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Il procuratore Lembo come Mancuso, parla e racconta l’affare rifiuti in Campania

«Assumiamo con grande preoccupazione le informazioni rese oggi dal procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, il Dott. Lembo». Lo dichiara Antonio Amato Presidente della III Commissione Regionale Speciale su ecomafia, bonifiche ambientali e siti rifiuti a seguito dell’audizione svolta con il Procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo. Vediamo cosa altro emerge in seduta di commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti il 13 ottobre 2010: La legge n. 26 del 26 febbraio 2010, ha sancito la cessazione dello stato di emergenza in Campania e ha stabilito una serie di regole e l'inaugurazione di una nuova fase che doveva restituire al potere politico locale la responsabilità della gestione dell'intero ciclo, in particolare alle province. Posso dirlo con estrema chiarezza: l'intenzione del legislatore è stata in qualche modo non voglio dire tradita - userei una parola troppo grossa - ma non è stata puntualmente adempiuta. Come si sa, la gestione del ciclo dei rifiuti era ed è tuttora riservata in gran parte a un consorzio unico detto Consorzio unico di bacino, erede di una situazione abbastanza dannosa. Questo consorzio è stato messo in liquidazione - vedremo nel dettaglio in che modo, con quali risultati, con quali forme e con quali modalità, talvolta anche rilevanti sotto il profilo penale - ma la cosa più importante da sottolineare in questa sede è che non solo non ha provveduto ancora alla liquidazione, ma non ha probabilmente un'esatta cognizione dei dati necessari per provvedere non soltanto alla liquidazione, ma anche all'esercizio interinale dell'attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che dovrebbe essere poi appannaggio esclusivo, secondo la legge, della provincia.

Alla data del 30 settembre 2010 la provincia, per il tramite della società Gisec, attualmente presieduta da un ex magistrato ex coordinatore della DDA di Napoli provvede esclusivamente alla gestione dei siti tecnici, delle discariche per intenderci, in quanto questo passaggio è effettivamente avvenuto. Tuttavia, l'intera raccolta costituisce ancora un'operazione di competenza del consorzio. Molti comuni sono morosi nel pagamento del contributo che si deve al consorzio per l'operazione di raccolta.

Con un atto formale, sempre del 30 settembre 2010, il presidente della provincia di Caserta ha annunciato quale sarà la sua politica nel settore in esame, ha cioè dichiarato testualmente in un provvedimento formale che intende chiedere la proroga del regime straordinario di emergenza. Per quanto riguarda il punto cruciale, ovvero la raccolta differenziata, posso affermare che si tratta di un vero e proprio bluff. Abbiamo, infatti, continuato quelle operazioni che vi ho riferito nella precedente audizione, ossia il pedinamento del sacchetto dei rifiuti e il collega Ceglie è in possesso delle informative di due importanti comandi di compagnia dei carabinieri della zona che ci dicono come vengono raccolti e che fine fanno i rifiuti cosiddetti differenziati.

Uso un termine generico, ma comprendete bene che nell'ambito delle criticità molto spesso si annidano fatti di rilevanza penale, come affidamenti brevi manu al di fuori delle procedure legali di affidamento e così via.

Vorrei aggiungere soltanto un'avvertenza: nella parte della relazione scritta che chiederò alla sua cortesia di secretare abbiamo ritenuto di riportare per esteso gran parte del corpo delle dichiarazioni rese da alcuni protagonisti, addetti ai lavori, per fare avere alla Commissione un'idea di prima mano di quale sia il livello di professionalità, di competenze e di conoscenza delle problematiche connesse con l'intero ciclo dei rifiuti. Antonella Cantiello, Sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere

