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Il Salento chiede a pieno titolo di diventare la 21^ regione d’Italia

Il contesto culturale, diverso per storia e tradizioni del popolo salentino rispetto al resto della Puglia, rivendica il riconoscimento al rango di Regione d’Italia

E’ da parecchi anni che il Salento accarezza l’idea di diventare Regione, staccata ed indipendente dalla Puglia. Una opzione questa ovviamente scarsamente pubblicizzata dai giornali e TV, anzi per certi versi possiamo dire che questa vocazione indipendentista è stata del tutto ignorata. Paradossalmente anche molti salentini ignorano che esiste questa voglia di essere riconosciuti come una Regione a tutti gli effetti proprio per l’ostracismo informativo in merito. La motivazione di questo divorzio dalla Puglia deriva dalla scarsa attenzione che il consiglio regionale ha avuto alle serie ed annose problematiche salentine. Paradosso nel paradosso è che buona parte dei politici che hanno contato di più, anche su scala nazionale sono stati proprio dei salentini. Anzi parrebbe che proprio questi non vedrebbero di buon grado la nascita della nuova Regione Salento. Si percepisce subito che quest’area geografica fortunatamente bagnata e cullata da due mari lo Ionio e l’Adriatico, è una fucina di paradossi, che a volte infonde la sensazione di non aver le idee chiare di cosa fare, di dove andare e soprattutto con chi stare. La concorrenza barese, divenuta sempre più forte ed agguerrita negli ultimi due decenni ha generato un vero e proprio conflitto strisciante, ritenendosi i salentini un po’ bistrattati o quanto meno trattati da serie B dalle scelte di sviluppo regionale. Ulteriore fattore propulsivo è anche il dinamismo culturale che vede il Salento primeggiare in iniziative spesso a carattere nazionale oltre ad essere dotato di un proprio patrimonio storico culturale non indifferente. La presenza di un area ellenofona, la vicinanza con l’Albania e la Grecia, nonché con tutta l’area del Mediterraneo, avrebbe dovuto costituire e rappresentare una maggiore potenzialità di sviluppo dei traffici commerciali, che al momento può essere valutata a livelli poco significativi, grazie proprio all’aver preferito e privilegiato quale centro di riferimento commerciale quello barese.

 In momenti come quelli che stiamo vivendo di vacche magre e di spasmodiche ricerche per una drastica riduzione dei costi della burocrazia dello stato, il sud, invece, chiede l’istituzione di una nuova regione. Una controtendenza politica, economica e sociale che dovrebbe far desistere dal continuare su questo percorso. Invece no, le richieste i si fanno sempre più numerose assillanti ed insistenti. Una delle motivazioni di questo desiderio di indipendentismo dal resto della Puglia, trova, secondo il mio parere una spiegazione che risiede nella progressiva perdita della propria identità nazionale. Si proprio così, l’egoismo delle regioni del nord, il comportamento razzista della Padania, non può che favorire il sorgere di sacche di irritazione e contestazione. E’ purtroppo in atto un lento allontanamento dei cittadini dai valori nazionali provocando irrigidimento comportamentale con conseguente crescita del sentimento di avversione e di separatismo. L’opportunismo elettorale ha posto in secondo piano questo fenomeno, il quale però sta minando alle radici l’unità del nostro paese, e la crescita di questi nuovi fermenti separatisti da nord a sud avrebbero già da tempo dovuto preoccupare i nostri governanti, presi più dal problema di mantenere un equilibrio governativo retto proprio da un partito che ha nel suo DNA il separatismo razzista. Ecco perché anch’io, inizialmente perplesso di fronte alla creazione di una nuova regione Salento, comincio ad accarezzarne l’idea. Comincia, purtroppo, ad attecchire l’interesse localistico, anzi quest’ultimo è quello a prevalere spesso su quello nazionale. Come in tutte le problematiche trascurate o non adeguatamente gestite con la dovuta capacità, i relativi nodi prima o poi verranno al pettine e la grande e primaria preoccupazione sarà capire se questi movimenti di opinione saranno ancora discutibili e non siano diventati irreversibili, perché in questo secondo caso la situazione generale del paese la vedrai alquanto negativa e preoccupante.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.188) 10 agosto 2010 14:55

    Io invece non VEDO NESSUNA RAGIONE PERCHE’ IL SALENTO SI STACCHI DALLA PUGLIA..Scusami ma finire in provincia di TRICASE proprio non lo digerisco

  • Di (---.---.---.188) 10 agosto 2010 15:07

    forse le animazioni estive quali le SAGRE E LA PIZZICA hanno fatto montare la testa a qualche mediocre politichino locale in cerca di spazi . Differenze culturali? Ma mi facciano il piacere. Dall’altro nessun sentire nazionalitico, l’italia NON nasce da un "sentire" condiviso ma da gruppi settari. Il Salento regione.....che bella trovata, i primi che tirarono questa balla furono un democristiano e un repubblicano (ricordo MEMMI mani in pasta nella sanità salentina, l’altro no...). Certi movimenti autonomisti hanno tanto il sapore di MAFIA

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