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Il caso Moro: Misteri e segreti svelati

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La tragica vicenda dell' assassinio dell'onorevole Aldo Moro e dei suoi cinque agenti di scorta avvenuto nel 1978 secondo alcune ricostruzioni presenta ancora oggi aspetti poco chiari e molte zone d'ombra. Dopo aver studiato per quindici anni il caso Moro ed aver consultato la documentazione presente presso la corte d'Assise di Roma, ho cercato di far luce sui misteri dell’intera vicenda analizzando nei dettagli quello che avvenne in tre date fondamentali: 16 marzo, 18 aprile, 9 maggio 1978.

Grazie anche agli interventi di quattro autentici assi del giornalismo italiano quali Giuseppe Caldarola, Andrea Purgatori, Pino Nicotri e Piero Corsini le conclusioni a cui giungo sono chiare: in quei giorni vi furono solo dei grandi equivoci ed è possibile, oggi, fornire una chiara spiegazione su molti dubbi che hanno avvolto il caso Moro per 37 anni. Lo statista democristiano si trovò contemporaneamente sia al centro di una situazione internazionale molto difficile a causa della sua politica del “compromesso storico” con i comunisti, ma anche ad essere visto dalle Brigate Rosse come l’artefice di un complotto sovranazionale contro la classe operaia. La linea della fermezza, quella che tenne il governo Andreotti durante tutti i 55 giorni del rapimento di Moro, venne imposta da tutti gli alleati dell’Italia del patto atlantico che rifiutavano ogni tipo di trattativa con un gruppo terroristico che si definiva comunista rivoluzionario.

Insieme a tutto questo la morte di Moro venne provocata anche da delle indagini che furono tarde, lente, male organizzate e prive delle elementari basi di investigazione, e non invece da un complotto organizzato a tavolino da chissà quale potere occulto. Nel libro vengono spiegate tutte le inesattezze che sono state la causa di un interpretazione complottistica della vicenda, analizzando con cura tutti i particolari di questa dolorosa storia.

A riguardo Peppino Caldarola nella sua presentazione è chiaro: «Il libro che Nicola Lofoco ha scritto, dopo un decennio di lavoro accurato, ha il pregio di dire la sua con franchezza straordinaria andando assolutamente controcorrente. Lofoco non crede al complotto, al Grande Vecchio, all’omicidio per commissione, alla manina, o manona, straniera che ha armato le Brigate Rosse. Lofoco fa un’operazione straordinaria in questo paese in cui tutti sono investigatori, scrittori di gialli e, ovviamente, allenatori di calcio: mette insieme i fatti, analizza tutti i sospetti e cerca per ciascuno di essi la conferma o la smentita. E trova smentite. Leggerete e ve ne farete un’opinione. Io che pure leggo sempre con passione tutte le ricostruzioni dietrologiche alla ricerca di spunti che mi aiutino a spiegare l’enormità di certi eventi, sono dello stesso parere di Nicola Lofoco. Al netto dei “buchi neri” sul caso Moro, dei limiti delle indagini, delle ambiguità di tanti protagonisti, non toglierei all’attore principale, l’organizzazione politico-militare di sinistra denominata Brigate Rosse, l’intera responsabilità del più orrendo delitto politico che per tanti italiani ebbe la valenza di un vero colpo di Stato».

Dalla spiegazione del sanguinoso agguato di via Fani, passando dal falso comunicato numero 7 delle BR sino ad arrivare all’analisi dettagliata della mattina del 9 maggio quando Aldo Moro venne assassinato chi leggerà il libro potrà farsi una opinione controcorrente su tutta la vicenda. A chi lo leggerà auguro una sincera buona lettura 

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