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Il grado del giudizio

Dunque, vediamo: la Banca d’Italia, probabilmente la tecnostruttura più sana rimasta in questo disgraziato paese, chiede il commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino (CCF), «per gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative», dopo l’ispezione della Vigilanza. Di lunedì le dimissioni del presidente del CCF, Denis Verdini, che è pure uno dei coordinatori del Pdl. In serata si era dimesso in blocco l’intero cda della banca, ufficialmente per solidarietà con Verdini, più verosimilmente per aver avuto sentore della richiesta di Bankitalia, ed evitare la rimozione d’ufficio.

Anche qui, le domande continuano a sorgere spontanee: la valutazione della Banca d’Italia è parte della “tempesta mediatica” di cui Verdini afferma di essere vittima, o c’è anche dell’arrosto, dietro la spessa coltre di fumo? Perché Verdini, anche alla luce dell’evoluzione di questi eventi, resta abbarbicato alla poltrona di coordinatore del Pdl? Forse perché pensa che ciò possa servire a far maturare una generazione di “garantisti” anche all’interno della Banca d’Italia? Possiamo guardare in faccia la realtà, pur senza condannare nessuno fino alla Cassazione, ma al contempo evitare improprie e furbe contaminazioni tra presunzione di innocenza ed opportunità politica?

Coraggio, un piccolo sforzo, possiamo farcela.

Update – L’invito è rivolto soprattutto al Tg1 che, nell’edizione delle 20, fa colpire Ida Peritore da amnesie selettive: “Intanto, la Banca d’Italia chiede il commissariamento del CCF, presieduto fino a venerdì scorso da Verdini”. Punto. No, non è la BBC.

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