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Il bisogno di una scossa a sinistra

A conclusione delle consultazioni elettorali che hanno coinvolto Francia, Grecia e Italia, possiamo cercare di fare alcune valutazioni.

Sul primo turno delle elezioni francesi ci eravamo già dilungati in un post precedente. In particolare sul successo del Front de Gauche di Mélenchon che, con un risultato superiore all’11%, ha portato la sinistra comunista e di alternativa ad un consenso che non si vedeva dagli anni ’80.

Il secondo turno in Francia

Il secondo turno, con la vittoria di Hollande, colloca la Francia su una posizione molto diversa rispetto a quella sostenuta da Sarkozy, in particolare nel rapporto con la Germania della Merkel e con le scelte della Bce. Rossana Rossanda in un editoriale de Il Manifesto ha espresso apprezzamento per il programma avanzato dal nuovo Presidente francese. Il programma con cui ha raccolto i consensi va sicuramente in una direzione diversa da quella del suo predecessore. Tuttavia penso che la cautela sia d’obbligo. Dopo la disfatta di Zapatero (anche lui si era presentato con un programma di discontinuità, e per diverso tempo venne considerato un riferimento anche da settori importanti della sinistra italiana), è opportuno vedere la politica che concretamente viene praticata e dare giudizi su quella, per evitare di passare da eccessivi entusiasmi a repentine delusioni. Vedremo anche come andranno le elezioni legislative che si svolgeranno tra un mese. Il loro risultato ovviamente influirà sia sulle scelte di Hollande sia del governo francese.

Le elezioni in Grecia

Il paese che ha dovuto subire in questi anni la folle politica della Bce e dell’asse Merkel-Sarkozy ha negato il consenso ai partiti che le ha messe in pratica. Il Pasok e Nuova Democrazia hanno più che dimezzato i loro consensi. L’astensionismo ha superato il 40% e hanno incrementato i voti tutte le forze che hanno contestato le politiche imposte alla Grecia dalla Unione Europea.
Anche qui, seppure con percentuali meno rilevanti rispetto la Francia, ottiene un importante 8 per cento ed entra in Parlamento una formazione di estrema destra neonazista. Le parole d’ordine con cui hanno raccolto i loro consensi sono raccapriccianti, caratterizzate da un razzismo e un fascismo dichiarati.

Ottimo risultato delle sinistra di alternativa e comunista

Ma il vero vincitore delle elezioni greche è stata la sinistra che coerentemente si è opposta alle politiche del Governo e della Bce, in particolare Syriza, aggregazione di varie forze di sinistra, aderente alla Sinistra Europea, che passa dal 5 al 16 per cento. Un incremento eccezionale prodotto dalla capacità di tenere assieme una opposizione netta al Governo con un atteggiamento di apertura verso i movimenti e di unità verso le altre forze della sinistra. Se a questo importante risultato aggiungiamo il 6 per cento di Sinistra Democratica e il 9 per cento dei Comunisti Greci (KKE), vediamo che il dato supera il 30 per cento. Un dato che fa dire al leggendario partigiano Glezo che mai, nel suo Paese, si era raggiunto un consenso così alto e che ciò deve indurre queste forze ad una convergenza unitaria. Ce lo auguriamo anche noi, pur sapendo che ci sono differenze significative. Essendovi una alta probabilità di un nuovo voto a breve, sarebbe un segnale importante che questi tre partiti si presentassero con un programma comune alle elezioni.

Il terremoto italiano

Non mi sembra esagerato usare questo termine per sintetizzare quanto avvenuto in questa tornata amministrativa in Italia.

Il crollo di Pdl e Lega

Siamo di fronte ad uno sfaldamento di quello che è stato negli ultimi 20 anni il blocco di centro destra. Pdl e Lega dimezzano i loro consensi. La contemporanea uscita di scena dei due leader carismatici – Berlusconi e Bossi – rende tutt’altro che improbabile una riorganizzazione totale dello schieramento. Nella analisi come sempre acuta di Stefano Folli su Il Sole 24 Ore si ipotizza e si auspica un impegno diretto di una figura come Monti alla guida di questo schieramento, preso atto – e questo è un altro dato che emerge da queste elezioni – della incapacità del Terzo Polo di coprire questo spazio.

