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Il Manifesto compie quarant’anni

Oggi, 28 aprile è il quarantesimo compleanno de Il Manifesto, testata storica, ma appena adultolescente e ancora con molte cose da dire. Una voce non molto ascoltata, ma indubbiamente una fucina d'idee e di opinioni con pochi uguali in un panorama mediatico da tempo devastato dal dilagare dell'infotainment e dell'infomercial. Nonostante il suo oggettivo e ampiamente riconosciuto valore, Il Manifesto da anni lotta per far sopravvivere economicamente la sua diversità, che si fonda su un'impresa che è prima di tutto una cooperativa solidale, nella quale tutti, dal direttore al tipografo, ricevono lo stesso stipendio. Un assetto organizzativo che potrebbe sembrare utopico, se non fosse che è realtà ormai da quattro decenni ed è sopravvissuto anche al crollo del comunismo e al dilagare della narrazione liberista.

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L'indipendenza e l'originalità si pagano e la crisi e la decadenza della sinistra costano ancora di più della poca simpatia degli investitori pubblicitari verso la testata, che non ha mai fatto sconti nel criticare un sistema del quale la comunicazione pubblicitaria è uno dei pilastri fondanti. Ma l'impresa è sopravvissuta lo stesso e dal 1971 ha assicurato la presenza in edicola di una voce alternativa, di una tribuna aperta anche alla sinistra extra-parlamentare e ai movimenti, nonché la produzione di pagine culturali che affrontano spesso territori poco esplorati con approcci innovativi.
 
Le ristrettezze economiche non hanno mai impedito o interrotto un'offerta culturalmente e idealmente molto ricca e aggiornata al dibattito nella sinistra e oltre. Una redazione ancora capace di porsi delle domande e di andare in cerca delle risposte.
 
Oggi Il Manifesto sarà in edicola con un nuovo aspetto e offerto al prezzo di soli 50 centesimi per festeggiare la ricorrenza, una buona occasione per prenderlo in mano per la prima volta o per ritrovarlo se lo si è perso di vista.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di yepbo (---.---.---.169) 30 aprile 2011 22:11

    Ma davvero c’é ancora chi legge il manifesto???

    In ogni caso, se tale testata (ovviamente storica) da anni ha problemi economici, evidentemente non vende.
    Perché non vende?
    1- Non ha pubblico, niente pubblico niente mercato. = Niente vendite = si chiude
    2- Il pubblico ci sarebbe, ma non si é capaci di agganciarlo. = Niente vendite = si chiude
    3- Non ha niente da dire. = Niente vendite = si chiude
    4- Avrebbe da dire ma non sa dirlo. = niente vendite = si chiude
    5- Quello che dice non ha riscontro con la realtà. = Niente vendite = si chiude
    Se dopo 40 anni, questa é la situazione, non c’é più nulla da fare, ha fatto da tempo il suo tempo.
    Domanda; avendo vendite effimere, come riesce a stare in piedi e pagare gli stipendi ecc. tale testata?
    Che sia... grazie alle nefaste sovvenzioni dello stato ai giornali?
    Sistema ottimo, magari solamente un po furbo, per garantirsi uno stipendio (non ci é dato sapere quanto), uguale per tutti, dal direttore al tipografo, ma certo, finché durano le sovvenzioni.
    Molto solidale questa cooperativa. Solidale nel senso che, i cittadini italiani ci mettono il solido per mantenere un "impresa" decotta.



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