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Il primo parco tematico Ferrari realizzato nel Dubai e perché no a Maranello o Roma ?

Si chiama Ferrari World di Abu Dhabi, un enorme parco di divertimenti di 86.000 mq con la copertura più grande (200.000 mq) che sia mai stata realizzata per strutture di questo tipo, con attrazioni per uomini, donne e bambini amanti dei motori. Le auto della casa di Maranello sono esposte e disponibili per essere fotografate, toccate e con i simulatori è possibile provare l’ebbrezza dei piloti di Formula 1. 

L’inaugurazione è avvenuta solo con la presenza della stampa a causa del lutto che ha colpito gli Emirati Arabi, la morte nella notte dello sceicco Saqr Al Qasimi. Mi chiedo: perché nel Dubai quello che doveva essere realizzato in Italia?
 
La domanda si ricollega alle problematiche suscitate dalla dichiarazione di Marchionne, amministratore delegato della Fiat, che da tempo sta portando avanti una politica aziendale mirante a portare all’estero tutta la produzione auto. E’ verissimo, la nostra mano d’opera è più costosa, semplicemente perché è adeguata a stili di vita e conquiste sociali che in altri stati debbono ancora arrivare. La Fiat ha dato molto all’Italia e da questa ha ricevuto altrettanto, ma la globalizzazione non deve significare porre le persone di fronte all’alternativa se adeguare di nuovo i propri livelli sociali a tempi ormai superati o perdere il lavoro. In sintesi direi che dobbiamo continuare ad essere gelosi delle nostre conquiste che si annoverano nei campi sociali, tecnologici, culturali, enogastronomici, sportivi, ecc. dimostrando al mondo intero che sono punte di eccellenza conquistate con il duro lavoro di intere generazioni di italiani che hanno espresso la propria genialità e sollecitato con rigorose lotte sindacali il miglioramento del proprio stato sociale, conquistando servizi sanitari, scolastici, pensionistici che ci collocano ai primi posti tra le società avanzate del mondo. La Ferrari è una delle cattedrali della tecnologia italiana. E’ ovvio che ben vengano tutte le iniziative per fare conoscere il marchio della più “bella rossa" del mondo, ma le grandi novità debbono partire ed essere prima testate in Italia, dopo possono essere esportate nel resto del mondo. Perché? 
 
Semplicemente per dire a tutti che globalizzare non vuol dire tenerci e considerare simbolo dell’Italia le cose brutte, mentre le cose belle sono conquiste del mondo. Troppo comodo. Non si può svendere l’impegno millenario di un intero popolo. 
 
L’inaugurazione al pubblico, con trombette, zucchero filato, bandierine con il cavallino rampante ed i fuochi d’artificio è rimandata al 30 novembre prossimo. A Maranello tutti alla televisione, forse al Tg faranno vedere il servizio… Dopo la spazzatura di Acerra.

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