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Il clericale Borg diventa commissario europeo

Alla fine il clericale maltese Tonio Borg ce l’ha fatta. Dopo l’audizione presso il Parlamento europeo ha ottenuto l’incarico di commissario alla salute e all’ambiente. La nomina non è stata molto condivisa e ha suscitato discussioni, ottenendo 386 sì (in primis dai popolari), 281 no (soprattutto dai socialisti, che però si sono divisi) e 28 astenuti.

Le organizzazioni laiche (come la Federazione umanista europea, di cui fa parte l’Uaar), femministe e pro-gay, nonché altre come Amnesty International, avevano espresso forti dubbi sulla nomina di Borg. Infatti il suo curriculum politico cattolicista non prometteva granché. Il politico maltese si era infatti distinto per azioni istituzionali e dichiarazioni forti contro i diritti delle coppie di fatto (eterosessuali e omosessuali), contro riforme laiche come il divorzio e per la negazione dell’autodeterminazione della donna in materia di aborto. Malta è infatti oggi ancora uno degli sparuti baluardi allineati alle posizioni più retrive della Chiesa cattolica.

Durante l’audizione all’europarlamento, Borg ha comunque assicurato che le sue posizioni religiose non influiranno sull’incarico di commissario e sulle decisioni che prenderà. E l’Europarlamento gli ha dato fiducia, nonostante i dubbi diffusi anche durante il dibattito, durante il quale il maltese è stato incalzato da domande anche scomode. Con tono trionfalistico Avvenire parlava ieri di vittoria della “sana laicità”. Una specie di rivalsa dopo il caso di Rocco Buttiglione, eletto a martire per la mancata nomina in sede europea e ‘vendicato’ ora da Borg. Proprio quella ‘laicità’ propagandata da Benedetto XVI, che si traduce in un clericalismo mascherato e legittimato dallo Stato.

Staremo comunque a vedere cosa farà il nuovo commissario. Siamo convinti che tutta l’attenzione da parte delle realtà laiche sulla sua nomina possa aver influito in senso positivo. Magari porterà Borg su posizioni più laiche, visto il contesto europeo e le responsabilità di cui dovrà farsi carico. O quantomeno potrebbe portarlo ad astenersi da eventuali decisioni in senso smaccatamente confessionalista. Speriamo di non dover dire prima o poi ‘ve l’avevamo detto’. Non sarebbe una vittoria né per noi, né per l’Europa, ma piuttosto una lezione su quanto sia ancora in bilico l’affermazione della laicità e la tutela dei diritti anche a livello internazionale.

Nonostante le lamentele dei clericali, che hanno parlato di attacchi a Borg “solo perché cristiano”, non c’è infatti alcun pregiudizio anti-cattolico. I laici non hanno problemi ad accettare e sostenere infatti cattolici come Ignazio Marino, solo per fare un esempio: magari ci fossero più politici cattolici davvero laici. Hanno piuttosto la legittima aspirazione a non vedere fanatici omofobi no-choice in posizioni di comando, capaci da influire sulle libertà e i diritti dei cittadini.

Nel caso di Borg le cautele sono legittime, viste le posizioni retrive di cui si è fatto alfiere e il fatto che il suo ruolo di commissario può riguardare anche tematiche etiche, in particolare contraccezione e aborto o la ricerca sulle cellule staminali. Che la nomina di un clericale venga presentata come un atto di “sana laicità” sembra sinistramente rivelare una volontà ecclesiastica di reconquista delle istituzioni europee. E squalifica da solo il tentativo orwelliano di riscrivere il vocabolario da parte degli integralisti religiosi.

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