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 Home page > Tribuna Libera > Il carcere migliore è quello che non verrà mai costruito

Il carcere migliore è quello che non verrà mai costruito

Per il nostro Ministro della Giustizia per sconfiggere il sovraffollamento delle nostre “Patrie Galere" basterebbe costruire solo nuovi carceri, io invece penso che bisognerebbe aprire alle relazioni sociali, fra il dentro e il fuori. Ecco il racconto dedica che introduce il mio ultimo libro “Zanna Blu, le nuove avventure”, pubblicato e distribuito da Amazon:

Questo libro è dedicato

a Sr Grazia

per essere uscita dalla sua clausura

per andare a trovare in carcere

lo scrittore di Zanna Blu.

Suor Grazia è una monaca di clausura domenicana di Pratovecchio.

È una suora graziosa, delicata e gracile.

Tutto cuore e anima.

La sua Priora le ha concesso di andare a casa per una settimana perché il suo papà è malato e non può più andare lui a trovare la figlia.

Nella sua ultima lettera mi scrive:

- Sai, mi sembra un sogno che fra pochi giorni avrò la gioia di vederti di persona. Voglio scriverti testualmente ciò che mi ha scritto il direttore del carcere: “Il colloquio, della durata massima di un'ora, con il detenuto Musumeci potrà avvenire nel giorno giovedì otto dicembre, nella fascia oraria dalle ore 9.00 alle15.00. Quando arriverà alla portineria del carcere chieda di parlare con me dicendo che ha un appuntamento. Provvederò io ad organizzare il colloquio”.

Ti confesso che c’è un problema, devo stare attenta a non commuovermi, ma io penso che non dobbiamo avere vergogna dei nostri moti interiori, a volte fa bene anche agli uomini ombra commuoversi, così dimostrano che l’Assassino dei Sogni non è stato capace di cambiarli in peggio. Noi forse avremmo voluto incontrarci e conoscerci in un altro luogo e invece lo facciamo dentro l’Assassino dei Sogni e siamo felici ugualmente, perché lui non può entrare nei nostri cuori felici di incontrarsi e di fare del nostro incontro un dono. Sì, un dono! Io ritengo la tua amicizia un dono e sono strafelice di poterti vedere di persona. Ho preparato con le mie mani un piccolo regalo e chissà se potrò dartelo di persona, se così non fosse lo consegnerò a chi poi te lo potrà dare, se non potrai metterlo nell’angolo della felicità in cella ti chiedo di regalarlo a Nadia che è il tuo angelo. Non ti chiedo come stai perché potrò vederlo di persona guardandoti. Pensa, il mio cuore batte già di gioia. Il buon Dio mi sta facendo un grande regalo: l’incontro con te. Ti confido che a volte mi sorprende la delicatezza che Dio ha con me, volevo incontrarti e Dio me l’ha permesso, avevo nel cuore questo desiderio e Dio lo realizza… non dovrei stupirmi perché Dio è amore, Dio è padre, Dio è amore e solo completamente amore.

 

 

L’attesa

 

Apro la finestra.

C’è un’aria invernale.

Guardo fuori dalle sbarre.

L’Assassino dei Sogni è al buio.

Alzo gli occhi al cielo.

E lo abbraccio.

Mi accorgo che è sgombro di nuvole.

E le stelle sembrano lucciole.

Allungo le mani oltre le sbarre.

E provo subito un senso di libertà.

 

Poi penso che domani mi verrà a trovare la suora del mio cuore.

E sento dentro di me un po’ di pace.

Subito dopo però mi viene un dubbio.

E mi domando:

- Dio sarà contento che una suora vada a trovare Zanna Blu, il lupo più cattivo di tutti i lupi?

- Non vorrei che per colpa mia quella povera suora si giochi il paradiso.

E un velo di tristezza cala sui miei occhi.

 

Dopo qualche istante tiro un sospiro.

E mi dico:

- Stai tranquillo perché tanto Dio non esiste.

Non faccio in tempo a tranquillizzarmi che il mio cuore mi domanda:

- E se invece esistesse?

E attacca a parlarmi:

- Non è giusto che fai litigare Suor Grazia con Dio…

E non la finisce più di rimproverarmi…

- Sei sempre il solito. Metti tutti sempre nei guai.

E a questo punto non so più cosa pensare.

A un tratto sento una vocina dentro di me.

- Stai tranquillo…

È Suor Grazia.

- Stai sereno…

E mi parla:

- Dio è buono…

Mi accarezza il viso.

- Ed è contento che ti vengo a trovare.

E il cuore.

- Ora vai a dormire che è tardi.

E l’anima.

- Già sei influenzato...

Poi mi bacia sulla guancia.

- Spero che domani starai meglio.

E vado a dormire con la pace nel cuore.

- E che non mi attacchi l’influenza.

Riesco solo a pensare che è tanto tempo che non mi sento così bene.

