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Il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo analizzati da Nielsen

Si sono appena concluse le Elezioni Amministrative 2012 che hanno visto emergere in maniera chiara il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nielsen ha analizzato 210 mila messaggi relativi agli ultimi 12 mesi, evidenziando il ruolo dei social network come luoghi dove si concentrano la maggior parte dei post.

E' il caso di dire, quando l'online celebra il risultato. Alle 23.50 del 7 maggio scorso Beppe Grillo scriveva su twitter: "Belin, ragazzi che giornata!". E' evidente la soddisfazione visti i risultati raccolti dal suo movimento, il Movimento 5 Stelle, del quale si ostina a dire che non è un partito, ma solo un movimento. E proprio ieri il M5S è stato conclamato dai media tradizionali come uno dei vincitori di quest’ultima tornata elettorale, suscitando l’interesse degli analisti, incuriositi non tanto dai significati simbolici del suo successo politico, quanto dal metodo che ne ha permesso il raggiungimento. 

I social media sono da sempre stati per Beppe Grillo e il suo Movimento, canale di comunicazione, di informazione, di scambio, nonché "sede" del movimento stesso, luogo di incontro e struttura organizzativa. Basti osservare l’ingente volume di messaggi che il Movimento 5 Stelle genera quotidianamente su internet, come emerge dall’analisi Nielsen sul passaparola digitale (fonte BuzzMetrics/NM Incite).

Negli ultimi 12 mesi circa 210.000 messaggi su Beppe Grillo hanno affollato la rete, con una media di quasi 600 post al giorno e un andamento costante, che termina con l’evidente exploit di aprile e della prima settimana di maggio, ove si concentra il 27% dei messaggi totali.

Trend delle discussioni online su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle

Nell'ambito politico italiano il ruolo dei social network sta divenendo in effetti sempre più rilevante anche tra le forze politiche più tradizionali. Quasi tutti i maggiori esponenti di partito in carica hanno oggi un loro profilo ufficiale su Facebook e un account su Twitter, e dialogano direttamente (chi più, chi meno) con gli elettori. Per il Movimento 5 Stelle questa è in realtà una prassi non solo consolidata da tempo, ma amplificata e intensamente sfruttata a livello quotidiano.

Il ruolo dei social network non è tuttavia limitato alle sole pagine ufficiali dei vari personaggi politici. Molte delle discussioni sul Movimento 5 Stelle avvengono, oltre che sul profilo e sul blog di Beppe Grillo o di altri politici (Bersani, Berlusconi, Vendola), anche sui Wall Comments di altri profili, quali ad esempio i profili di:

- siti di “contro-informazione”: Informare per resistere, I segreti della casta di Montecitorio, Informazione Libera, Ecco Cosa Vedo – Idee per una società etica, I hate Silvio Berlusconi;

- giornalisti o testate giornalistiche: Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera, Repubblica, L’Unità, La7, Marco Travaglio.

I social network dunque sono i luoghi digitali nei quali si concentra la grande maggioranza dei post.

Discussioni online su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, per tipo di Social Media

Un ordine di gerarchia che diventa ancora più netto in prossimità della tornata elettorale dello scorso weekend. Solo nella giornata di lunedì 7 maggio, giorno di chiusura dei seggi e di diffusione dei risultati delle consultazioni, si sono generati sul web circa 8.300 messaggi sul Movimento 5 Stelle, più del doppio di quanti rilevati nello stesso giorno per il Partito Democratico (poco più di 3.500 messaggi). Una giornata inevitabilmente frenetica, durante la quale la ricerca della notizia in tempo reale e dell’anticipazione o indiscrezione ha potuto prendere luogo proprio sui social network, con il 72% dei post su Beppe Grillo provenienti da Facebook e il 24% da Twitter. 

E’ chiaro dunque come l’esito di queste consultazioni elettorali non sia da ritenersi solamente di natura politica. Vi è un segnale forte di mutamento sociale, trainato proprio dalla rete. I social media hanno mostrato tutto il loro potere di aggregazione, creazione di consenso e opinione, finendo per influenzare i comportamenti, non solo online, ma anche offline. I “grillini”, sfruttando il passaparola digitale, sono passati poi ad agire sul piano concreto, con un gesto assai reale - ovvero il voto sulla scheda elettorale - e conseguenze altrettanto tangibili: il primo sindaco marchiato 5 Stelle, i ballottaggi e il numero dei consiglieri comunali.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.115) 9 maggio 2012 20:31

    TROPPA PUBBLICITA’ NON RIESCO A LEGGERE L’ARTICOLO

  • Di Sandro kensan (---.---.---.138) 9 maggio 2012 21:02
    Sandro kensan

    Bravo Francesco, ottima analisi con dati puntuali. Una critica per i due che ti hanno dato un voto negativo: non avete capito nulla. Poi una osservazione sui dati Nielsen che sono sicuramente autorevoli e benvenuti ma mi chiedo come abbiano scandagliato il web che è difficile da scandagliare. I social media nel web e in Internet sono tanti e molto frammentati, quindi i messaggi che gli utenti si scambiano sono molto eterogenei.

    Per esempio se io scrivo un post su un blog questo conta come un tweet di 160 caratteri secondo Nielsen? In particolare il tuo articolo di un paio di pagine web conta come un post su facebook in cui si dice "W Beppe Grillo!!!"?

    Esistono pure i gruppi di discussione che sono fuori dal web, sono compresi nella dicitura "Gruppi di discussione"? E poi individuare i singoli messaggi può essere fatto sui social media maggiori ma su un forum come si fa a conteggiare i singoli interventi che parlano tutti del movimento a cinque stelle? Ci vorrebbe un esercito di umani che conti i post su Beppe e invece Nielsen si è affidata a un programma automatico oppure è andata a campione con i limiti della cosa.

    Quel che voglio dire è che una analisi di questo tipo è molto limitata.

    L’essenza della tua analisi è invece evidente e cioè che in Rete si è deciso chi votare ma insieme ai molti comizi di Grillo e al lavoro dei ragazzi del M5S.

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