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Il nostro futuro è a un incrocio

Ogni giorno leggiamo notizie allarmanti, come quella della dichiarazione della Corte dei Conti che denuncia nell’ultimo anno l’aumento dei reati di corruzione del 229%.

Scandali e ancora scandali: ogni giorno i giornali ci parlano di politici e amministratori presi con le “mani nella marmellata”. Lobby affaristiche, altissimi costi della politica, lo sperpero di denaro pubblico, la disoccupazione che avanza, la crisi dell’industria, le speculazioni. L’Italia è alla deriva a causa di una classe politica che usa i privilegi per curare i propri interessi, invece che mettersi al servizio del bene comune. E’ palpabile la sfiducia e la rabbia di coloro che non si vogliono rassegnare a vedere il proprio futuro, e quello dei propri figli, rapinato dai potenti di turno.

E’ necessario risvegliare le coscienze, riaccendere il cervello e uscire da questa palude per costruire un nuovo paradigma culturale e politico. Siamo fermi in mezzo a un incrocio: intorno a noi quattro strade. E’arrivato il momento di scegliere. La prima porta alla rassegnazione, all’indifferenza, all’individualismo, al qualunquismo… Tutto rimane come prima… o ancor peggio.

La seconda via è sperare nell’arrivo dell’”uomo della provvidenza”, che trasformerà, dall’interno, il sistema partitocratico italiano e farà rinascere questo Paese in pezzi. Ma questa strada in Italia l’abbiamo già percorsa, prima con il ventennio fascista ed ora con il quasi ventennio di Berlusconi.

La terza strada è quella del “colpo di stato” o della “rivoluzione popolare”. Né una né l’altra sono scenari possibili e auspicabili nell’Italia del XXI secolo. Rimane l’ultima via: occorre essere consapevoli che per recuperare la politica al significato originale (mettersi al servizio del bene comune) bisogna avere spazi di rappresentanza, strumenti di governo, essere dentro ai meccanismi decisionali e “contare”. Ecco allora la necessità di costruire dal basso, impegnandoci tutti, una nuova esperienza politica, che dia voce alla voglia di cambiare aria. Cambiare non combattendo la realtà esistente, ma costruendo un modello nuovo che renda la realtà obsoleta. Fuori dalle superate categorie “sinistra-centro-destra”, dalla personalizzazione della politica, dalla delega in bianco. Senza compromessi, resistendo alle tentazioni di coloro che cercano di comprarci con qualche “posto al sole”.

Quattro strade dunque: scegliamo quella che ci piace di più…. ma per favore non stiamo in mezzo all’incrocio a mugugnare e a lamentarci.

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