Abbiamo avuto grandissime difficoltà perché quella che eufemisticamente è stata definita «confusione contabile», in realtà, ha dovuto scontrarsi con due dati di assoluto sconcerto, ovvero l'assenza di dati contabili di riferimento e la mancata approvazione nei termini di legge, negli ultimi due anni - abbiamo, infatti, preso in esame gli ultimi due anni di gestione, l'intero 2009 e il 2010 allo stato attuale - di bilanci regolarmente approvati da parte del Consorzio unico di bacino. La situazione al consuntivo del 2009 vede, per i comuni facenti parte del Consorzio unico di bacino, il sostenimento di una spesa pari a circa 40 milioni di euro. Questa spesa, però, basata unicamente sul canone annuo che il comune consorziato versa al Consorzio, lievita di circa l'84 per cento per arrivare a un ammontare di circa 71 milioni di euro. Si arriva, quindi, a una cifra pari a 100 milioni di euro in difetto. Quindi per l'anno 2009 a consuntivo l'importo è di 70 milioni di euro per i comuni facenti parte del Consorzio e di circa 58 milioni di euro per i comuni non consorziati. L'intero ciclo nella provincia di Caserta supera i 200 milioni di euro all'anno. Un importo appetibile per chi fosse interessato a inserirsi in un affare che ha una sua valenza economica assolutamente evidente.

La questione della gestione degli automezzi e del personale sono due profili estremamente critici soprattutto è noto che di recente si sono verificati degli episodi di boicottaggio sindacale, ma anche di sabotaggio di un gran numero di automezzi destinati alla raccolta dei rifiuti. Questo ha determinato una paralisi, come è intuibile, della raccolta e l'affidamento, con quelle procedure di somma urgenza, del servizio a ditte esterne. Provocando l'emergenza.

Donato Ceglie, Sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nel corso della prima audizione fatta a Caserta, abbiamo riferito di un'indagine in corso che riguardava in particolare i Regi Lagni, il sistema di canali e di rete idrica che si estende per circa 1.100 chilometri tra le province di Napoli e di Caserta. Ricorderete, che su richiesta del nostro ufficio, il giudice per le indagini preliminari ha emesso 26 misure cautelari personali nonché il sequestro di più di 30 aziende bufaline e di tre grossi depuratori che, in astratto, dovrebbero depurare le acque e i rifiuti liquidi collettati dai comuni della provincia di Caserta. Ricorderete anche che i Regi Lagni sono in realtà una immensa discarica di rifiuti solidi e liquidi che va direttamente a mare. I controlli di legalità amministrativa andrebbero fatti prima di quelli giudiziari. Ma il vero tema è: chi controlla i controllori? Buona parte dei controllori si sono dimostrati spesso criminali che vivono di corruzione e concussione. Gruppi di funzionari dello stato che operano alle spalle dello Stato. Nella Provincia di Caserta questo è un costume enormemente diffuso. La depurazione non avveniva e spesso i fanghi cosiddetti di depurazione inquinavano ulteriormente acqua che entrava già inquinata. Ma se noi abbiamo reso noto tutto questo, come è possibile che nessuno presso questa Regione, che pure ne ha titolarità, ha mai effettuato un’attività di verifica sui controlli? Come si è fatto a non vedere? E perché nessun rappresentate istituzionale regionale ci ha mai chiesto di consultare gli atti delle indagini realizzate per verificare la fallacia del sistema di controllo e apportare i dovuti correttivi?

Dalle riprese della Guardia di finanza sono emerse, in particolare, due enormi criticità: la gestione del percolato e la gestione di aree che dovrebbero essere centri di trasferenza ma si traducono concretamente in discariche.

Quelli che vedete sono impianti commissariali, le montagne che vedete sono i rifiuti urbani che vengono raccolti, quando vengono raccolti, dai comuni delle province di Napoli e Caserta. Ricordo, infatti, a me stesso che gli impianti della provincia di Caserta sono serventi in buona parte anche Napoli e i comuni della sua provincia. Non sfugga questo particolare: il Consorzio unico è il consorzio delle province di Napoli e di Caserta. Questi sono gli impianti - come vedete stracolmi di gabbiani, con tutto quello che comporta la presenza di centinaia e centinaia di volatili che vanno a mangiare sulle aree in cui sono depositate le famose eco balle diventati delle discariche a cielo aperto che producono percolato. Di qui a un secondo dovremmo vedere una zona fortemente interessata dalla presenza di percolato che, se viene raccolto, viene raccolto con grande ritardo, ma abbiamo elementi per poter dire che a volte viene raccolto ma non sempre viene smaltito correttamente. Presidente Pecorella. Ora, che cosa non funziona nella pubblica amministrazione?

