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Il gene della follia può "giustificare" un omicidio?

Il folle omicidio delle poste di Torre del Greco di fine luglio (e non solo) pone degli interrogativi atavici sia verso quel comportamento definito "di normalità" dai canoni attuali, sia circa quella latenza di un gene che sembra essere presente in molti individui definiti normali, il gene della follia.

Quando si parla di movente, di giustificazioni per un gesto estremo, come quello di un omicidio, sembra quasi voler giustificare situazioni che non possono essere giustificate nella normalità, una causa od una concausa non possono, infatti, essere il fulcro di un gesto quale un omicidio.

L'esasperazione, vero che spesso conduce ad una prevalenza di quella parte latente nel nostro comportamento ma, nonostante ciò, siamo lontani dal poter giustificare un delitto di omicidio. Nel nostro codice penale esistono quelle attenuanti ed aggravanti che determinano anche la volontà di un gesto quale un omicidio, come una volta esisteva il delitto d'onore ma in tutti i casi un delitto non può essere giustificato.

Il pazzo è definito come un sognatore sveglio, lì dove la pazzia è un sogno sognato mentre i sensi sono svegli, Schopenhauer identificava i sogni come una breve follia e la follia un lungo sogno. La realtà sembrerebbe essere allora quella che in ognuno di noi c'è un contenuto manifesto ed uno latente ed è proprio tale contenuto, ovvero il latente, il vero significato di una facciata spesso sostenuta in un limite borderline di normalità.

Ogni persona si procura quella facciata di costume in un mondo onirico secondo le proprie caratteristiche individuali occultando in questo modo quella latente.
 

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