Il percorso fra le rinnovabili. L’esempio dell’isola di El Hierro
Chi l'ha detto che le rinnovabili non sono una valida alternativa al nucleare? Le Monde, attraverso un lungo reportage racconta di coraggiose e sbalorditive iniziative locali.
Il 4 e 5 Aprile, l'Agenzia internazionale per le rinnovabili ha tenuto la sua prima assemblea generale. L'obbiettivo era alquanto ambizioso. Oggi il carbone, petrolio e gas costituiscono l'87 per cento dell'offerta mondiale di energia, le rinnovabili il 7 per cento e il nucleare il 6 per cento. Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia entro il 2035 le energie fossili passeranno dall'87 per cento al 78 per ceonto, le rinnovabili dovrebbero arrivare al 14 per cento e il nucleare non andare oltre all'8 per cento.
Purtroppo, per fare in modo che ciò si verifichi bisogna affrontare alcuni ostacoli. Il primo è il prezzo dell'elettricità che producono. Per ridurre il prezzo serve il sostegno degli stati. Essi, nel 2009 hanno destinato 312 miliardi di dollari (219 miliardi di euro) alle energie fossili e 57 miliardi alle rinnovabili. Oggi il primo settore produce molta più occupazione del secondo. Inoltre, molte industrie anziché aumentare i fondi alla ricerca e allo sviluppo destinati alle soluzioni verdi, preferiscono lavorare a energie fossili più pulite. Un secondo ostacolo può essere rappresentato dal quadro legislativo. Aziende e privati hanno bisogno di un quadro legislativo stabile. I tagli al fotovoltaico, alla fine del 2009 hanno mostrato quanto i governi trascurano le energie verdi. A livello locale le iniziative non mancano, Le Monde ne ha raccontate alcune.
La prima iniziativa è presente nell'isola di El Hierro (che in spagnolo significa: "ferro", in memoria del suo passato vulcanico). Questa è una piccola isola dell'arcipelago delle Canarie, importante per essere stata la prima isola a produrre interamente energia da fonti rinnovabili. Per i 10.700 abitanti dell'isola il vento è un compagno di vita quotidiano ed hanno imparato ad addomesticarlo. Cinque turbine eoliche, per una potenza di 11,5 megawatt verranno montate sulla punta nordorientale dell'isola. Una parte dell'energia sarà introdotta nell'energia elettrica, un'altra parte pomperà acqua in un bacino artificiale di 150mila metri cubi. L'acqua sarà spinta in un altro bacino a 700 metri d'altezza. Tre chilometri di canalizzazioni collegheranno nei due sensi i serbatoi. L'acqua sarà usata quando mancherà il vento e produrrà 11,6 megawatt. In questo modo l'energia eolica diventerà una fonte di approvigionamento continua, con un'autonomia di quattro giorni giorni anche in totale assenza di vento.
Il progetto è nato 25 anni fa e per tutto questo tempo si sono battuti con il governo spagnolo e la Commissione europea. L'isola è il fiore germogliato nel deserto delle rinnovabili. Il principio del trasferimento di energia tramite il pompaggio non è nulla di rivoluzionario. Il Marocco lo ha già adottato in una regione e è in procinto di utilizzarlo in due altre regioni. La Francia anche ha sfruttato lo stesso principio. Tuttavia è la prima volta che le attività legate alle pompe e alle turbine assiccureranno l'autonomia energetica di una collettività.
El Hierro ha pensato in grande. La sua energia sarà sufficiente per soddisfare i bisogni energetici dei 60 mila turisti che la visitano ogni anno. Il surplus di elettricità permetterà di far funzionare tre impianti di desalinazione dell'acqua di mare che servirà per l'irrigazione di alcune parti dell'isola. Le installazioni diventeranno operative nel 2012 e fermeranno l'importazione via mare del gasolio. L'insieme del progetto è costato ben 65 milioni di euro, 35 milioni li ha messi il governo spagnolo. Una volta ammortizzati i costi, la vendita di elettricità dovrebbe fruttare 9 milioni all'anno che verranno reinvestiti nell'economia locale. Javier Morales, vicepresidente del consiglio territoriale, parla anche di una seconda tappa, ovvero sostituire le seimila automobili con auto elettriche. Anche queste richiederanno 65 milioni di euro. Vendendo elettricità allo stesso prezzo della benzina la spesa sarà ammortizzata in dieci anni. La popolazione è contenta non solo perché tutto ciò è redditizio, ma anche perché è un modo per produrre energia pulita che porterà grande pubblicità all'isola. La protezione della natuna è una vera e propria religione. Nel 2000, El Hierro è stata dichiarata "riserva della biosfera". Per evitare che le turbine eoliche rovinino il paesaggio sono state posizionate in luoghi esposti al vento e allo stesso tempo poco visibili. Le condutture d'acqua sono invece parzialmente interrate. La terza tappa prevede delle istallazioni solari e fotovoltaiche e un sistema di riciclaggio di rifiuti. Le cooperative agricole, i ristoranti e le mense scolastiche hanno già raggiunto un accordo. Inoltre, entro la fine del decennio l'intero cibo locale sarà biologico. La quarta ed ultima tappa prevede che i giovani,dopo il liceo potranno specializzarsi in settori che riguardano le energie rinnovabili. L'isola, meta degli appassionati di trekking, immersioni e archeologia diventa un esempio per le isole vicine come Tenerife e Ikaria.
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