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Il buon esempio cambia le leggi

 

Spicca oggi, 12 febbraio, in prima pagina su “il Fatto quotidiano” il titolo “Campagna elettorale al verde” aboliti di fatto i rimborsi elettorali, i bilanci dei partiti sono una voragine, è sparita la comunicazione su muri e TV”. E’ vero! Ma non c’è un rigo su chi ha costretto (obtorto collo) i vecchi partiti ad approvare la riforma Letta che ha cancellato il finanziamento pubblico ai partiti, per non lasciare al Movimento 5 stelle l’enorme credito presso gli elettori per aver restituito allo Stato i 42 milioni di euro a cui aveva diritto.

Niente e più convincente dei fatti, soprattutto in un ambiente di bassa politica, dove parole e promesse non valgono nulla, e comunque la cosa è accaduta per merito esclusivo dei 5 stelle, che tra l’altro sono diventati il primo partito senza gestire soldi, senza immobili, senza spese, senza dipendenti né collaboratori. L’effetto positivo di questa riforma,ispirata dal buon esempio di inesperti, populisti, antipolitici, per forza si riverbererà anche sui vecchi partiti che, finito il tempo delle vacche grasse, si vedranno costretti a scaldarsi i piedi facendo propaganda porta a porta e rispolvererà i comizi, facendo così posto a giovani legati al territorio, fuori dal vecchio gioco delle clientele e dei favori personali. Da una riformetta semplice semplice, condivisa da tutti i cittadini onesti, che allontana i soldi dalla politica, può nascere una nuova classe dirigente, soprattutto se daranno retta ancora ai 5 stelle (che al loro interno la applicano già), stabilendo la regola che dopo due mandati parlamentari si è ineleggibili. Le Caste non si formerebbero più e il costante rinnovamento sarebbe garantito. Paolo De Gregorio

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.107) 14 febbraio 2018 19:59

    WEB e via >

    GRAVE pericolo per tutto il sistema paese sono certi circoli di accoliti, con tanto di leader supremo, che hanno la pretesa di mettere mano alla Costituzione pur non sapendo controllare e scongiurare neppure degli atti contrari alle proprie norme interne. Regole e IMPEGNI liberamente assunti e largamente pubblicizzati.

    Quali provetti comunicatori sanno recitare ferventi slogan e confezionare rimedi mirabolanti sui più scottanti problemi ancora irrisolti.

    RESTA altresì sottinteso che, una volta ricevuto il mandato, ove le formule, tanto preannunciate, non dovessero funzionare non sarà per loro responsabilità (incapacità) e potranno ancora riprovare in altro modo.


    In pratica.

    SONO tanto solleciti “portavoce” del malessere collettivo quanto fedeli “esecutori” della volontà espressa nelle urne.

    QUALSIASI sia l’esito concreto, tutto viene ricondotto a presunte aspettative dei cittadini. Come dire che l’onere di guidare e far progredire il paese consista solo nella diligente applicazione di “desiderata” raccolti.

    DA QUI l’idea di rendere ineludibile il “vincolo di mandato” sancito con la stesura delle liste elettorali.


    Ergo. Sembra una dissimulata riproposizione dell’adagio “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

    Dei buoni propositi e degli allettanti obiettivi sono escamotage tipici di un Dossier Arroganza

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