Nella finalissima – una sorta di ballottaggio a tre – i risultati precedenti saranno completamente azzerati e i finalisti saranno valutati da televoto (34%), giuria demoscopica (33%) e sala stampa, tv, radio e web (33%). Il vincitore del 72° Festival di Sanremo sarà poi colui che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2022, che si terrà a maggio a Torino.

 

Gli elettori

Abbiamo visto che a Sanremo non vi è un solo elettorato bensì tre corpi elettorali differenti, che negli anni passati spesso non hanno espresso le stesse preferenze.

Per esempio, nell’edizione 2019 Mahmood rimase sempre piuttosto indietro nel televoto, ma alla fine riuscì comunque a vincere. In particolare, nella finalissima a tre il televoto – che pesava per il 50% – lo piazzò in terza posizione dietro a Ultimo e ai ragazzi del Volo, tuttavia sia la sala stampa (30%) che la giuria d’onore (20%) lo collocarono al primo posto, permettendogli di vincere.

La vittoria di Mahmood fu dunque criticata in quanto non corrispondente alla “volontà popolare”. Tuttavia, anche il televoto in passato non è stato esente da critiche: nell’edizione del 2010 il trio composto da Pupo, dal principe Emanuele Filiberto di Savoia e dal tenore Luca Canonici riuscì ad accedere alla finalissima grazie al televoto – che non poteva essere controllato nel numero massimo di voti espressi – e l’orchestra, in segno di protesta, lanciò gli spartiti accartocciati sul palco, mentre il pubblico in sala fischiò a lungo il trio.

Anche nell’edizione di due anni fa vinta da Diodato, però, c’è stata una discrepanza tra i cantanti vincenti nel voto popolare – ossia nel televoto – e quelli votati dalla sala stampa. Non è stato così, invece, l’anno scorso: nonostante il boom sui social di Fedez e Francesca Michielin, i Måneskin nella finalissima a tre sono risultati i più votati sia dal pubblico da casa che dalla sala stampa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità