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Il Regime che verrà

Fine dei giochi.

Dopo gli "otto giorni" che gli avevano dato nel 2011, quando tirarono giù il suo governo per passare la mano a Monti, i poteri finanziari hanno licenziato definitivamente Silvio Berlusconi. Troppo appariscente, un buffone fuori controllo che da del Kapo a Martin Schultz credendo di essere spiritoso e tormenta Obama raccontandogli le sue peripezie penali, ci ha sputtanato in tutto il mondo, sempre inzeppato di processi a carico e quasi sempre con le accuse più infami; nel 2008 è riuscito a farsi consegnare un avviso di garanzia durante il G8 di Napoli, il bunga-bunga, le bandane, le corna sulla forografia di gruppo di non ricordo più quale vertice internazionale, il cucù alla Merkel, e soprattutto con troppi scrupoli ad eseguire gli ordini della troika, preda come è di massoni e mafiosi, debole, ricattabile.
 
Il governo perfetto è quello attuale, presieduto, com'è d'uopo, da un giovane membro del Bilderberg Club, a sua volta saggiamente "consigliato" da uno stuolo di vecchi marpioni pronti a qualsiasi nefandezza pur di non finire i propri giorni come un qualsiasi metalmeccanico della Bassa Padania o un ragioniere di Capracotta Scalo.
 
Un governo che, come si conviene, nella discrezione e nel silenzio di una finta immobilità, sta eseguendo punto per punto la famosa lettera di istruzioni che ci arrivò da Bruxelles, a firma Trichet-Draghi, se non erro, un governo, finalmente, sotto il diretto controllo dei padroni del vapore.
 
Son giorni cupi, quelli che ci attendono, diciamocelo chiaro che è meglio.

Incassata la fiducia con la Legge di Stabilità, tolta di mezzo definitivamente la sinistra, fatto indossare ai sindacati la livrea da maggiordomo, cancellato dal Palazzo un pagliaccio inadeguato, ingombrante, imbarazzante, utile fino a questo momento per radere al suolo qualsiasi scintillio di moralità e civile convivenza, come Berlusconi, la strada è spianata verso la definitiva cancellazione di questo paese, il livello successivo della sperimentazione iniziata prima in Islanda poi in Grecia, quindi proseguita e perfezionata qui da noi.

Non sarà il PD, che con Berlusconi ci ha sempre fatto affari, a tirarci fuori dal baratro. Non sarà il plebiscitato Renzi, che dipendesse da lui si venderebbe il paese un tanto al kilo, esseri umani e animali omaggio della ditta. Non parliamo poi del M5S che, grazie ai deliri di padron Grillo, ha polverizzato anche le ultime speranze della popolazione che qualcosa potesse realmente cambiare.

Son giorni cupi assai, quelli che ci attendono. Prepariamoci, perché il peggio deve ancora venire.

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