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Il Premier attacca Saviano nel silenzio assordante del Ministro della Cultura

Il Premier attacca Saviano nel silenzio assordante del Ministro della Cultura

Nel paese che vede sedere in parlamento condannati per reati di mafia (e non solo) ci tocca anche prendere per serie le parole del Presidente del Consiglio il quale, invece di dire parole certe contro tutte le mafie e farne seguire atti concreti, attacca ancora una volta un telefilm di decine di anni fa come La Piovra e uno dei simboli dell’antimafia e della letteratura dell’Italia nel mondo, Roberto Saviano.
 
ilvio Berlusconi, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, assieme al Ministro degli Interni Roberto Maroni, indetta per la presentazione dei dati sulla lotta alla criminalità organizzata ha attaccato lo scrittore Mondadori: “La mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo, ma guarda caso è quella più conosciuta, perché c’è stato un supporto promozionale che l’ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro paese. Ricordiamoci le otto serie della Piovra programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo e tutta la letteratura in proposito, Gomorra e il resto...”. Un attacco incredibile contro un simbolo della cultura, della legalità e dell’Italia nel mondo e contro una delle serie che ha raccontato una realtà che, come la polvere, troppo spesso si preferisce nascondere sotto al tappeto.
 
Un attacco venuto proprio il giorno in cui il procuratore generale di Palermo Nino Gatto ha chiesto la condanna a 11 anni di carcere per il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri già condannato in primo grado a nove anni per concorso in associazione mafiosa. Una coincidenza che dà da pensare.
 
Più di 4 milioni di copie vendute e più di 50 traduzioni in tutto il mondo, Gomorra è senza dubbio il caso letterario italiano degli ultimi anni (decenni?) e un vanto per la cultura italiana, ma è anche il libro che ha distrutto la vita di un ragazzo, in un paese in cui anche uno scrittore deve essere scortato e deve veder distrutta la sua vita per le sue parole. Gomorra inoltre parla solo incidentalmente di mafia, basandosi, come tutto il mondo sa, sugli affari dei casalesi e della camorra in generale, avendo il merito, non l’onta, di aver acceso un faro sugli affari economici di un impero che spesso si serve proprio dello Stato per concludere i suoi affari. Se oggi il mondo è a conoscenza di ciò e la camorra molto più vessata rispetto a qualche anno fa, è inutile prenderci in giro – è anche merito di questo ragazzo 31enne. Cosa cambia se si è al sesto posto o al primo? Più avvezzo alle classifiche calcistiche probabilmente, il Premier preferisce giocare con le posizioni piuttosto che affrontare il problema di petto. Si poteva dire che il Governo, dati alla mano e bla bla bla, aveva diminuito il malaffare etc (poi certo da lì al crederci era un’altra cosa) e contemporaneamente ringraziare pubblicamente Saviano per il suo lavoro? Certo, poteva, ma non l’ha fatto, e non l’ha fatto probabilmente proprio per quella logica che oggi vuole il radicamento delle posizioni, il “con me o contro di me” che sta distruggendo un paese.
 
La collaborazione con un giornale avverso al Governo e le critiche a questo rivolte nei suoi articoli, non rende, probabilmente, lo scrittore campano la persona più simpatica al nostro Premier, sebbene lo stesso Saviano abbia più volte rifiutato etichette politiche e tentate tirate di giacca da una parte o dall’altra.
 
Ma il silenzio più assordante viene dal nostro Ministro della Cultura, Sandro Bondi. Un Ministro che dovrebbe difendere la cultura italiana e, quindi, una delle massime espressioni della cultura italiana nel mondo, quale è Saviano, e invece tace, perso forse nella scrittura della sua prossima opera.
 
Le reazioni, soprattutto a sinistra non sono tardate.
 
“Roberto Saviano è uno dei protagonisti della lotta alle mafie e il presidente del consiglio del nostro Paese avrebbe il dovere di rispettarlo e non di attaccarlo e isolarlo – dice l’ex segretario del Pd Walter Veltroni - Mentre Saviano è costretto a vivere da anni sotto scorta e minacciato da un potere, quello criminale, per aver denunciato con nomi e cognomi i boss e i loro legami con la politica, la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta allungano le mani su nuovi territori, nuovi affari, condizionano la vita delle imprese, l’economia e la vita di tante comunità al Nord come al Sud”. Ancora più duro l’ex magistrato, ora europarlamentare dell’IdV De Magistris: “In Consiglio dei ministri evidentemente si usano sostanze stupefacenti, altrimenti le parole del premier non trovano giustificazione tanto sono audaci e mistificatorie” che continua “Da lui infatti apprendiamo che i supporter della mafia sarebbero gli scrittori come Saviano che, rischiando la vita, raccontano del crimine organizzato e della sua infiltrazione politico-istituzionale, scuotendo l’opinione pubblica e accendendo un faro di luce su questo cancro sociale. Dunque la colpa è di Saviano e non di Dell’Utri - continua De Magistris -, mentre la responsabilità è del libro Gomorra e non delle proposte legislative del governo, come il ddl intercettazioni o il testo Valentino sui pentiti. Siamo allo stravolgimento ‘dopato’ della realtà”. Di Pietro invece chiede che il Premier faccia le scuse allo scrittore campano.
 
Dubitiamo che possa succedere.

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