Gerardo D'Ambrosio. Quando siamo andati a Caserta siamo andati anche ad Acerra e abbiamo visto il termovalorizzatore i dirigenti del termovalorizzatore hanno detto che per togliere le discariche a cielo aperto ci vorranno nove anni.

Corrado Lembo, Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.


Vorrei dire una cosa molto chiara: è stato ricordato dal presidente che non è compito della magistratura provvedere a porre rimedio a queste situazioni, ma suo è sicuramente il compito di attivare i doverosi controlli di legalità. «Al personale - dice un certo dottor Raucci, che era il responsabile del servizio igiene urbana del Consorzio di bacino - io pagavo 200.000 euro al mese di straordinario mentre c'erano degli impiegati che non facevano nulla», i cosiddetti soprannumerari, il personale in esubero. La spiegazione di questo fenomeno ci è stata fornita da un altro addetto ai lavori, un generale ingegnere dell'esercito che si occupa attualmente dello stesso settore, il quale addirittura si meraviglia che noi non ne sappiamo nulla. Ebbene, questo generale ci ha detto che ci sono state assunzioni clientelari, con una precisa matrice politica.

Tuttavia, lo stesso testimone dice anche altre cose. Per esempio, il Consorzio, che ha ben 429 mezzi in dotazione, non li impiega tutti e li lascia marcire nelle officine perché non paga le operazioni di manutenzione quindi, di necessità, il ricorso a ditte private che forniscono gli stessi automezzi.

Durante il periodo dell'emergenza ci sono stati stanziamenti, si sono abituati male i gestori del ciclo, hanno ricevuto soldi che non hanno impiegato per le finalità per le quali venivano stanziati. Adesso le cose non sono più risolvibili con questo sistema, bisogna provvedere a realizzare un buon ciclo, una buona economia, una buona finanza e così via.

Riformare l'intero sistema, e soprattutto gli uomini di questo sistema. È utile che l'opinione pubblica sia a conoscenza di queste cose. Un altro tema di indagine riguarda il modo in cui vengono scelti i privati. Credo che questo debba essere oggetto di secretazione.

Ci hanno detto che c'è un convitato di pietra in questo affare che sta a guardare alla finestra e aspetta di vedere come vanno le cose.
La
Gisec potrà ricevere l'immondizia raccolta nei comuni, e dichiara di essersi attrezzata per questo, ma la raccolta, con la generale confusione che c'è, non è in grado di farla perché non sono state ancora poste le premesse organizzative per procedere. Ce l'hanno detto chiaramente gli addetti ai lavori, e sono le stesse persone che stavano a guardare prima e che non sono rimaste sempre a guardare, a volte sono entrate nell'affare.

Ecco perché abbiamo esordito con i numeri di quest'affare perché sono questi i dati su cui occorre riflettere: qual è il volume d'affari? Chi sono i soggetti che operano in questo settore? Chi ha il know how per fare questo mestiere in Campania? È possibile che verranno tutti dalla Germania oppure da altre regioni virtuose d'Italia a fare la raccolta dei rifiuti a Casal di Principe, a Casapesenna, San Cipriano d'Aversa e così via?

È chiaro che in questi comuni c'è il sindaco, e il sindaco - sarà un caso - di Casal di Principe è stato l'attuale direttore generale del Consorzio nominato dal commissario liquidatore Tortorano.

Dallo stesso sindaco di Casal di Principe - lo leggerete - siccome noi chiediamo prima chi sono, da dove vengono, cosa facevano prima i vari direttori generali perché sono domande fondamentali che qualsiasi inquirente dotato di un minimo di cognizione investigativa deve fare, abbiamo saputo tre cose: che è stato sindaco del comune di Casal di Principe, sia pure nel 2003, che faceva parte di una compagine politico-amministrativa di cui faceva parte anche un partito politico, che non nomino, ma che faceva capo però ad un soggetto in Campania che era interessato, anche in quanto amministratore delegato o presidente - non ricordo - di una società che gestiva la raccolta dei rifiuti in quel comune e che fece cadere, come ci ha detto il sindaco, ora direttore generale, l'amministrazione comunale.

