Il colpo di coda del cavaliere
Non poteva Berlusconi concludere la sua l’avventura politica con una sconfitta politica ed umana. Non poteva abbandonare lo scudo del potere, che tante volte lo aveva salvato, senza combattere, senza sparare le ultime cartucce. E allora, costi quel che costi, per la tenuta economica del Paese e per l’unità del suo partito, ritorna il Berlusconi di sempre, quello delle offese alla magistratura, quello delle promesse non mantenute, quello che ribalta oggi la linea politica annunciata ieri e formalizzata in una lettera e in un video messaggio.
Ritorna ancora questo signore, per assestare il colpo di grazia al Paese. Ritornano i servi di sempre, quelli che ieri appoggiavano Monti e oggi tacciono nell’attesa di ubbidire agli ordini del capo. Ritorna l’opposizione e la stampa di sempre, incapaci di una minima indignazione, rispetto alle acrobazie politiche del Cavaliere. E così in un intervento seguito da una Conferenza stampa, piene di rabbia e di livore, Berlusconi parla di dittatura dei magistrati, promette meno tasse e si rimangia quello che aveva detto ieri nella solenne dichiarazione di rinuncia alla candidatura alla presidenza del consiglio.
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