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 Home page > Attualità > Politica > Il governo fa le pentole e i sindacati i coperchi

Il governo fa le pentole e i sindacati i coperchi

Quel diavolo di un governo ha fatto le pentole e Confindustria e sindacati confederali ci hanno messo i coperchi. Tremonti presenta una finanziaria da macelleria sociale, con la sua pesantezza pari a quasi 50 miliardi di euro, fatta di aumento dell’età pensionabile, blocco del turn over nel pubblico impiego e congelamento dei contratti nello stesso settore, interventi di aumento dei ticket sanitari e tagli alla spesa sociale; poco dopo Confindustria firma un accordo, con i sindacati “complici” Cisl e Uil ed una Cgil in versione “normalizzata”, che di fatto ha l’intenzione di stroncare sul nascere le prevedibili rivendicazioni e lotte di lavoratrici e lavoratori, studenti, precari, disoccupati, pensionati che subiranno nei prossimi mesi la ferocia della manovra finanziaria e le “ristrutturazioni” e le esigenze di profitto aziendali.

L’intenzione, nemmeno tanto nascosta, è quella di esportare il modello Fiat oltre i cancelli di Pomigliano D’Arco e Mirafiori e di farlo entrare forzosamente dentro qualunque luogo di lavoro nel territorio nazionale. Era stata la stessa presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ad affermare giorni fa la necessità dell’esigibilità dei contratti ed a fare riferimento esplicitamente al caso Fiat, con queste inequivocabili parole: «Quello che noi cercheremo di fare per la Fiat e le altre imprese è lavorare sul tema dell'esigibilità dei contratti. E se faremo un buon lavoro, questo è anche una risposta alle esigenze corrette che la Fiat manifesta».

L’accordo firmato, infatti, rimasto praticamente segreto fino al momento della firma, prevede la contrattazione nazionale quale strumento di affermazione di principi generici. La partita reale si giocherà nella contrattazione aziendale, che può prevedere accordi in deroga al contratto nazionale ogni qualvolta se ne ravvisassero “esigenze degli specifici contesti produttivi”. E per rendere validi gli accordi stipulati in sede di contrattazione aziendale è sufficiente l’approvazione del 50% più uno delle RSU, mentre l’esigilità del contratto aziendale è garantita da clausole di “tregua sindacale”.

Di fronte a queste cose, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha avuto da dire solo che con questo accordo è stata «superata una stagione di divisione» e che dopo una serie di accordi separati «il senso di questo accordo è aprire una stagione nuova». Certo, l’unità sindacale è una cosa importante. Ma non può costituire un valore in sé, nemmeno può essere un obiettivo da raggiungere a qualsiasi prezzo: in questo caso la riduzione degli spazi di democrazia sindacale e la limitazione dei diritti dei lavoratori sulla scorta delle esigenze aziendali.

L’unità sindacale ha bisogno di essere costruita direttamente ed a partire dai luoghi di lavoro, dove gli operai da troppo tempo sono lasciati soli. Ma che praticamente senza rappresentanza sindacale né politica, stavano riuscendo nell’impresa di ridare valore alle parole lavoro e dignità, con le lotte di Pomigliano e di Mirafiori e con i loro “no” agli accordi imposti da Marchionne. C’è, in quelle lotte, la volontà di restare uomini e donne in carne ed ossa pure dentro la fabbrica. Una volontà ed una speranza di poter resistere ben raccolta dalla Fiom in questi mesi, ma che ha continuato ad essere considerata anche in Cgil una anomalia da ricondurre nell’alveo di quella sorta di corporativismo che quest’ultimo accordo rappresenta.

Commenti all'articolo

  • Di Strangelove (---.---.---.0) 30 giugno 2011 15:34
    Strangelove

    E’ un po’ che questa storia continua. Direi alcuni decenni.

    I lavoratori dovrebbero finalmente capire cosa sono diventati i 3 sindacati italiani. Una corporazione che persegue finalità proprie e che usa la rappresentanza dei lavoratori come merce di scambio per ottenere vantaggi e rendite di posizione.

    Ogni volta che il sindacato cede diritti e pretese del mondo del lavoro ottiene prebende.

    In questo momento la triade ha in mente un unica cosa: lo sviluppo dei fondi pensione di matrice sindacale.

    Pensate un attimo alla storia degli ultimi anni. Il TFR passa in gestione ai fondi pensione, scippando di fatto il lavoro dipendente della disponibilità di questa somma alla fine del rapporto. In cambio confindustria riesce a spuntare tutti i vantaggi legati al taglio del cuneo fiscale. In concomitanza a questo Prodi rimodula le aliquote per far cassa colpendo le persone fisiche a più basso reddito: le piccole partite iva legate spesso a precari.

    Oggi la storia si ripete: i 3 sindacalisti nel ritratto ottengono tasse più alte sul risparmio delle persone fornendo così un vantaggio fiscale ai loro fondi pensione.

