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Il cardinale Bagnasco detta l’agenda anche al futuro governo

Non solo controlla l’agenda del governo attuale, ma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, ha presentato ieri ufficialmente il suo programma elettorale. Guardacaso, ciò è avvenuto l’indomani di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che ha dato il colpo di grazia in mondovisione a una legge imposta dal suo predecessore, il cardinal Camillo Ruini.

Nella kermesse spirituale per l’anniversario della (presunta) apparizione della Vergine sul monte Figogna, in quel di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco non ha infatti mancato di abbozzare un vero e proprio programma di governo. Suggerimenti – o, per chi non ama gli eufemismi, ingerenze – diretti all’attuale governo “tecnico”.

Esecutivo, quello guidato da Mario Monti, dove forte è la presenza di ministri provenienti dalle organizzazioni cattoliche. Ma l’appello è diretto anche ai suoi possibili successori, ora che il progetto di una nuova aggregazione cattolicista sembra naufragato, lasciato affossare dagli stessi vescovi. Che mirano a condizionare il futuro governo, di qualunque colore sia, senza dover legare le proprie sorti a uno schieramento politico, ma progettando di poterli influenzare tutti.

Nel santuario della Madonna della Guardia l’arcivescovo di Genova ha invocato nella sua omelia una “riforma dello Stato”. E ha lanciato il suo monito: “Quando per interessi economici sull’uomo prevale il profitto, oppure, per ricerca di consenso, prevalgono visioni particolaristiche e distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda”. Ma non è forse una visione particolaristica anche quella delle gerarchie ecclesiastiche, che rappresentano per l’appunto una parte della società, ma vorrebbero tradurre la propria dottrina in legge valida per tutti?

Con un afflato quasi nazionalista, che mal si concilia all’abito cardinalizio e al rispetto dell’indipendenza e della sovranità dello Stato (unica clausola laica del Concordato), il prelato ha parlato della crisi economica e sociale che attraversa il paese. Il suo appello a “stringere i ranghi dell’amore al Paese” perché “prima di qualunque, pur legittima, bandiera particolare viene la bandiera della Nazione” mostra con tutta evidenza la volontà di plasmare, anche politicamente, il futuro dell’Italia.

Poi l’affondo contro la Cedu. Il religioso lamenta che la magistratura italiana sia stata “surclassata”. Peccato che compito della Corte europea sia proprio tutelare i cittadini nel caso di violazioni dei diritti umani a livello nazionale. La reazione stizzita del prelato non sorprende, visto che la Santa Sede non ha mai sottoscritto quella Convenzione sui diritti dell’uomo che è alla base dell’operato della Corte di Strasburgo.

Non manca l’appello per la difesa della famiglia, rigorosamente ‘cattolica’. Contro qualsiasi apertura a coppie di fatto, anche omosessuali. “La gente non perdonerà a nessuno la poca considerazione verso la famiglia, così come la conosciamo: questa è l’Italia!” ha proclamato.

Gli effetti della prolusione di Bagnasco non si sono fatti attendere. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha prontamente annunciato che il governo presenterà ricorso presso la Cedu per tentare di ribaltare la sentenza che mette in discussione la legge 40 sulla procreazione assistita e che riconosce proprio le famiglie come parte lesa da tale legge.

Il centro-destra ha nel complesso plaudito alle parole di Bagnasco, seguendone la scia anche nella critica alla sentenza Cedu. Ci si chiede quale sia l’opinione del Partito Democratico, che in maggioranza si è battuto contro la legge 40, ma che sostiene il governo di Monti che ora intende difenderla (pur non essendo affatto il compito di un governo che si dichiara tecnico).

In attesa che la politica riesca finalmente a svincolarsi dall’influenza vaticana per una reale affermazione della laicità, una considerazione: è difficile sostenere che Bagnasco possa parlare a nome del’Italia, visto che lo stesso stato unitario è sorto contro il potere temporale della Chiesa. E non dimentichiamo che il consenso verso la Chiesa, persino nel nostro paese, è in picchiata. Il problema è che, anche se noi non ce lo dimentichiamo, la memoria degli uomini di potere è notoriamente corta.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.192) 31 agosto 2012 00:03
    Renzo Riva

    Cardinale Bagnasco,

    Per favore ci risparmi la presenza dei cattolici in politica.
    I cattolici hanno già fatto troppo per saccheggiare l’Italia con la scusa del comunismo.
    Grazie a loro oggi l’Italia è il Paese più comunista d’occidente. Dalla carta costituzionale si è sviluppato l’embrione che si sarebbe dovuto subito abortire ma c’era Yalta.

    Oggi Yalta è saltata ma i vizi italici da lei innescati sono ben presenti in ogni ganglio della vita pubblica.

    Una volta si voleva il cristiano lievito nella società.
    Oggi non ha nemmeno la dignità del letame.

    Il CATTOCOMUNISMO non l’ho inventato io.

    Parlano le gerarchie cattoliche dei nuovi martiri in terre d’Africa e d’Oriente mentre in Europa tramano per l’internazionale delle tre religioni monoteiste.

    Non sopportano più nemmeno il dolore d’un’unghia incarnita in Italia e spacciano i martiri d’altri continenti.

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