Non sarà stato sul problema dei rifiuti, ma aveva un potere di interdizione politica. Ci sono anche altri soggetti che hanno un peso molto qualificato e che sono molto più ascoltati, a volte, degli stessi politici, scusate se mi permetto di fare questa osservazione.

(Tortorano in data 2 novembre si vedeva notificato il divieto di esercizio della professione di dottore commercialista. La misura interdittiva e' stata emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale procura della Repubblica. Il provvedimento è relativo all'attività di Tortorano quale liquidatore giudiziale della societa' Finpa Srl, nomina ricevuta dal tribunale di Napoli il 21 novembre del 2007. Ma i suoi effetti ricadranno anche sull'attività svolta al Consorzio di bacino al quale per conoscenza la misura è stata notificata. I soci della Finpa hanno segnalato numerose anomalie poste in essere dal liquidatore nello svolgimento dei suoi compiti. Gli accertamenti effettuati dagli investigatori hanno accertato - si legge nella nota della procura - ''che il liquidatore aveva gestito la citata societa' in modo disinvolto, appropriandosi personalmente d'ingenti somme di denaro quali compensi, non proporzionati alle attivita' effettivamente svolte e distribuendo, nel giro di pochi mesi, a terzi professionisti da lui incaricati rilevanti importi di denaro, svuotando di fatto le casse della societa' in liquidazione''. Tra gli incarichi affidati a terzi anche quelli demandati alla moglie dello stesso liquidatore e ai suoi collaboratori di studio, spesso rivelatisi inutili) Fine audizione.

La prossima dichiarazione è di Antonio Amato Presidente della Commissione regionale su ecomafie, bonifiche ambientali e siti di smaltimento rifiuti: «Abbiamo interloquito con i procuratori capo Lepore e Mancuso per individuare una serie di punti nevralgici sui quali intervenire. Esistono chiaramente delle priorità che vanno affrontate, a partire da quella che lo stesso Lepore ha definito “la bomba ecologica” di Pianura. La presenza di interi TIR con materiale inquinante seppelliti. Stesso discorso vale per altre due chiare priorità: Giugliano, per la cui bonifica i fondi destinati restano insufficienti, Acerra/Marigliano, dove, nell’area dei Regi Lagni si continuano ad accumulare carcasse di bufali maschi. C’è però un altro dato inquietante che è emerso, ed è quello relativo alla “spedizione” di rifiuti speciali verso l’Oriente e l’Africa attraverso il Porto di Napoli. Ma nel Porto di Napoli, evidentemente, ci sono molti chiaroscuri relativi alla questione rifiuti che vanno chiariti»,

Cose conosciute Amato, da tutta la popolazione, adesso, è tempo di agire e in fretta. Noi diciamo che la Gisec spa non ci piace, e non ci piacerà nulla fin quando di tutto si parlerà tranne che di assicurare alla giustizia tutti gli uomini dell'emergenza rifiuti in Campania, dai governanti, locali e nazionali, agli amministratori delegati, od unici, delle società vincitrici di gare d'appalto poco o nulla trasparenti, ai controllori con il vizietto di chiudere un occhio, spesso, entrambi gli occhi. I cittadini hanno il sacro santo diritto di partecipare alla gestione rifiuti come meglio credono, di disporre e quindi di ottenere, in maniera del tutto gratuita, impianti per il compostaggio domestico dal proprio comune, delle oasi ecologiche per conferire materiale differenziato e riciclabile, di conoscere le tariffe, di sapere quali aziende locali produrranno attraverso la loro carta, vetro e plastica differenziata. Soprattutto i cittadini hanno il sacrosanto diritto di conoscere l'iter che coinvolgono i rifiuti industriali ed ospedalieri, chi se ne occupa, come e dove vengono smaltiti, infine hanno un altro importantissimo diritto, quello di conoscere la verità e quindi di non dover più leggere di audizioni o documenti secretati.

Basta con i proclami, con le menzogne, con il fingere. Tutta la Campania è distrutta, piegata su se stessa, in agonia. Terzigno e Pianura, va dato atto, hanno e stanno pagando il prezzo più alto, tra sacrifici umani e continui depistaggi.

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