    I lavoratori dovrebbero ragionare su tutto questo. La tassazione delle rendite finanziarie finisce per colpire solo i ceti medio bassi. La storiella che queste tasse colpiscono i grandi patrimoni è una cosa indecente da ingoiare credo anche per i più sprovveduti. I sindacati di base e quelli che forse cercano di lottare veramente per i lavoratori dovrebbero cercare di superare una certa retorica demagogica e comunisteggiante che vede nel semplice possesso di attività finanziarie un male. Alla fine si finisce per danneggiare solo i più deboli.

    Il discorso dei fondi pensione è un’altra cosa che non credo proprio vada a vantaggio dei lavoratori. In pratica il sindacato sta cercando di intermediare non solo il reddito dei lavoratori ma anche il risparmio. L’intermediazione dei sindacati confederali è stata positiva in questi anni? Non è difficile prevedere che il risparmio farà la stessa fine che ha fatto il potere di acuisto del reddito. Ai lavoratori non si lascia nulla se non i figli, e la loro vita lavorativa. Francamente questa è una visione di società che ha un sapore medioevale.

    Il problema primo dei lavoratori sono loro stessi se si lasciano rappresentare da figuri come la Camusso, Bonanni e Angeletti.

    Personalmente sono liberista e antisocialista. Ma ritengo che in una società libera ci debbano essere anche rapprentanze reali delle istanze dei lavoratori che si confrontino realmente con il mondo imprenditoriale. Oggi in una società ipersindacalizzata e ipersocialista come quella italiana, i sindacati vendono i lavoratori inseguendo i loro particolari interessi. La conflittualità è stata sosituita da un indecente farsa fatta da avidi personaggi.

    Se i lavoratori vogliono superare il loro stato di servitù attuale dovrebbero fare anche uno sforzo per superare le demagogie ideologiche che li tengono incatenati.

  • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 21:15

    il sindacato, sta diventando, PROBABILMENTE IN MODO ILLEGALE, un’associazione ANTI DEMOCRATICA...QUESTO È IL VERO PROBLEMA...

  • Di yepbo (---.---.---.239) 30 giugno 2011 22:09

    Non c’é da preoccuparsi, per quanti coperchi abbiano fatto, non si sono di certo rovinati, gli "emolienti" sono stati sicuramente ottimi ed abbondanti.


    Comunque, questa é la scoperta dell’acqua calda.
  • Di Porcu Silvana (---.---.---.28) 1 luglio 2011 11:33

    Mi piacerebbe leggere e capire. Quest’articolo è più simile ad un volantino della FIOM nel quale si parla in politichese e ci si riferisce a problematiche avorative incomprensibili per i non addetti ai lavori.
    Sarebbe bello vedere un contratto aziendale che aveva l’approvazione dei lavoratori ed uno nuovo con tutti i cambiamenti in peggio, magari evidenziati.
    Forse si saprebbe di cosa si parla e si potrebbero esprimere opinioni costruttive.
    E’ molto difficile capire i meccanismi ed i tempi del lavoro altrui.
    Mi piacerebbe poi sapere perchè Marchionne è santificato in USA e demonizzato da noi. Grazie.

    • Di (---.---.---.185) 1 luglio 2011 12:14

      le differenze fra l’ Italia e gli USA, dal punto di vista dell’accettabilità dei contratti di lavoro e di una svolta anti democratica del sindacato (vedere il link di medioevo sociale quì sopra...)...forse che quì in Itali a penalizzare maggiormente i lavoratori dipendenti ci sono già ,l’evasione fiscale, la corruzione, clientelismi nepotismi e familismi dilanganti...cosa che in USA manco se li sognerebbero MOLTO PROBABILMENTE...ah certi piccoli dettagliucci extra contrattuali, dei quali probabilmente solo chi vive sulla luna può non tenerne conto...

    • Di (---.---.---.94) 1 luglio 2011 15:06

      a me sembra chiaro l’articolo che dice che il contratto nazionale non servirà più a niente e tutto si fa in azienda e si nel contratto in azienda si potrà andare in deroga al contratto nazionale e non si potrà fare sciopero (la trgua sindacale significa questo in pratica e così è scritto proprio nell’accordo). si va be c’è qualche tecnicismo ma non credo che voleva fare formazione sindacale. secondo me il senso dell’articolo è che hanno ricercato l’unità dei sindacati ma solo i segretari e sulla pelle dei lavoratori. e questo mi pare chiaro nell’articolo.
      se vuoi vedere un contratto approvato dai lavoraotri mi sa che è difficile perchè non ricordo di contratti che hanno potuto deicidere i lavoratori.
      e poi marchionne non è demonizzato da noi. basta leggere quello che dicono marcegaglia, sacconi ,bonanni,angeltti, tanti politici di csx e cdx. macchè demonizzato che vanno belli daccordo.

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