 

 

Il colloquio

 

Finalmente!

- Ho sempre pensato che un giorno sarei venuta a trovarti.

Dopo tanto tempo Suor Grazia è davanti a me.

- E io sono felice che l’hai fatto.

La posso vedere.

- Non sono però venuta sola.

Toccare.

- Ma non vedo nessun altro.

E stringerle le mani.

 

Poi allargo le braccia.

- Carmelo…

Lei allarga le sue.

- Guarda bene…

Ci abbracciamo.

- Da tutte le parti…

Poi lei allarga anche il suo cuore.

- E non solo con i tuoi occhi…

Ed io pure.

- Guarda anche con gli occhi del tuo cuore perché con me c’è anche Gesù.

E si abbracciano anche loro.

 

Poi mentre io e Suor Grazia parliamo e ci raccontiamo, anche i nostri due cuori iniziano a discutere fra di loro.

- Carmelo, fatti coraggio…

- Nessuno si può considerare innocente fin quando nel suo Paese esiste una pena che non finisce mai.

- Fatti forza…

- Lo Stato dovrebbe condannarci ad una pena più umana e avere un comportamento differente rispetto a quello tenuto da chi ha commesso reati, invece con l’ergastolo ostativo lo Stato si mette allo stesso piano del criminale, ma non solo, lo supera anche.

- E non arrenderti…

- L’ergastolo ostativo è un dono che lo Stato dà per ricompensare e consolare i parenti delle vittime, ma nasconde che spesso è proprio lui che non fa nulla per evitare che i crimini vengano commessi.

- Lo sai che potrai sempre contare sulla mia amicizia…

- Che giustizia ci potrà mai essere nel murare viva una persona senza avere prima la compassione di ucciderla? E che amara soddisfazione potrà mai essere per le vittime dei reati tenere dentro una persona quando non è più necessario?

- Sul mio affetto.

- Per questo a volte mi sento meno criminale di quello che in realtà sono.

- E l’amicizia non è solo la lingua universale, ma è pure il cibo dell’anima.

- Essere condannato all’ergastolo ostativo, senza nessuna possibilità un giorno di uscire è più crudele di essere condannati alla pena di morte.

- Carmelo, mi fa bene guardarti…

- Si può capire l’odio, il rancore, il senso di vendetta di una vittima, ma non di uno Stato e di una classe dirigente.

- E ascoltarti.

 

 

Il dopo.

 

Sul diario che scrivo tutti i giorni annoto:

L’incontro con Suor Grazia è stato bellissimo. Lei è graziosa, delicata e gracile. Tutto cuore e anima. Mi è sembrato un uccellino che ha preso il mio cuore per nido per tutta la durata dell’incontro. Bella, solare e buona. Piena d’amore di Dio. Sono le persone come lei che mi fanno venire il dubbio che forse Dio esiste. Mi ha raccontato che c’era un ladro che andava a rubare l’elemosina al loro convento. Loro invece di chiamare i carabinieri gli hanno lasciato un bigliettino con scritto: “Se hai bisogno vieni da noi”. E i furti sono finiti. Penso che questo sarebbe un bel metodo per sconfiggere la criminalità.

 

Poi poso la penna.

- Dopo ventuno anni di carcere incomincio a sentirmi stanco…

Mi alzo dallo sgabello.

- Non si può vivere solo di speranza tutta una vita…

E inizio a passeggiare.

- Per questo ci sono dei giorni che vedo le cose per quello che sono: non riuscirò mai ad uscire.

Su e giù.

- Alla fine l’Assassino dei Sogni c’è riuscito…

Da una parte all’altra.

- E mi ha spezzato la vita.

Da un muro all’altro.

- Non ho più nulla per continuare a lottare.

Dalle sbarre del cancello a quelle della finestra.

- E ci sono dei giorni che non ho neppure più l’energia per stare male.

A un tratto mi viene da piangere.

- Alla lunga il carcere ti leva tutto quello che di buono ti è rimasto.

E da ridere allo stesso tempo.

- Tenere una persona dentro senza dargli una data certa di quando finisce la sua pena è pazzia…

Poi mi fermo a osservare l’icona che mi ha portato Suor Grazia.

- Follia pura…

L’ho subito attaccata alla parete.

- Disumanità…

L’ha dipinta con le sue mani.

- E cattiveria sociale.

E ha raffigurato Gesù che abbraccia la Madonna.

- Solo Dio potrebbe ritenere una persona cattiva e colpevole per sempre.

A un tratto, nel silenzio più assoluto, penso che forse per me non è ancora tutto perduto.

- Però sono sicuro che non lo fa neppure Lui, perché in questo caso smetterebbe di essere Dio.

E capisco che Suor Grazia oggi, oltre al suo affetto, ha portato un po’ di libertà, di fiducia, di speranza nella mia cella, nel mio cuore e nella mia anima.

 

Carmelo Musumeci

Giugno 2019

 

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