Il decalogo del nuovo Parlamento Italiano
In un momento di degrado della classe politica italiana ritengo interessante cominciare ad ipotizzare scenari politici un po’ diversi, più qualificati eprofessionalmente più preparati ad affrontare con seria e determinata capacità le sempre più complicate esigenze governative di uno stato.
Avendo constatato che in questi ultimi decenni l’ideale politico, inteso quale punto di riferimento dottrinale per il governo di uno stato non esiste più, possiamo asserire che oggi i governi altro non sono, o meglio dovrebbero essere, delle intelligenti ed efficienti organizzazioni gestionali. Ipotizzare oggi un governo socialista, comunista, conservatore, liberale, in ambito di economia globale può essere definita solo una malinconica nostalgia. Peraltro noi europei viviamo in un contesto territoriale dove la sovranità dei singoli stati inizia a perder peso nei confronti della rigidità di alcuni parametri di ordine economico che vincolano l’orientamento gestionale degli stati membri dell’Unione Europea.
Pertanto alla luce delle precedenti considerazioni, è legittimo auspicare, o meglio pretendere che a gestire le sorti di un paese siano persone qualificate, capaci di mettere in atto sistemi e processi atti al miglioramento delle condizioni economiche e sociali. Lasciare questo ruolo ad improvvisati parlamentari, a volte privi delle più elementari conoscenze, e soprattutto legati ad interessi personali e corporativi generano solo debito pubblico ed inefficienza dei servizi essenziali quali la Scuola prima di tutti, la Sanità, le Comunicazioni ecc.
Per poter auspicare che un Governo possa avvicinarsi sempre più alle reali esigenze gestionali di uno stato moderno, nell’ambito di una economia globalizzata, proporrei il seguente decalogo che dovrebbe regolare l’ingresso dei futuri gestori della cosa pubblica.
Il decalogo del Nuovo Parlamento Italiano
1) Potranno essere inseriti nelle liste elettorali per l’elezione di Deputato o Senatore coloro che abbiano compiuto almeno 40 anni ed essere in possesso di titolo di studio non inferiore al diploma di laurea.
2) Le liste elettorali dovranno essere rigorosamente redatte in ordine alfabetico. Non sarà più consentito il Capo Lista. Non potranno essere redatte liste in cui Uomini e Donne non siano pariteticamente rappresentati. Il passaggio, durante l’iter della legislatura a gruppi parlamentari diversi, non dovrà essere più consentito.
3) Il Candidato alla Camera ed al Senato non dovrà aver mai subito alcuna condanna penale. Non dovrà aver mai patteggiato o beneficiato di amnistie e/o indulti per reati contro la Persona, lo Stato e l’Ambiente. In materia di immunità parlamentare, il deputato o senatore sottoposto a inchiesta giudiziaria per reati di natura non politica, dovrà essere sottoposto a giudizio preventivo da una commissione di giudici, non inferiori a dieci, provenienti dalla diverse aree della Magistratura, che sulla base delle prove all’uopo acquisite ne dispone o ne revoca l’autorizzazione a procedere (non più di competenza dello stesso Parlamento). Il Parlamentare potrà essere espulso dal Parlamento, a seguito di mozione di sfiducia approvata a maggioranza dalla Camera di appartenenza, laddove comportamenti pubblici o privati siano tali da ledere la dignità di Parlamentare.
4) Non possono candidarsi soggetti proprietari di aziende industriali, commerciali, finanziarie, assicurative o di servizi, italiane o straniere, le cui dimensioni patrimoniali siano superiori ai dieci milioni di euro, o che comunque possano, per l’attività svolta, influenzare il mercato nazionale. Altresì la norma varrà anche per i proprietari di testate giornalistiche, di reti tv o stazioni radio, o comunque detentori di pacchetti azionari superiore al 5% del capitale sociale, e dell’0;50% se trattasi di società quotate in borsa. L’accertamento di tale proprietà, andrà esteso a tutti i componenti diretti del nucleo famigliare di appartenenza. Diniego alla carica di parlamentare dovrà essere estesa a tutti i soggetti che nel corso degli ultimi vent’anni precedenti la consultazione elettorale, abbiano ricoperto o ricoprano cariche di Amministratore Delegato, Presidente, Pres;idente del Collegio Sindacale di aziende quotate in borsa. Altresì diniego sarà applicato nei confronti dei Segretari nazionali di organizzazioni sindacali.
5) Nessun Parlamentare nel corso della legislatura potrà esercitare la professione precedentemente svolta, con particolare riferimento a Parlamentari o altri soggetti dipendenti dello Stato.
6) Nessun Parlamentare potrà ricoprire ruoli e/o funzioni sia nell’ambito dell’amministrazione dello stato che nel settore Privato. Al Parlamentare potrà essere concesso solo ed esclusivamente la partecipazione (non la rappresentanza legale) ad associazioni umanitarie e di volontariato.
7) Sarebbe auspicabile, per i neo parlamentari eletti, un corso di formazione obbligatorio di almeno due mesi, dove apprendere le nozioni base di diritto pubblico, e prendere conoscenza delle norme che regolano il funzionamento delle camere. Inoltre i collaboratori parlamentari (oggi portaborse per intenderci) dovranno essere soggetti professionalmente preparati e regolarmente iscritti ad apposito albo.
8) Abolire il voto di fiducia peraltro assente nella maggior parte dei sistemi parlamentari occidentali o prevedere un limite non superiore a una sola volta per ogni anno di governo.
9) Il Consiglio dei Ministri dovrà essere composto da Parlamentari o privati cittadini che abbiano, in riferimento al dicastero da dirigere, conoscenze ed esperienze qualificate ed una età non inferiore ai 50 anni. Stessa logica dovrà essere applicata nella scelta e nomina dei sottosegretari;
10) Riduzione del numero dei Parlamentari non inferiore al 40%.
Infine consentitemi una banale considerazione ma abbastanza puntuale per comprendere quanto sia importante la scelta di capaci gestori della cosa pubblica.
Nel caso di una necessità sanitaria, ognuno di noi va alla ricerca dello specialista del settore medico idoneo a risolvergli il problema. Per un forte mal di denti sceglieremo un dentista di fiducia, fiducia però basata sulle competenze, sulla riconosciuta e riscontrata professionalità. Allora spiegatemi perché nella gestione della cosa pubblica il principio della scelta professionale migliore non è applicata. Perché a dirigere settori importanti e strategici per lo sviluppo sociale ed economico di un paese ci ritroviamo signore di bella presenza, e personaggi le cui esperienze professionali per qualità e settorialità hanno poco a che fare con il ruolo ricoperto? Forse anche questo può essere annoverato quale paradosso della democrazia moderna?
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