Il problema dell'essere umano occidentale non risiede tanto nella povertà del linguaggio quanto piuttosto nell'incapacità crescente di elaborare concetti propri.
Si può essere dotati di un linguaggio forbito e averne un'ottima padronanza ma se poi non si riesce a comunicare in modo idoneo e concreto i propri pensieri, la cosa si limita ad un semplice esercizio meccanico, ovvero hai uno strumento straordinario tra le mani (il linguaggio) che però non riesci ad usare nella sua funzione essenziale: comunicare.
Ci sono popoli e culture in cui si comunica in modo molto più intenso e profondo rispetto all'Occidente parlando poco e scrivendo anche meno perché ci si affida maggiormente ai simbolismi, alle metafore, al linguaggio del corpo (smorfie, gestualità, posture, ecc...) e ad elementi extrasensoriali in cui perfino il silenzio trova una sua giusta collocazione.
L'impoverimento del linguaggio verbale in assenza di altre forme più incisive di comunicazione unito all'incapacità crescente di elaborare concetti propri (ricorrendo invece maldestramente a fare dei "copia incolla" di concetti espressi da altri) ha appiattito il livello globale delle società occidentali verso il basso, favorendo l'affermazione della mediocrità in ogni ambito e piazzando ai vertici dei funzionari ubbidienti e acritici rispetto alle logiche imperanti del neoliberismo.
Il conformismo si è imposto in modo dilagante rendendo di fatto ogni comportamento sensato e ogni azione intelligente come dei fenomeni da ostacolare ed isolare perché contrari al mantenimento di un sistema che si fonda invece sulla stupidità e la superficialità come elementi aggreganti tra gli individui.