Il successo di Grillo

Il Movimento 5 Stelle – su questo si vedano i dati dell’Istituto Cattaneo – è l’unico vero vincitore di queste elezioni. In tutto il Nord e nelle ex regioni rosse le liste del comico genovese hanno un risultato a doppia cifra. Di fronte a questa realtà non ha molto senso la discussione che si è aperta a sinistra se ciò sia un fatto positivo o negativo. Di sicuro è una sonora sberla ad una sinistra che – pur in un contesto di forte mobilità dell’elettorato e di crescente malessere sociale prodotto dalla crisi e dai provvedimenti del Governo – non riesce ad intercettare praticamente nulla, lasciando a Grillo lo spazio per fare il pieno dei voti.

Un risultato di “tenuta”

Se ragioniamo come se fossimo in una situazione normale potremmo valutare il risultato delle forze che stanno a sinistra del Pd come un risultato di “tenuta”. È il ragionamento che fa Gianluigi Pegolo in una analisi del voto che in larga parte condivido. Paragonando i dati dei Comuni confrontabili con le regionali 2010 (le uniche con le quali si possa fare un paragone minimamente attendibile) si può notare – infatti – che sia la Fds, sia Sel, sia Idv non hanno significativi scostamenti. Ma la situazione che stiamo vivendo non è una situazione normale! Come è possibile che le tre forze che stanno facendo opposizione al Governo Monti non intercettino minimamente il malessere sociale che quelle politiche stanno provocando? Perché, mentre in Europa (Spagna, Francia, Grecia) siamo di fronte a risultati della sinistra di alternativa in netta ripresa, qui siamo sostanzialmente al palo?
Ovviamente non è nelle mie intenzioni fare del disfattismo o non apprezzare il risultato ottenuto dalla Federazione della Sinistra e da Rifondazione Comunista. Tanto più se lo rapportiamo alle condizioni difficilissime – di carattere economico e di sostanziale oscuramento mediatico – nel quale è avvenuto. È un risultato che va apprezzato: che va studiato sia per valorizzare le realtà dove andiamo avanti (Palermo dove per un soffio non entriamo in consiglio comunale, ma anche molte realtà del Nord, in particolare Lombardia e Piemonte), sia per capire i motivi per cui in diverse realtà abbiamo risultati negativi.

A sinistra serve una scossa

Di fronte a questo risultato dovremmo avere tutti l’umiltà di riconoscere che i vari progetti messi in campo a sinistra hanno il fiatone e che sarebbe opportuno fare qualcosa per provare a smuovere questa situazione. Ci stanno provando quelli del Manifesto per il nuovo soggetto politico. È un progetto importante, a cui è giusto partecipare. Non mi pare tuttavia che le forze finora coinvolte e la proposta politica avanzata siano adeguate alla necessità che abbiamo di fronte. E d’altra parte – ne ho già parlato in un precedente post - non dobbiamo essere reticenti nel riconoscere che la Federazione della Sinistra non è riuscita a diventare un nuovo soggetto politico attrattivo e inclusivo, capace di coinvolgere altre forze rispetto a quelle che l’hanno costituita. Anche Sel – lo ha notato anche Massimo Giannini in un editoriale di Repubblica – sconta un risultato che è ben al di sotto delle aspettative e delle percentuali che vengono accreditate dai sondaggi. Ma soprattutto il Movimento guidato da Vendola appare incerto nella proposta politica che – non a caso – “morde” sempre meno. Accantonate le primarie si insiste sulla proposta della “foto di Vasto” e sulla convocazione degli stati generali del centro sinistra. Ma in una situazione dove il Pd sostiene Monti e non ha nessuna intenzione di togliergli il sostegno prima del 2013, è una proposta che il Pd stesso non prende in considerazione, totalmente politicista e che – soprattutto – rinuncia a fare la cosa più importante che invece, oggi, la sinistra dovrebbe fare: unire le forze di sinistra che sono all’opposizione del Governo Monti.

È questa, a mio parere, la “scossa” di cui abbiamo bisogno. Se si facesse questa operazione – la costruzione di un polo di sinistra tra le forze e i movimenti che si oppongono al Governo Monti – allora vedremmo che i risultati conseguiti in Francia, Spagna e Grecia diventerebbero possibili anche in Italia. E sono sicuro che riprenderebbe quell’entusiasmo nell’impegno politico della “nostra gente” oggi delusa e amareggiata per le scelte sbagliate che abbiamo compiuto negli anni passati e le continue divisioni che abbiamo prodotto tra di noi.

Sarebbe bello che come primo passo in questa direzione ci si trovasse tutti alla manifestazione di sabato 12 maggio a Roma promossa dalla Fds, non per aderire a iniziative promosse da altri, ma per segnare una presenza e – magari – per iniziare a discutere di costruirne una, organizzata unitariamente, da tenersi dopo l’estate. Ce ne sarà sicuramente bisogno.

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