• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Il nodo Regione Campania e Comune di Napoli, fatti e misfatti

Il nodo Regione Campania e Comune di Napoli, fatti e misfatti

E Veltroni chiede a Bassolino di dimettersi entro Natale e il rimpasto per la giunta Jervolino.

Dopo il suicidio di Nugnes e le dimissioni di Cardillo, un’inchiesta giudiziaria rischia di spazzare via quindici anni di governo di centrosinistra a Napoli e in Campania.

Quello che succede oggi è figlio del Congresso DS 2000 al Lingotto. L’allora Sindaco uscente Antonio Bassolino non vuole correre come Governatore della Regione Campania, i rapporti con il segretario uscente Massimo D’Alema sono tesi e solo une mediazione in extremis evita la rottura. Bassolino si candida, suo malgrado, come Governatore vincendo le elezioni e rivincendole nel 2005.

Le giunte, che nell’epoca del cosidetto Rinascimento napoletano erano formate da “tecnici”, diventano terra di “spartizione” dei partiti. Assistiamo all’ascesa e alla caduta della corrente bassoliniana. Una corrente fortissima all’interno degli ex-DS che, però, ad un certo punto ha dovuto chiedere aiuto a “Roma”.

Dopo le elezioni politiche Bassolino è a pezzi, attaccato da Napolitano trova in D’Alema (suo vecchio avversario) un supporto. L’ex-segretario DS inserisce suoi uomini nelle figure chiave della Regione, primo fra tutti Claudio Velardi, Assessore al Turismo della Campania. E’ in questa logica di veti correnti e veti incrociati che esplode l’ingovernabilità della Regione che, come da intercettazioni dei prossimi giorni, diventa luogo di accordi tra la sinistra e la destra. Il 29 Novembre Velardi, sul suo blog, alza la voce contro magistratura e fa il suo lavoro di comunicatore (era il capo della comunicazione di D’Alema alla Presidenza del Consiglio).

La destra vede inarrivabile la poltrona di Sindaco o di Governatore, allora scende a patti: appalti, forniture, corsi di formazione, utilizzo dei fondi UE.

Miliardi che hanno ricoperto Napoli e la Campania in questi anni e che sono stati oggetto di una vero e proprio “patto”.



I punti ancora oscuri sono la presenza del figlio di Di Pietro e il ruolo di Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise.

Guardare attraverso lo zero per capire. Guardare verso la notizia della quale si è parlato poco: le dimissioni del “Ministro delle Finanze Campane” Enrico Cardillo. “Cambio vita, torno all’impegno universitario e ai miei studi, la mia è una scelta di vita, maturata e comunicata, in via riservata, al Sindaco, in tempi non sospetti, oltre un anno e mezzo fa - ha aggiunto - ho sempre pensato che la Politica fosse, per me, un impegno a tempo determinato”.

Le indiscrezioni a nostra diposizione vanno nella direzione opposta, sappiamo per certo che Cardillo fu imposto al Sindaco Jervolino al momento della scelta della Giunta. Da chi? Perché? Queste sono le domande che non trovano risposta se non nell’inchiesta che Magnanapoli che la magistratura conduce.

Cardillo è il raccordo tra Roma e Napoli, aspirava ad un posto in Parlamento, non viene eletto, non riesce a diventare sottosegretario. Per risarcimento viene riconfermato come assessore al bilancio del Comune di Napoli. Lui, Paolucci e Cozzolino formano il triangolo che supervisiona aziende e bilanci.

Gli accordi incrociati hanno consentito l’inserimento di soggetti terzi nelle maglie degli appalti pubblici in Campania. Dichiara oggi all’Espresso il filosofo Biagio De Giovanni, ex-parlamentare DS: “Bassolino è in crisi, ma ha ancora un potere enorme. Una egemonia che si fonda su lobby e corporazioni. Il suo partito personale gestisce interessi giganteschi”.

Guardare attraverso lo zero, anzi gli zeri, quei bilanci, quei fondi UE, guardiamoli bene: è tutto li’.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares